Giuseppe Marozzi (Alberto Sordi), addetto a un distributore di benzina vicino a Viterbo, riceve una sorprendente comunicazione dal Consolato Generale degli Stati Uniti d’America: recarsi a New York per abbracciare suo padre Lando (Vittorio De Sica) che lo ha abbandonato trent’anni prima. L’incontro tra i due avverrà durante uno “show” televisivo con Giuseppe vestito da gondoliere veneziano e suo padre detto Mandolino, da mafioso italo-americano. Giuseppe è entusiasta e commosso da questa insperata fortuna (riceverà come premio diecimila dollari e una macchina lussuosa), ma ben presto dovrà rendersi della realtà: suo papà è un uomo fasullo, pieno di debiti e il suo futuro in America sarà tutt’altro che roseo….
Alberto Sordi dopo la Germania (“I magliari”), la Svezia (“Il diavolo”) e l’Inghilterra (“Fumo di Londra”), torna a vestire i panni dell’italiano all’estero, questa volta anche come produttore e regista, oltre che come protagonista principale insieme a Vittorio De Sica. L’America che lui racconta non è quella mitica del successo per tutti, ma un mondo nel quale la lotta per conquistarsi un posto al sole è dura e difficile. Il film del 1967 ci mostra aspetti inediti della vita americana, come l’invadenza della pubblicità nei programmi televisivi con gli spot che interrompono la programmazione (una realtà ancora sconosciuta al pubblico italiano). Girato tra New York e la California, tra Las Vegas e Memphis, Un italiano in America si avvale dell’interpretazione strepitosa e autoironica di Vittorio De Sica, la cui vita privata è sempre stata condizionata dal demone del gioco. Sordi proseguirà anche negli anni successivi a rappresentare sul grande schermo l’italiano smarrito e confuso alle prese con la realtà di un paese straniero, come in “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, 1968; “Bello, onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”, 1971 e “Un tassinaro a New York”, 1987.