Il Corriere della Sera: “La linea di Draghi: ‘Difendiamo la Ue, non la Germania’”, “La replica a Schaeuble. Alleanza con Merkel”.
E sul tema un’intervista a Romano Prodi di Marco Ascione: “‘La Bce ha finito le munizioni'”.
A centro pagina l’intervista al neopresidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo di Aldo Cazzullo: “Davigo e l’accusa ai politici: rubano senza più vergogna”, “Il presidente Anm: oggi è peggio di Tangentopoli”.
Di fianco, le parole dell’ambasciatore Usa in Italia John Phillips, che ieri ha parlato davanti gli studenti della Bocconi a Milano: “‘Italia, giustizia lenta’”. Ne scrive Giuseppe Guastella.
In grande evidenza una foto di Prince, scomparso ieri: “Il folletto ribelle che reinventò il pop”. Così lo descrive Andrea Laffranchi. E sulle indagini un articolo di Giuseppe Sarcina: “Il mistero della morte nell’ascensore di casa”.
L’editoriale in apertura è firmato da Beppe Severgnini: “La Brexit che turba l’America”.
A fondo pagina: “Artico al minimo, ma gli alberi aumentano”, “Bilancio in cifre nella giornata della Terra. All’Onu la firma degli accordi sul clima”, di Anna Meldolesi.
Sul voto a Roma: “I lunghi tormenti di Forza Italia”, di Francesco Verderami.
Infine, un caso “giudiziario” raccontato da Luigi Ferrarella: “L’omicida che fa il tirocinio dal Gip”, “il detenuto laureato”.
La Repubblica: “Lo schiaffo di Draghi: ‘La Bce non lavora solo per Berlino'”, “Tassi, il presidente ai falchi tedeschi: la politica stia fuori. Merkel: legittimo criticare, difendo la vostra autonomia”.
L’analisi è firmata da Ferdinando Giuliano: “La pazienza finita di Supermario”.
Di fianco, foto della giovane modella uccisa al passaggio del treno perché, ascoltando musica in cuffia, non ne aveva percepito l’arrivo: “Le cuffie che spengono le note della vita”, commenta Concita De Gregorio.
A centro pagina un’inchiesta sui temi del lavoro: “Quei voucher aiutano il sommerso”.
Di fianco: “Panama Papers, altri 80 italiani, c’è anche Rodolfo De Benedetti”.
A fondo pagina, sulla visita in Europa del presidente Usa: “Obama in missione per impedire Brexit”. Di Federico Rampini.
Sul tema migrazioni ed Ue un articolo del corrispondente a Bruxelles Andrea Bonanni: “Controllo delle coste. Nasce l’euro-guardia”.
Sulla colonna a destra dall’inserto cultura R2 un’anteprima del libro di Svetlana Aleksevic, che viene ricordata come “il Nobel anti-Putin”: “Il primo giorno di guerra negli occhi dei bambini”. Il libro è “Gli ultimi testimoni”, è del 1985 e fu censurato in Urss.
La Stampa: “Draghi-Merkel. duello sui tassi”, “Il presidente Bce: ‘Non rispondiamo alla politica’. La Cancelliera: ‘Ma abbiamo il diritto di discutere'”, “Invariato il costo del denaro. Uno studio di Boeri (Inps) mostra che la flessibilità sulle pensioni aiuta l’occupazione giovanile”.
L’editoriale di Mario Deaglio è dedicato a Draghi e Merkel: “I due veri leader d’Europa”.
Sulla “emergenza immigrazione”: “La proposta di Alfano all’Ue: la Libia diventi cuscinetto per l’Italia”, “Favorevoli i tedeschi, l’Olanda frena. E Juncker promuove il piano Renzi”. Di fianco, in un’analisi, Stefano Stefanini scrive, in riferimento al premier libico in caricato Serraj: “Ma Serraj non è Erdogan”.
Sulla colonna a destra: “Roma, minaccia di Salvini: pronti a rompere con Berlusconi”, “Bertolaso: resto in pista”.
Poi, sul Movimento 5 Stelle, intervista a Marco Canestrari: “L’ex braccio destro di Grillo: vi racconto i segreti del M5S”, “‘L’ascesa di Di Mio coltiva il germe del tradimento. Possono vincere e cambiare l’Italia, ma non in meglio'”.
A centro pagina, con foto: “Addio a Prince, il folletto inquieto del pop”. Con un commento di Gianni Riotta: “Lo spirito della provocazione Anni Ottanta”.
Il Fatto apre con il caso Regeni e in particolare con l’intervista di Francesca Borri ad Amr Darrag, che è l’unico membro del direttivo dei Fratelli Musulmani egiziani ancora in libertà. Si trova in Turchia e dice: “‘Giulio Regeni è stato immolato nella faida tra i Servizi egiziani'”.
Sul presidente egiziano un commento di Fabio Mini: “Il doppio gioco del rais Al-Sisi tra Onu e Libia”.
Di fianco: “Renzi impone Carrai: 007 a Palazzo Chigi”, “La nomina. Avrà una ‘consulenza’ al Dis”, “Manca solo la firma di Massolo, numero uno della nostra Intelligence, che è attesa per la prossima settimana. L’amico storico del primo ministro si occuperò di cyber-security (in accordo con Israele)”.
Più in basso: “Il Colle frena il premier: stop a Toschi capo Gdf”, “La Finanza ancora senza vertice”.
Con foto di Prince: “Addio Prince, ti piangono la musica pop e l’eleganza”.
L’editoriale del direttore Travaglio è dedicato alla Rai e in particolare all’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto: “Dall’Orto al Mascetti”.
Il Giornale: “Legittima difesa, il Pd si arrende ai delinquenti”, “Salta ancora il disegno di legge, per i dem la sicurezza non è una priorità”.
In apertura a sinistra: “Roma, Meloni in campo. Ma Forza Italia tiene duro su Bertolaso”.
Adalberto Signore, in un commento, scrive: “Centrodestra, si scrive Roma ma si legge Italia”. E di fianco il retroscena di Augusto Minzolini: “Verdini a Renzi: ci serve Silvio per sopravvivere” (“Il leader Ala ha capito che il premier non aiuterà i ‘centrini’ a superare la soglia del 3%”, “‘Un tavolo con Fi, Ncd e Fitto'”).
La foto è per Carlo de Benedetti con il figlio Rodolfo: “L’Espresso scopre il suo editore nelle liste di Panama”, “Tra gli italiani con conti offshore c’è anche Rodolfo De Benedetti: ‘Questione già sanata con fisco’”.
A centro pagina “la rivelazione di ‘Virus’2: “Il Papa salva i migranti con la lotteria”, “I dodici siriani portati da Francesco in Vaticano sono stati estratti a sorte”.
A fondo pagina: “La casa di Gramsci diventa monumento nazionale”, “Il cordone mai reciso tra il nostro Paese e il comunismo”. Di Carlo Lottieri.
Libero: “Mancetta elettorale da 20 euro”, “Premier furbetto”, “Le cose si mettono male per i suoi candidati, così Renzi vuol ricorrere al solito sistema: aumentare il bonus ed estenderlo anche alle pensioni sociali, in modo da comprare consenso. Tanto il prezzo alla fine lo paghiamo noi con le tasse locali”. Al tema è dedicato l’editoriale del direttore Sallusti.
La caricatura di Benny è per Carlo de Benedetti con sigaro su yacht: “A Panama spunta la società offshore dei De Benedetti”.
Sulla colonna a destra: “Caos a Roma”, “Nel centrodestra torna la voglia di farsi del male”, scrive Fausto Carioti. E più in basso l’intervista alla candidata sindaco di Roma Giorgia Meloni: “Parla la Meloni: ‘Aspetto ancora il guizzo di Silvio'”.
A centro pagina: “I misteri degli affari fatti con Matteo in Iran”, di Franco Bechis.
E una vicenda di cronaca giudiziaria: “Forza il blocco: ucciso. Carabiniere condannato”, “Oltre 4 anni al militare che saprò durante un inseguimento a Napoli”.
Poi un titolo sul tema migranti: “I dodici profughi di papa Bergoglio sono stati scelti con una lotteria”, scrive Caterina Maniaci.
Di fianco: “La sfida di Draghi: ‘Non lavoro per la Germania ma per l’Europa’”. Di Ugo Bertone.
A fondo pagina: “I magistrati ne fanno di ogni, ma…'”, “L’unica pm punita in Italia. La sua colpa? Le piace Garko”, scrive Marco Gorra.
Draghi
Su La Stampa: “Draghi reagisce alla Germania: ‘Bce indipendente dalla politica. Difendo l’Europa, non Berlino'”, “Il presidente dell’Eurotower: i tassi possono scendere ancora. E risponde alle critiche: ‘Siamo gli unici a sostenere la crescita’”. Di Marco Zatterin. Alla pagina seguente scrive Alessandro Alviani da Berlino: “Ma la Merkel non ci sta: ‘Criticare i tassi bassi non è un’intromissione'”, “La cancelliera prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Molti tedeschi, però, considerano la Bce un pericolo per l’economia”. Ne scrive da Francoforte Tonia Mastrobuoni. A pagina 3 il “retroscena” di Alberto D’Argenio: “Supermario e la difesa del bazooka, in Europa un fronte anti-Schaeuble”.
Sul Corriere: “‘Andiamo avanti con i tassi bassi. La Bce non obbedisce ai politici”, “Il presidente della Banca centrale europea: unici a sostenere la crescita negli ultimi quattro anni”. Ne scrive da Francoforte Danilo Taino. Che firma anche il “retroscena”: “Quel’asse con Merkel e lo scontro che Scaheuble non può vincere”.
Su La Repubblica: “Draghi sfida la Germania: ‘Non obbediamo ai politici, dannosi gli attacchi alla Bce'”, “‘Lavoro per l’eurozona, non per i tedeschi’. Replica Merkel: ‘Indipendenza ok, ma la gente critichi pure i tassi bassi'”.
Su Il Fatto: “Il Piave di Mario Draghi: ‘Non ubbidisco ai politici'”, “Il presidente della Bce replica agli attacchi del ministro Schauble: abbiamo un mandato ‘per l’intera Eurozona’, non per la sola Germania”. Ne scrive Stefano Feltri.
Il Corriere intervista Romano Prodi: “‘Rischio stagnazione secolare. Draghi ha evitato il disastro ma ora ha finito le munizioni”. Nell’intervista a Marco Ascione Prodi parla di molto altro: dal governo Renzi alla Russia di Putin, dal M5S al populismo (“le riforme costituzionali? Non possono essere mirate all’interesse di chi possiede la maggioranza del momento”; sull’immigration compact proposto da Renzi dice che “è la via giusta” e l’Italia “ha tutto l’interesse a europeizzare il problema”. Bisogna allentare vincoli e trattati europei? “La colpa non è dei trattati ma di una politica sbagliata. La Germania ormai da molti anni applica e fa applicare una politica di austerità che non è adatta alla situazione in cui ci troviamo”).
Il caso Regeni
Su La Repubblica: “‘Regeni fu arrestato dalla polizia’”, “L’agenzia Reuters: Giulio fermato il giorno della sua scomparsa, condotto in caserma e poi trasferito. ‘Le informazioni sono confermate da sei fonti dell’intelligence e degli apparati di sicurezza egiziani’. Ne scrive Carlo Bonini.
Il Fatto intervista Amr Darrag, l’unico membro del direttivo dei Fratelli musulmani egiziani ancora libero e in esilio in Turchia: “La faida tra Servizi segreti ha stritolato Giulio Regeni”, dice Darrag che, come ricorda Francesca Borri, fino a tre anni fa era presidente dell’Assemblea costituente in Egitto e poi è stato ministro negli anni del presidente Morsi. Oggi guida il partito “Giustizia e libertà”, ovvero i Fratelli musulmani. Racconta che “tra apparati civili e militari (che erano guidati da Al-Sisi) c’è uno scontro aperto, iniziato con la cacciata di Mubarak”.
Sul Corriere: “L’America interviene sul caso Regeni: ‘Chiediamo un’inchiesta imparziale'”, “Pressioni sull’Egitto mentre fonti anonime rivelano che Giulio sarebbe stato arrestato da polizia e servizi”, scrive Viviana Mazza.
Centrodestra, Roma
Il Corriere: “Berlusconi tiene su Bertolaso. Scontro dentro Fi”, “Il leader: a lui ho dato la mia parola. Ma il partito gli chiede di sondare gli alleati per trovare una sintesi. Il litigio tra Tajani e Romani. E Meloni avverte: noi partiamo, dopo il ballottaggio nessun patto”.
La Stampa: “Bertolaso rilancia: ‘Io vado avanti'”, “Ma l’ufficio di presidenza di Forza Italia si chiude con un mandato a Berlusconi per cercare una candidatura ‘unitaria’, Fischiata Dalla Chiesa al comizio di Meloni”. E in basso il retroscena di Ugo Magri: “L’ultimatum di Salvini al vecchio leader: ‘O con noi e la Meloni, o con Renzi'”, “Il leader leghista punta a spaccare il partito dell’ex Cavaliere”.
Su Il Fatto: “Bertolaso non si ritira, la destra ancora spaccata”, “Nessuna rinuncia. L’ex capo della Protezione civile insiste: ‘Sono io l’uomo di Berlusconi’. La Meloni apre la sua campagna con l’abbraccio a Salvini”, scrive Tommaso Rodano.
Su Il Giornale: “Meloni e Salvini delusi ora temono la frattura: ‘Ma porte sempre aperte'”, “Meloni in campo ma Forza Italia tiene duro su Bertolaso”, “Rabbia per la conferma dell’ex braccio della Protezione civile. La minaccia: o insieme adesso o ognuno per sé alle Politiche”. L’articolo di Laura Cesaretti dà conto delle reazioni del fronte Salvini-Meloni, che velatamente accusa la parte berlusconiana di intelligenza con il nemico, poiché la divisione del campo del centrodestra potrebbe avvantaggiare il candidato del centrosinistra Giachetti: “Chi non appoggia Giorgia Meloni aiuta Renzi, e chi aiuta Renzi non sarà alleato della Lega”, dicono.
Libero intervista la stessa Meloni: “La Meloni chiama Silvio: ‘Spero nel suo guizzo'”, “La candidata sindaco: ‘Se vuole giocare per vincere le porte sono aperte. Con l’ex sottosegretario si perde. Marchini? E’ un costruttore di sinistra’”.
La Repubblica: “Centrodestra ancora diviso. Bertolaso: ‘Non mi ritiro’. La Meloni: ‘Allora perdi’”, “Summit di Forza Italia nel caos. Berlusconi non scarica l’ex sottosegretario e prende tempo. Salvini: così aiuta Renzi”.
A pagina 7 il retroscena di Tommaso Ciriaco: “E Confalonieri chiama Silvio: ‘Devi andare su Marchini’. FI a un passo dalla scissione”, “Insulti e liti al vertice tra i big forzisti. Pascale: ‘Salvini è un troglodita’. Tajani: ‘Se stiamo coi fascisti, vado via’. Toti: ‘Ma da soli, prendiamo il 5%'”.
Davigo
Il neopresidente dell’Anm, in un’intervista al Corriere firmata da Aldo Cazzullo, dice: “I politici rubano più di prima. Ma adesso si vergognano”, “Le riforme della sinistra hanno reso i giudici genuflessi”. Si rievoca la stagione di Mani pulite e gli anni che seguirono. Disse davvero che “non esistono innocenti, esistono solo colpevoli non ancora scoperti’? “Certo. In un contesto preciso. Ma mi citano fuori contesto per farmi passare per matto”. Quale era il contesto? “Appalti contrattati tra partiti e imprese: chiunque avesse avuto un ruolo in quel sistema criminale non poteva essere innocente”. La situazione oggi? “E’ peggio di allora”, “si ruba in modo meno organizzato. Tutto è lasciato all’iniziativa individuale o a gruppi temporanei. La corruzione è un reato seriale e diffusivo: chi lo commette, tende a ripeterlo, e a coinvolgere altri”. Disse anche “non ci sono troppi prigionieri, ci sono troppe poche prigioni”. Autentica anche questa? “Sì. Ma non è una mia opinione. E’ un fatto oggettivo. L’Italia è il Paese che ha meno detenuti in rapporto alla popolazione. Ed è il Paese della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra, della Sacra corona; e della corruzione diffusa. Cero che servono nuove carceri”.
Turchia
Su La Stampa un articolo di Marta Ottaviani sulla Turchia: “‘Nessuna prova del golpe per far cadere Erdogan'”, “Turchia, annullate le condanne ai membri di Ergebnekon: ‘Una montatura’. In cella erano finiti militari e intellettuali”.
E poi
Su La Stampa l’articolo di Paolo Mastrolilli da Londra: “Obama ai Paesi del Golfo: uniti contro l’Isis”, “Ma restano le divergenze sulle modalità di lotta al terrorismo e sull’approccio nei confronti dell’Iran”, “Il presidente Usa ha chiesto all’Arabia di interrompere le operazioni nello Yemen e di orientare le risorse militari verso Siria e Iraq”.
E in basso un articolo di Rolla Scollari: “Il nuovo welfare dell’Arabia saudita. Tasse sul lusso e stretta agli stranieri”, “Il crollo del prezzo del petrolio ha fatto impennare il deficit. E così Riad corre ai ripari con riforme e investimenti”.
Sul Corriere: “Duello sulla Bexit. Il mondo si schiera”, “Stasera Obama parla a Londra a favore della Ue. E Marine Le Pen annuncia il suo arrivo al fianco degli euroscettici inglesi”.
Su La Repubblica una corrispondenza di Federico Rampini da New York su Donald Trump: “La Grande metamorfosi, lobbisti e discorsi scritti, così Trump si converte allo stile presidenziale”, “The Donald cambia stile per compiacere l’establishment repubblicano in vista della convention”.