Pippo Delbono, regista e attore fuori dai canoni, è uno degli artisti italiani più conosciuti in ambito internazionale. Ed è anche un apprezzato autore cinematografico e narratore di storie raccontate con grande intimità. Fin dal debutto sulle scene ha creato un particolare linguaggio teatrale di grande forza espressiva, che comunica emozioni al pubblico. Ma è anche un personaggio scomodo e visionario perché tocca temi insoliti, molto vicini al cuore e alle emozioni.
Il suo recente spettacolo intitolato “La gioia”, in questi giorni in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano, ci accompagna in queste serate di giugno, quando per molti le vacanze sono ancora lontane e le cronache quotidiane non sono delle più allegre.
“ Penso alla gioia come a qualcosa che è l’uscita dal dolore, dalla lotta, dal nero, dal buio” ha detto più volte Pippo Delbono aggiungendo : ” Penso ai deserti, penso alle prigioni, penso alle persone che scappano da quelle prigioni, penso ai fiori”.
Come raccontare cosa sia l’incomunicabile gioia? Facendo i conti con il dolore, la morte, la follia, i sentimenti più estremi come angoscia, felicità, dolore, ma anche entusiasmo, il percorso della vita. Il vissuto di Pippo Delbono, ma anche quello di ciascuno di noi che viene coinvolto dalle parole del regista-attore. Perchè la vita è costellata di eventi che ci portano a essere quel che siamo. E sono gli eventi che accadono, giorno dopo giorno, e che diventano parte di noi, come la gioia, forse l’emozione più rara, o la meno celebrata.
Lo spettacolo di Delbono può regalare sorprese a chi ha deciso di lasciarsi trasportare dalle sue parole e dal susseguirsi delle scene, e seguire il ritmo della compagnia e di questa insolita ricerca della”gioia”.
E quasi come un augurio, la prima scena dello spettacolo “La gioia” di Delbono a teatro si apre con un personaggio che innaffia una pianta fiorita, e poi un’altra e un’altra ancora, fino ad arrivare, nella sequenza di immagini, movimenti e balli, a una scena con un grande giardino e un insolito clown vestito di bianco .
E alla fine dello spettacolo ci si ritrova in splendide creazioni floreali, che compaiono e crescono da ogni parte, mentre il pubblico si trova avvolto da una colonna sonora potente ed evocativa. Una decina di attori, di varie sembianze, si esibiscono in performance, danze e gesti che diventano narrazioni di personaggi e di storie diverse. E il pubblico si ritrova coinvolto in un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli come nella magia di un insolito circo.
Sulla scena compaiono centinaia di barchette di carta, sacchi di panni colorati, una girandola di maschere e di personaggi che parlano di storie personali e di emozioni, nel percorso, sempre unico, di un racconto semplice ed essenziale : “ gli oggetti, le clownerie, le barchette di carta, i fiori sono elementi che trasformano lo spazio, un impianto semplice, come nei miei primi lavori “, ha precisato il regista.
L’inno alla gioia, secondo Pippo Delbono è un percorso di formazione, diverso ogni sera, che lui conduce anche con i gesti, come un direttore d’orchestra. Diverso, replica dopo replica, è il pubblico di ogni età che assiste e partecipa emotivamente allo spettacolo. E di vario tipo è la reazione. Nella ricerca della gioia molti avvertono una certa melanconia. Almeno questa reazione hanno avvertito molti giovani interrogati. A una certa età si scatenano i ricordi e le reazioni di vario tipo, che non sono quasi mai gioiose, ma sempre suscitano riflessioni confortanti. E la presenza sulla scena di Pippo Del Bono, che conduce e commenta le scene illustrandole, sembra invitarci e accompagnarci nella direzione di una esaltante e coinvolgente intuizione di cosa sia la gioia. Soprattutto la gioia che nasce dal cuore e dall’amore. E può coincidere con un istante di felicità, o consolarci delle insoddisfazioni quotidiane.
I quesiti rimangono. Può forse essere utile consultare un libro dedicato a Pippo Delbono, che é ricco di riflessioni e auspici sul tema : ”La possibilità della gioia. Pippo Delbono “, autore Gianni Manzella (edizioni Clichy). Il libro accompagna il lettore alla scoperta di una affascinante avventura artistica . Una sorta di viaggio dentro il viaggio dell’artista verso una lontana e immaginaria Itaca. Quello che importa è il percorso,il viaggio.
“La Gioia”, di Pippo Delbono, al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 4 al 9 giugno