“Giorni felici” di Samuel Beckett, uno degli autori più noti del teatro dell’assurdo, va in scena, in prima nazionale fino al 21 aprile, all’Elfo Puccini di Milano
Un’opera in cui non succede nulla, ma che tiene incollati gli spettatori ai loro posti. Due esseri solitari in un mondo che si sta estinguendo. Non ci sentiamo così, a volte? “Giorni felici” è un dramma in due atti di Samuel Beckett del 1961, pubblicato in inglese nel 1962 e tradotto dall’autore in francese nel 1963 con il titolo “Oh les beaux jours”. A lungo stroncato dalla critica, “Giorni felici” è stato solo successivamente riconosciuto come uno dei momenti più alti del teatro di Beckett e una forte evoluzione rispetto alle sue prove precedenti. Invece di distruggere le forme teatrali classiche, Beckett prende il comune ‘dramma di conversazione’ per svuotarlo da tutte le sue componenti significative, fino a renderlo un pallido specchio della misera condizione umana.
Un critico ha detto che Beckett ha realizzato a teatro quello che sembrava impossibile: “un’opera in cui non succede nulla, ma che tiene incollati gli spettatori ai loro posti”. La vita scorre inesorabile, le gioie e i dolori, i ricordi, gli amori e le paure attraversano le parole dei suoi testi, in particolare “Giorni felici”, come una rapidissima corsa in bicicletta in una giornata d’estate. Da bambini non si ha paura di cadere e da grandi si vorrebbe avere quella stessa incoscienza.
Il teatro dell’assurdo di Beckett
Immersa fino alla vita in un cumulo di sabbia in pieno deserto, la protagonista Winnie è felice e sempre, al suono della campanella che scandisce la sua esistenza, accoglie con gioia un altro “giorno felice”. L’ottimismo e il sorriso non cedono mai alla tristezza. Winnie è intrappolata dentro il suo mucchio di sabbia ma non chiede aiuto agli uomini che passano e vanno. Felice, o costretta ad essere felice, non ha scelta se non quella di essere viva in un mondo che sta per estinguersi.
Elena Russo Arman è la protagonista, in qualche modo è Winnie, ha quello stupore nello sguardo che rende positiva anche la situazione peggiore. E renderà speciale anche la relazione con il suo Willie, Roberto Dibitonto, impegnato nel difficilissimo compito di punteggiare la loro vita incastrata in un deserto al confine del mondo. Due esseri solitari in un mondo che si sta estinguendo.
Dettagli dello spettacolo di Beckett
“Giorni felici” – fino al 21 aprile 2024
Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder
di Samuel Beckett – traduzione Gabriele Frasca – regia Francesco Frongia – scene e costumi Ferdinando Bruni – con Elena Russo Arman, Roberto Dibitonto – luci Roberta Faiolo, suono Lorenzo Crippa – assistente scene Marina Conti – capo macchinista Giancarlo Centola – produzione Teatro dell’Elfo – in accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Curtis Brown Group Ltd – di Samuel Beckett – uno spettacolo di Francesco Frongia
Orari: martedì ore 21, mercoledì/giovedì ore 20, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30
Prezzi: Intero € 34 – Ridotto over65 anni € 18
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Informazioni: +39 02.00.66.06.06 – bigletteria@elfo.org