5 miliardi di danni

Pubblicato il 31 Maggio 2012 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Tutte sul terremoto, le prime pagine dei quotidiani. Il Corriere della Sera: “‘Non vogliamo lasciare le nostre case’. Solidarietà da tutto il Paese. Gli aiuti del governo, la benzina aumenta di due centesimi. Così sarà ridotta la parata del 2 giugno. Aperta una inchiesta sui capannoni crollati”.

La Repubblica: “Inchiesta sulla strage degli operai”

Il Sole 24 Ore: “I danni del terremoto salgono a 5 miliardi”. L’editoriale, firmato da Carlo Bastasin, è titolato: “L’Europa ora sia solidale con l’Emilia”. L’editorialista ricorda che fin dalla sua nascita, il patto di stabilità ha previsto una derogga in caso di catastrofi naturali. E’ giusto e sensato che se ne tenga conto subito. Il terremoto comporterà una severa perdita di reddito per il Paese e molte spese di ricostruzione”.

“L’Emilia prova a rialzarsi” (La Stampa), “Noi paghiamo, loro no”, sulla notizia dell’aumento delle accise sulla benzina, su Il Giornale, mentre Libero titola “Tassano anche le macerie”.

Terremoto

Sul Corriere della Sera un articolo si sofferma sulla inchiesta aperta da Vito Zincani, procuratore capo di Modena, che ieri ha detto: “E’ stato sicuramente un terremoto molto forte, ma a detta dei sismologi, una magnitudo da 4 e 6 non è ritenuta distruttiva e invece per alcuni capannoni lo è stata”. “Omicidio colposo plurimo, disastro colposo e violazione delle norme edilizie. Sarà una inchiesta lunga, bisogna ricostruire la dinamica della scossa e capire come si è propagata. L’approdo sarà verificare se sono state rispettate le norme antisismiche o se vi sono negligenze”. A Ferrara, dove la procura ha aperto una inchiesta analoga dopo la prima scossa, quella del 20 maggio, sono già 9 gli indagati”. Il quotidiano dà anche conto della replica del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “Una polemica artificiosa, i capannoni erano in assoluta normalità”. A sentire il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Modena “il problema sta nelle norme, che consentivano, fino a pochi anni fa, di costruire queste strutture con incastri prefabbricati: lo scopo era di renderle resistenti al vento, non ai forti terremoti, ritenuti una eventualità remota”. Secondo il manager della azienda Meta, dove sono morti due operai e un ingegnere, nella sua azienda tutto era in regole ed erano stati fatti gli interventi per mettere in sicurezza il capannone. Secondo la Cgil sono 3500 le aziende inagibili, e circa 20 mila i lavoratrori a casa. La Coldiretti parla di 3 miliardi di danni.

La Stampa offre due interviste a due imprenditori: Simone Bettini è vicepresidente della Rosss, società che realizza scaffalature antisismiche. L’immagine delle forme di parrmigiano a terra ha fatto il giro del mondo: “In Italia c’è un problema normativo e uno culturale. Quando installo scaffalatuere che arrivano anche ad una altezza di 15 metri in capannoni già esistenti, per il fatto che sono considerate ‘attrezzatura’, sono fuori dalla normativa antisismica”. Nessuna delle sue scaffalatura è caduta. Quelle cadute “sono montate dentro edifici già esistenti, e quindi non rientrano nella normativa antisismica”, “soono realizzate da artigiani o piccole aziende locali che le fanno su misura per il singolo produttore”. Le sue costano “un venti-trenta per cento in più, quindi un imprenditore in genere dice ‘con quello che risparmio compro un maccchinario'”. L’altro imprenditore è Ettore Sansavini, socio di maggioranza della Eurosets, azienda di Mendolla che si trova proprio di fronte alla Haemotronic, che conta 4 vittime ed ha “l’aspetto di una gigantesca scatoletta di tonno sventrata”. La Eurosets realizza prodotti per la cardiochirurgia. E’ comunque danneggiata, ma non è crollata, sia perché costruita più recentemente, sia perché “noi abbiamo fatto della sicurezza un punto d’onore”.

Europa

Oggi l’Irlanda vota per il referendum sul fiscal compact. Nei sondaggi l’approvazione è in vantaggio (“Dublino (forse) dirà yes all’euro”). Non sarà un voto vincolante, perché alla entrata in vigore del Fiscal compact bastano i sì di 12 sui 25 Stati, e dunque non ha il valore che ebero i referendum irlandesi degli anni passati. Ma servirà al Paese perché una clausola dello stesso trattato prevede che i futuri programi di assistenza del fondo salva Stati – che potrebbero servire a Dublino – saranno garantiti solo ai Paesi che lo avranno ratificato. Per il sì la coalizione di centrosinistra al governo, e anche l’ex partito di governo Fianna Fail. Contraria la sinistra, con il Sinn Fein di Adams, che criticano austerità e sacrifici imposti dall’Europa.
Su L’Unità (“Una doccia irlandese per Merkel”) un articolo ricorda che l’indizione del referendum irlandese, due mesi fa, provocò l’irritazione e le rimostranze tedesche e di Bruxelles, che temevano una bocciatura.
Il Corriere della Sera offre una intervista all’ex premier tedesco Schroeder, a Roma in questi giorni. Sull’Euro, non crede che rischi la disintegrazione, “c’è qualche passo in direzione della politica economica comune, cioé verso l’unione politica”. E’ vero che la Germania in questo momento resiste, perché la Merkel “pensa prima di tutto in categorie elettorali, cioé in termini di potere politico interno, e sbaglia”, ma è vero anche che “si è mostrata flessibile quando è stato necessario”. Sulla Grecia “dipendo molto da loro, da come voteranno tra due settimane, se vogliono essere salvati, se ci sarà un governo disposto a fare le riforme possiamo salvarla”, ma in ogni caso “occorrerà dare più tempo al nuovo governo greco”, come aveva chiesto l’ex premier Papandreu.
“C’era una volta l’Europa” è il titolo di un commento firmato da Barbara Spinelli, su La Repubblica. Dice di non credere che la Grecia uscirà dall’euro, “e non solo perché i vecchi partiti greci risalgono nei sondaggi.Anche se vincesse la sinistra radicale, l’Europa non può permettersi disastri che cambierebbero la fisionomia dei suoi popoli. Molti responsabili lo sanno”.

Internazionale

Nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza Onu  è ripreso il dibattito sulle opzioni in mano alla comunità internazionale per alzare la pressione sul regime siriano di Assad. Mosca, che come Pechino ha il potere di veto, ha “anticipato che bloccherà ogni interferenza straniera nel conflitto che vada oltre il piano di pace Annan, inviato di Onu e Lega Araba”, scrive il Sole 24 Ore. Ma anche il fronte europeo non sembra molto compatto: se il ministro degli esteri tedesco Westerwelle ieri ha detto che “non c’è motivo di prendere in considerazione” una opzione militare in Sria, Hollande il giorno prima non aveva escluso l’opzione militare. L’Unità scrive che a Cina e Russia, perchè cessino di proteggere il regime seriano,  torna a rivolgersi Amnesty International.

Un commento nella pagina Idee ed Opinioni del Corriere della Sera racconta che il governo “filo-islamico” di Erdogan si appresta a varare una legge che ridurrà drasticamente o addirittura proibirà l’interruzione di gravidanza che dal 1983 è legale nel Paese, se fatta entro la decima settimana. La scorsa settimana il premier aveva paragonato l’aborto all’omicidio. La mossa ha fatto infuriare le donne dell’opposizione, che hanno invitato Erdogan ad occuparsi della disoccupazione e dei casi di violenza domestica, invece che ergersi a ‘guardiano del corpo’ delle donne.

Il Foglio dà la notizia del ferimento di Sergei Aslanyan, giornalista colpito da venti ferite al torace da uno sconosciuto che lo ha aggrredito poco lontano da casa. Il quotidiano ricorda che il giornalista, autore anche di un programma radiofonico piuttosto noto, si è distinto per polemiche con il mondo musulmano. “Le sue parole hanno sollevato rabbia e indignazione” in questo ambiente, e secondo alcune fonti l’aggressore avrebbe invocato Allah mentre lo accoltellava. “La storia di Aslayan ha raccolto poca attenzione all’estero: in assenza di sospetti presidenziali e tracce di oligarchi, la stampa straniera ha mantenuto un profilo piuttosto basso sulla vicenda”, scrive il quotidiano.

L’Alta Corte britannica, scrive La Stampa, ha deciso di respingere il ricorso del capo di Wikileaks Julian Assange, ricercato dalla Svezia con l’accusa di aver stuprato una donna e di averne molestata un’altra. Il presidente della Corte suprema ha spiega che l’unica valutazione che compete alla corte è se le garanzie legali per gli imputati siano le medesime a Stoccolma e a Londra. Le norme europee dicono che la richiesta di estradizione è valida se l’avanza l’autorità giudiziaria. Il fatto che quella di Stoccolma provenga dal procuratore ha fatto sollevare una eccezione ai legali di Assange, che hanno ottenuto un rinvio di 14 giorni per un nuovo pronunciamento dell’Alta Corte. Ma “non è mai successo che la Corte abbia riaperto un caso”, dice il quotidiano torinese.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini