IL Corriere della Sera: “Il governo prende tempo sull’Imu. Saccomanni: l’acconto di giugno sarà sospeso. Ma il decreto slitta”. Nell’occhiello si parla di “tensioni sulla giustizia, da Napoli la richiesta di processo per Berlusconi. Il Pdl va in piazza: vogliono azzerarci”. A centro pagina: “La Convenzione non si farà. Percorso in Parlamento per decidere le riforme”. In evidenza a centro pagina: “Grillo sferza i suoi sulla diaria: lista nera. Ma poi frena”.
La Repubblica apre sintetizzando le parole di Berlusconi: “’I giudici vogliono eliminarmi’”, “Berlusconi va in piazza. I pm di Napoli: a processo per i senatori comprati”. Sul Pd: “Pd, battaglia di veti, caos sul segretario”. E poi una intervista a Franco Marini: “Non è solo colpa di Renzi”. In taglio basso: “Niente Imu a giugno, slitta il decreto”.
La Stampa: “Casa, a settembre la nuova tassa. Si cercano i fondi per il decreto”, “Berlusconi, chiesto il rinvio a giudizio a Napoli: ‘Vogliono farmi fuori”. Sotto la testata, la visita del segretario di Stato Usa in Italia: “Kerry: no ai missili russi a Damasco”.
Il Foglio: “Conferenza di pace sulla Siria what? Putin vende missili ad Assad”, “tanto entusiasmo per nulla”. A centro pagina, i titoli rossi sono per la decisione di Enrico Mentana di abbandonare Twitter. E il richiamo ad un lungo articolo di Matt Labash pubblicato dal Weekly Standard, dedicato a Twitter: “Il declino della civiltà occidentale 140 caratteri per volta”.
Il Giornale: “Le mani dei Pm sul Parlamento”. E poi “Sull’Imu Letta parte male: il Pdl blocca la porcata”.
Libero: “Ci prendono per l’Imu”, “fumata nera al primo consiglio dei Ministri. E il prossimo rischia di approvare solo il rinvio del pagamento da giugno a settembre, e nessun intervento per le imprese schiacciate dalla tassa”. A centro pagina, con vignetta di Benny: “Grillo dà ai grillini la tv in cambio della diaria”. In taglio basso: “Pdl in piazza contro i giudici anti-Cav”.
Il Fatto: “Berlusconi assale i giudici, il Colle e il Pd tacciono”. A centro pagina: “Riina elogia Schifani, ‘lui? Una mente è’”. Ci si riferisce ad una intercettazione dei colloqui del capo di Cosa Nostra nel penitenziario di Opera nel 2008. In taglio basso: “Indennità a 5 Stelle. Grillo: ‘Chi si tiene i soldi è un pezzo di merda’”.
L’Unità: “Giudici, il Cav torna in piazza”, “Berlusconi di nuovo scatenato sulla giustizia: i magistrati mi vogliono far fuori”. A centro pagina foto dall’assemblea dei parlamentari M5S, con il titolo: “Diaria, M5S contro Grillo: abbiamo famiglie bisognose”. Sull’assemblea Pd: “Ipotesi Speranza, ma nel Pd non c’è l’accordo”. In taglio basso, “Cig e Imu, tensione nel governo sul decreto”.
Il Sole 24 Ore: “Altolà a sorpresa su Imu e Cig”. Di spalla: “Napolitano: va fermata la violenza anche verbale, può diventare eversione”.
Imu
Scrive Il Sole 24 Ore che per la sospensione del pagamento dell’Imu di giugno sulla abitazione principale e il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga occorrerà attendere il prossimo Consiglio dei ministri. Quello riunitosi ieri avrebbe dovuto dare l’ok al decreto legge, ma la riunione si è incagliata su due scogli: la sospensione del pagamento dell’Imu anche per una parte dei capannoni industriali, e la copertura “ballerina” per la nuova dote da garantire alla Cig. Probabilmente il dossier verrà esaminato nel corso del “ritiro” della squadra di governo in una abbazia toscana, nel fine settimana, anche se il varo vero e proprio dovrebbe avvenire la prossima settimana al ritorno del ministro dell’Economia Saccomanni da un minitour europeo.L’ipotesi più probabile è uno slittamento al 16 settembre dei pagamenti dell’Imu sulla abitazione principale.
Secondo Il Giornale, è stata raggiunta una intesa per approvare il pacchetto che comprende l’imposta sulla prima casa e i sussidi per i cassintegrati, con un rinvio all’inizio della prossima settimana. Saccomanni ha spiegato che è stato preso l’impegno di ridefinire l’imposta “entro cento giorni dalla data di scadenza della prima rata”: quindi, scrive Il Giornale, entro settembre ci sarà la riforma definitiva.
La decisione – scrive Il Sole 24 Ore – per il governo va calibrata in modo da non modificare i saldi di finanza pubblica, e va letta alla luce delle prossime scadenza europee, prima tra tutte l’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo, attesa per il prossimo 29 maggio. Se l’esito sarà positivo si apriranno nuovi e più incoraggianti scenari, ma fino ad allora i dati trasmessi dall’Italia a Bruxelles vanno confermati. Saccomanni, proprio lunedì a Bruxelles, all’Eurogruppo, confermerà sia i dati attuali sui conti pubblici che le prospettive a medio periodo.
Il Corriere sottolinea anche come il ministro dell’Economia abbia confermato che per le seconde case, così come per negozi e capannoni industriali, resta la scadenza del 17 giugno.
Intanto, scrive Il Sole 24 Ore, un terzo dei Comuni rivede l’aliquota Imu, e il 20 per cento l’ha alzata” per quel che riguarda negozi, affitti e seconde case.
La Repubblica intervista il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Con la sospensione dell’Imu ci vengono detratti altri 70 milioni, dimenticando che in Italia il 60 per cento degli investimenti viene dai Comuni. Motivo in più per la necessità di una deroga al patto di stabilità per gli investimenti”. Come faranno, sindaco, i comuni? Per Pisapia “quelle somme devono essere restituite in qualche modo ai comuni, altrimenti vuol dire strangolarli e cancellare la possibilità di un rilancio della economia e della occupazione”. Aggiungo: “Legittima la scelta del governo Letta, ma si potrebbe pensare a un punto di equilibrio. Non tutti hanno la stessa condizione economico-sociale, la Costituzione dice che chi ha di più deve pagare di più”.
Il quotidiano intervista anche il sindaco leghista di Verona, Tosi. In questa città hanno appena portato l’aliquota Imu sulla prima casa dal 4 al 5 per mille. E’ stato necessario, spiega Tosi, “per far quadrare i conti del Comune”. Ma a giugno quei soldi non arriveranno più, e Tosi tuona: “Hanno fatto un pasticcio solo per accontentare Berlusconi”. Tosi conferma che anche la Lega è stata e resta per l’abolizione dell’Imu, e dice che il fatto che si sia trattato di un rinvio “è l’aspetto più preoccupante, perché si dice ai cittadini di non pagarla, ma senza stabilire, almeno per il momento, come si compensano le mancate entrate dei Comuni”.
Pd
Si è riunita anche ieri la Commissione di garanzia del Pd, formata da Marina Sereni, Ivan Scalfarotto, Luigi Zanda, Roberto Speranza, David Sassoli ed Enzo Amendola, per arrivare all’assemblea di sabato con una proposta in grado di unire il partito, per eleggere il segretario reggente che dovrà portare al Congresso d’autunno. L’Unità scrive che Pierluigi Bersani ha incontrato i suoi, una cinquantina, ed ha spiegato che sul nome del capogruppo Roberto Speranza può esserci convergenza. Il giovane turco Matteo Orfini boccia la candidatura di Speranza che, dice, nasce come una operazione di corrente. E’ l’annuncio di una battaglia che i giovani turchi, secondo L’Unità, sono intenzionati di portare fino in fondo, e che probabilmente vedrà al loro fianco parecchi dalemiani. Il quotidiano riferisce anche le parole di D’Alema: “Io voto sempre a favore. Ho sempre votato i candidati proposti. Sono disciplinato”.
La Repubblica titola: “Pd, tra i veti incrociati di corrente riprende quota il reggente esperto”. Il quotidiano parla di un “caos totale”, di possibile “tutti contro tutti” alla assemblea. E racconta anche di un gruppo di misteriosi militanti che starebbe lavorando “sulla black list dei manovratori anti Prodi. Sembra siano pronti a mettere l’elenco (molto presunto) dei 101 parlamentari che non hanno votato il professore presidente della Repubblica su internet. Se dovesse succedere domani “sarebbe una bomba”, chiosa La Repubblica. Il quotidiano intervista peraltro proprio lo stesso Roberto Speranza, il possibile “traghettatore”, che però sembra tirarsi fuori. “Io sono innamorato del mio lavoro di capogruppo. La mia ambizione oggi è guidare il gruppo, non il partito”. Speranza peraltro sottolinea che “la personalizzazione della politica è uno dei limiti di questa fase, perché non basta una persona, non servono demiurghi, serve uno sforzo collettivo di ricostruzione”. Sullo stesso quotidiano, anche una intervista a Franco Marini, sul cui nome per il Quirinale i Democratici si sono spaccati. Presidente Marini, si sente rottamato? “Se do uno schiaffo a uno, prima o poi quello me lo ridà. Però- questo è il punto, è la teoria della politica – le cose vanno fatte quando è giusto farle. La ‘rottamazione’ non è colpa di Renzi, che pure di colpe e di superficialità ne ha un quintale, ma del partito. Doveva tappare la bocca a chi diceva a personalità che avevano ancora da dare, di accomodarsi alla porta. Alle primarie io sostenni Bersani. Che Renzi si vendicasse nei miei confronti è nelle cose”.
Sulla contestazione dei militanti ad un governo con Berlusconi, Marini dice: “Trovo che sia al di sotto delle nostre capacità di intelligenza lasciare che Berlusconi diventi il difensore di questo governo. L’Esecutivo lo guida Enrico Letta, il vicesegretario del Pd, forse la migliore scelta per il Paese, perché ha esperienza e la grande scuola di Andreatta alle spalle. Il Pd è per l’alternanza, non per le larghe intese, e quello resta l’obiettivo. Ma dopo 50 giorni dalle elezioni e un Paese in ginocchio su occupazione, sviluppo e tenuta sociale, quindi democratica, formare un governo era indispensabile. Il Presidente Napolitano ha giustamente richiamato il principio di realtà”. Ma le larghe intese rischiano di portarvi ai minimi termini di consenso, obietta il cronista. Marini risponde: “Bisogna dire la verità chiara e dura. Bersani in assemblea deve fare il discorso introduttivo, non affidarlo a chissà chi. E’ un dovere per il segretario dimissionario, non può arretrare”. Un nome per il successore di Bersani? “Ci vuole un segretario che abbia un peso per andare a un congresso rifondativo del Pd. I ‘curatori fallimentari’ si facciano da parte”. Lei si candida? “Io? Non mi votano, sarei molto bravo. Epifani lo vedrei bene, ma ce ne sono altri”.
La Stampa intervista Rosy Bindi, presidente dimissionaria dell’Assemblea Pd.: “E’ l’anniversario dell’assassinio di Aldo Moro – dice – e io non accetto paragoni tra allora e oggi. Nel 1976 si affrontò l’emergenza cercando di costruire il futuro, adesso tentiamo – malamente – di chiudere con il passato. E’ per questo che noi dobbiamo sostenere con lealtà il governo, ma sapendo che non è il governo del Pd; io, personalmente, farò quanto possibile, ma avendo chiaro che il Pd che ho in testa – e non credo di esser la sola – è un partito alternativo alla destra. L’idea che è giunto il tempo di una pacificazione con il berlusconismo è irricevibile. 20 anni di storia non si cancellano così”. Per la Bindi serve un segretario che non venga dal gruppo dirigente, che ha fatto tanti errori. Altrimenti tanto vale chiedere a Bersani di restare fino al Congresso”; un segretario che gestisca al partito fino al congresso con collegialità.
Sullo stesso quotidiano, intervista a Goffredo Bettini, che si dichiara pronto a fare il segretario di un nuovo partito a sinistra: “La mia idea è che si debba creare un nuovo soggetto politico di tutta la sinistra e di tutti i moderati che guardano a sinistra. Non solo una semplice sommatoria tra Pd e Sel, per capirci. Ma molto di più. Una casa comune, nella quale possano trovare posto tutti coloro che in questi anni ci hanno consentito di vincere le ultime elezioni amministrative”. Il partito potrebbe anche cambiare nome, per segnalare la novità politica, e Bettini propone “Il Campo”, “proprio per dare l’idea di una cosa nuova e aperta”.
Berlusconi
La Repubblica scrive che Berlusconi non rischia solo a Milano, ma anche a Napoli, dove la Procura chiede il rinvio a giudizio nell’inchiesta sulla compravendita dei senatori per “sabotare” il governo Prodi. L’ex premier è imputato di corruzione con l’ex parlamentare Sergio De Gregorio e l’ex direttore de L’Avanti Walter Lavitola. De Gregorio, eletto nel 2006 a Palazzo Madama con l’Idv, ha raccontato ai pm di aver ricevuto tre milioni per passare al centrodestra. Un milione arrivò con bonifico alla associazione “Italiani nel mondo”, altri due in nero attraverso Lavitola. Sarà il Gip di Napoli a dover decidere se mandare a processo Berlusconi per corruzione. La Procura di Napoli, con i pm Woodcock e Piscitelli, avevano chiesto il giudizio immediato dei tre indagati: saltando la fase dell’udienza preliminare, sarebbe iniziato subito il dibattimento. Ma la richiesta, il 18 marzo è stata respinta. Il Gip Marina Cimma, ricorda La Repubblica, ritenne “tutt’altro che evidente” la prova del “patto corruttivo” e sarà quindi necessaria l’udienza preliminare, che secondo il quotidiano sarà fissata a breve. Scriveva ancora il Gip, come riferisce La Stampa, che essendo la prova tutt’altro che evidente, all’esito di una attenta ed approfondita disamina delle dichiarazioni rese da Di Gregorio “deve pertanto concludersi nel senso che le indagini svolte, non consentono di ritenere allo stato superflua la celebrazione dell’udienza preliminare in vista delle celebrazioni del dibattimento”. Per la celebrazione del processo immediato – scrive ancora La Stampa – la prova deve risultare univoca, e “insuscettibile di particolare sviluppi in virtù degli apporti argomentativi consentiti alle parti nella udienza preliminare”. E questo per il gip è un punto dolente, secondo La Stampa: perché Berlusconi non si era reso disponibile nelle tre date indicate dalla Procura di Napoli per essere interrogato prima della decisione del processo immediato. E i pm avevano bocciato l’indicazione di data alternativa per l’interrogatorio. Ha scritto il Gip motivando la bocciatura della richiesta di processo immediato: “Gli accertamenti bancari risultano tuttora in corso, sicché ai fini della dimostrazione dell’esistenza dei flussi di denaro provenienti da Silvio Berlusconi, si deve necessariamente ricorrere alla prova testimoniale”.
Su Il Giornale: “La Procura di Napoli ci riprova dopo il flop. Vuole il Cav alla sbarra. Chiesto il processo per la presunta compravendita dei senatori, eppure a marzo il Gip aveva negato il giudfizio immediato”.
Internazionale
Ampio spazio sui quotidiani per la visita del Segretario di Stato Usa iKerry in Italia. Sul Corriere: “Kerry ringrazia Roma, ‘ruolo fondamentale nella crisi siriana’. Bonino: i nostri rapporti tornano utili”. Kerry ha risposto anche ad una domanda relativa ai 144 missili russi che, secondo le anticipazioni del Wall Street Journal, sarebbero in arrivo per potenziare gli arsenali militari del presidente siriano Assad, rendendolo in grado di contrastare con efficacia un eventuale blocco del suo spazio aereo da parte di una coalizione internazionale. Kerry ha premesso di essere “grato” alla “buona volontà” del Presidente russo Putin nel “provare” ad adottare nuovi criteri per spingere Assd e i suoi oppositori ad un negoziato. Sulla questione dei missili, che preoccupano Israele, poiché hanno una gittata di 125 miglia, “abbiamo già dichiarato”, ha detto Kerry, che i missili sono potenzialmente destabilizzanti riguardo allo Stato di Israele. Abbiamo reso cristallino di preferire che la Russia non fornisca loro assistenza”.
La Stampa: “Kerry: no ai missili russi ad Assad”, “’Fornire gli S-300 è potenzialmente destabilizante’”. Intanto il movimento sciita libanese Hezbollah, per bocca del suo leader Nasrallah, ha ribadito ieri il sostegno alla Siria, e ha rivelato che Damasco gli fornirà “armi che faranno la differenza”. E gli insediamenti dei coloni israeliani nei territori palestinesi, informalmente sospesi proprio nel corso dell’incontro tra la ministra Livni e Kerry a Roma, sono ripresi.
Il Foglio si occupa estesamente del sistema dei missili terra-aria S-300: ieri Israele ha chiesto alla Russia di non vendere al governo di Al Assad questo sofisticato sistema di difesa aerea, che renderebbe la Siria “impermeabile” agli attacchi dall’esterno. L’S-300 è un missile terra-aria capace di intercettare e abbattere aerei e anche missili in un raggio di circa 230 km. Secondo il WSJ il pagamento di 900 milioni di dollari da parte di Damasco è già cominciato, e la prima consegna avverrà entro tre mesi. In totale arriveranno 144 missili, divisi in sei batterie, e anche due squadre di consiglieri militari russi per addestrare i isiriani. E’ un missile – scrive il Foglio – capace di cambiare i rapporti di forza nell’area, e negli ultimi anni anche l’Iran ha molto insistito, senza successo, per averli dalla Russia, e rafforzare così le sue difese contro gli strike aerei dall’esterno, come quelli che potrebbero arrivare contro i siti del suo programma atomico-militare. Il Presidente russo Putin sta concedendo ad Assad un grande favore, ovvero l’immunità aerea, e la notizia arriva proprio mentre alcuni senatori americani chiedono all’Amministrazione Obama di colpire l’esercito siriano, come Israele ha fatto già 4 volte a partire da gennaio. Secondo il WSJ Putin potrebbe anche fare di più, trasferendo alla Siria gli ancora più temuti missili Sa-5, che per la loro gittata possono colpire gli aerei americani mentre partono dalla base di Cipro, la più avanzata nel caso alla Casa Bianca decidessero di agire.
E poi
Alle pagine R2 de La Repubblica si parla di Katy Osborn Russel, moglie di Tamerlan Tsarnaev, che “adorava Sex and the city” e si è convertita all’islam dopo aver conosciuto, all’università di Boston, il terrorista. Gli investigatori l’hanno scagionata dai sospetti di complicità con il martito, e oggi ha ripudiato la vita con Tamerlan.
Su Il Foglio si torna a parlare del “boicottaggio” deciso dai ministri francesi che ieri erano invitati alle celebrazioni dell’Unione Europea a Firenze. I ministri Valls e Vallaud-Belkacem hanno disdetto la loro partecipazione quando hanno appreso che nel panel era previsto anche l’intervento di Tariq Ramadan, “il pericoloso dissimulatore”, come lo chiama Il Foglio. Inaccettabile che chi “come Ramadan sostiene una ‘moratoria’ delle lapidazioni femminili sia invitato a Firenze”, ha detto la Vallaud-Belkacem. Inoltre “Ramadan è uno dei predicatori che ha fatto di più per moltiplicare il numero dei veli in Francia, in nome di una lettura letteralista del Corano”, dice la ministra.
Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini