Il tema affrontato dalla magnifica mostra che i Doria Pamphilj propongono per la prossima stagione espositiva di Villa del Principe a Genova (dal 20 maggio al 25 settembre) è di innegabile, assoluta attualità. “Vanitas”, questo il titolo della rassegna, racconta, infatti, per mano di grandissimi artisti, aspetti diversi di una unica certezza: quella della caducità delle cose terrene. Quaggiù, sembrano voler indicare gli artisti con i loro capolavori, la Vanitas ha comunque sempre ragione di qualsiasi vanità.
Una collezione, quella dei Doria Pamphilj, ricca di opere spesso commissionate a sommi maestri: capolavori di pittura, scultura, oggetti decorativi, libri e musica, che nei secoli sono entrati a far parte del patrimonio di Famiglia. Un particolare sguardo trasversale permette di seguire lo sviluppo del tema della vanitas in diversi contesti storici e culturali, a partire dalle sue origini cristiane e dalla riflessione filosofica fino alle manifestazioni allegoriche in pittura e in oggetti d’uso come gli orologi settecenteschi che, coronati dall’immagine del Tempo armato di falce, ricordano la natura effimera della vita terrena.
Dal 20 maggio al 25 settembre, l’evento offre l’occasione di esporre, eccezionalmente a Villa del Principe, un gran numero di capolavori della storia dell’arte italiana europea. Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Caravaggio, Mattia Preti, Domenico Fetti, Andrea Sacchi sono solo alcuni dei nomi degli autori che straordinariamente vengono messi a confronto a Genova.
L’esposizione presenta, quale ‘campione’ famigliare del tema, il cardinale Benedetto Pamphilj, che, noto quale fortunato mecenate di artisti e musicisti, fu poeta egli stesso e scrisse, tra gli altri, il celeberrimo oratorio “Il Trionfo del Tempo e del Disinganno” musicato per lui da Georg Friedrich Händel nel 1707. Del resto, la riflessione del cardinale sulla Vanitas non si manifesta esclusivamente nella sua produzione di librettista, ma anche nella collezione artistica che egli raccolse e di cui ancora oggi si conserva testimonianza.
Sarà, quindi, il cardinale Benedetto ad accogliere ed accompagnare virtualmente il visitatore alla mostra, affidandolo poi ad una contestualizzazione storica finalizzata a orientare lo spettatore nell’analisi del tema.
Tre le sezioni tematiche che rappresentano la molteplicità di questioni legate alla Vanitas.
La prima sezione è dedicata alla pittura di genere e presenta una selezione di nature morte: espediente simbolico sovente adottato dai pittori per alludere alla caducità della vita. In collezione Doria Pamphilj sono innumerevoli i brani di pittura di questo tipo: tavole imbandite, vassoi di frutta matura, cacciagione accatastata e minuziosamente descritta dal naturalismo della pittura sei e settecentesca sono soggetti che con efficacia svolgevano il compito di ricordare allo spettatore la precarietà dell’esistenza.
Passando alla seconda sezione si abbandonano i soggetti profani per affrontare le origini religiose del tema. Vengono infatti esposte numerose immagini di San Girolamo, il santo studioso che traducendo l’Ecclesiaste importa nel mondo latino il concetto di Vanitas. Rispettando la disposizione settecentesca delle collezioni Doria Pamphilj nel palazzo di famiglia a Roma, si presentano, come pendant a San Girolamo, le immagini barocche della Maddalena che con la sua rinuncia ai valori effimeri della vanità femminile incarna una diversa sfumatura del trionfo sulla caducità delle cose mondane.
L’ultima sezione, dedicata al ritratto, è anche la più ricca e presenta una scelta di dipinti con elementi allegorici quali teschi, orologi, fiori e sarcofagi. Celeberrimo e perfettamente rappresentativo è il ritratto di Andrea Doria raffigurato anziano e malato in compagnia del suo gatto mentre lo scorrere inesorabile del tempo è scandito dall’orologio in primo piano.
La sezione è arricchita anche da una serie di ritratti e busti di filosofi antichi che, testimoniando della presa che il tema della Vanitas aveva anche in relazione alle sue presunte radici filosofiche, rendono conto di un vero e proprio genere in voga nel Seicento.
Ad accompagnare l’esposizione, oltre alle arie delle composizioni händeliane e ai testi del cardinale Benedetto, sarà una selezione di orologi, reliquie, piccoli oggetti decorativi, stampe e libri che da secoli svolgono la funzione di memento mori nei palazzi e nelle cappelle di famiglia.
Ma proprio perché nulla dura in eterno, la vita quaggiù deve dare gioia, bandendo tristezze e afflizioni. “Vanitas” potrebbe, infatti, essere letta come l’invito a vivere appieno il Presente, cogliendo il meglio che esso ci offre, come lo stesso Benedetto Pamphilj fece, dedicando la sua vita alle arti, alla musica, alla letteratura di intrattenimento. Ed ecco gli splendidi Saloni, gli affreschi di Perin del Vaga, i giardini rutilanti di fiori e profumi della Villa del Principe, da cinque secoli luogo di delizie dei Doria Pamphilj nel cuore di Genova.
“Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione Doria Pamphilj”
Genova, Villa del Principe, 20 maggio – 25 settembre 2011.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 17, escluso il giovedì.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 9 euro;
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(Da: Studio Esseci)