Due spettacoli, brevi ma intensi, uno dopo l’altro nella stessa sera, a sancire la maestria teatrale della regista Andrée Ruth Shammah, l’intensità dei testi (Massimo Sgorbani per entrambe le piece) e l’interpretazione vibrante di Sabrina Colle, Ivana Monti, Mario Sala.
Una messinscena capace di commuovere ed emozionare che lascia col fiato sospeso. Un testo scelto da Andrée Ruth Shammah per sottrarlo ai pregiudizi della catarsi consolatoria, per frugare nei sentimenti e per dar vita ad un teatro popolare, il cui modello rimanda a quello della tragedia greca. La regista ha realizzato uno spettacolo dalla particolare forza emotiva, che riesce a commuovere per la complessità delle storie che racconta, per l’ambiguità dei rapporti familiari, per la morbosità che li contraddistingue. Un teatro dall’impegno esistenziale, contro la noia, che vede in scena una grande attrice come Ivana Monti e due giovani come Sabrina Colle e Mario Sala che hanno contribuito al successo dell’operazione.
1) Dove ci porta questo treno blu e veloce
Dalla guerra del Kosovo all’ Italia: “una terra promessa”.
Torna in scena dopo aver emozionato e coinvolto il pubblico la scorsa stagione, il monologo di Sgorbani scelto da Andrée Ruth Shammah per Sabrina Colle.
Protagonista è una giovane donna che, con candore, emerge dallo scenario di guerra e di disperazione che stringe la sua terra, il Kosovo. Costretta a prostituirsi, la sua grazia la porterà a trasformare la caduta in una vera e propria ascesi.
La regista ben sceglie la strada del rigoroso scavo nell’anima della protagonista per mettere a nudo, senza patetismo, la sua frustazione e la sua debolezza. Una strada non facile che Shammah persegue con bella tensione guidando l’attrice lungo una prova aspra. Il treno blu evocato è il treno della libertà, della felicità, che una giovane donna abitante di un Kosovo distrutto dalla guerra, ha perso in partenza. E’ un sogno che lei coltiva con la speranza della disperazione e che la brava Sabrina Colle ben interpreta con pudore, raccontando la povera storia di una donna debole in un mondo di iene e opportunisti.
Magda Poli – Corriere della Sera
2) Le cose sottili nell’aria
Un grande teatro popolare nel segno della drammaturgia contemporanea. Dopo uno straordinario successo di critica e pubblico torna in scena Le cose sottili nell’aria, spettacolo intenso, drammatico e spiazzante di Andrée Ruth Shammah su testo di Massimo Sgorbani, autori tra i più interessanti del teatro italiano contemporaneo. Protagonisti Ivana Monti e Mario Sala nel ruolo di una madre e di un figlio che si alternano, senza incontrarsi, nel racconto delle proprie immense solitudini. Maniaco mediatico, Mirko è segnato nel corpo dalle violenze della comunicazione di massa, protagonista di una storia brutale. Gli dà voce inconfondibile Mario Sala, che biascica le sue parole da un cantuccio in fondo al palco, totalmente immerso nello stupore visionario nato dal suo lavoro di edicolante. A fare da contraltare al suo disperato tentativo di rispondere a quell’abuso c’è la madre – un’ Ivana Monti come non si era mai vista. Irrigidita negli affetti come nei movimenti, riversa sul marito morto, interlocutore fittizio di cui crede di cogliere la presenza fra i canali del televisore, l’amarezza di una vita di sbagli e occasioni mancate. Un’istantanea di ordinaria incomunicabilità quotidiana, che la regista mette in scena attraverso un rigoroso scavo nell’animo dei protagonisti, per mettere a nudo le loro debolezze, la loro fragilità, ma soprattutto il loro dolore. Straziante, tirannico, eppure vicino e riconoscibile, nella storia di ogni madre e di ogni figlio incapaci di amarsi.
Dal 18 al 29 maggio (no il 24!), al teatro Franco Parenti.
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