Il racconto della commedia umana di una coppia disegnato in tre atti unici che fotografano la vita di due sposi in momenti diversi del percorso insieme.
In questo triplo racconto si è cimentata una nuova coppia teatrale composta da due già affermati e brillanti attori: Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi.
“Due di noi”, rappresentata la prima volta a Londra nel 1970, è del commediografo inglese Michael Frayn del quale è molto più nota la commedia “Rumori fuori scena”.
Le tre fotografie sceneggiate sono abbastanza indipendenti e non hanno alcuna concatenazione temporale.
Nella prima scena, due giovani sposi ripercorrono il loro viaggio di nozze ….in tre. Infatti sono accompagnati dal figlioletto da poco nato. Il bimbo, come tutti i neonati del mondo, non ha ben chiara la differenza tra giorno e notte e vuole, non desidera, che le sue esigenze siano esaudite senza se e senza ma. Ovviamente questo impegno assoluto può stravolgere la mente di chiunque ed infatti la coppia è al limite e con continuità la tenerezza, la rabbia, l’amore, il ricordo si alternano. I protagonisti, Savino e Solfrizzi, brillantemente alternano espressioni e toni recitativi.
L’incomunicabilità tra due coniugi senza età è il tema della seconda parte. La coppia questa volta è formata da un serio professionista e da una pittrice, forse senza più fama, che ha trovato nell’alcol un po’ di soddisfazione. Sottotitolo di questa parte potrebbe esser “Il signor scarpetta ed una bottiglia di gin” ed è quasi un monologo della moglie che parla, dichiara, piange, ride, accusa e si difende ed un marito che, mentre continua a leggere, agita il suo piede a seconda di quanto la moglie, sempre più sbronza, dice.
Dopo queste scene, nelle quali sono affrontate con mano leggera e spirito brillante situazioni abbastanza tristi, la terza parte è un brillante prezzo di bravura dove Lunetta ed Emilio, sempre in scena, interpretano 5 personaggi.
Una giovane coppia non concorda bene gli inviti per una cena casalinga e si trova in casa una coppia di amici, che resta nell’ombra, una amica appena separata che arriva con il suo nuovo boy friend e il marito ormai restato triste e solo.
Con una tecnica da vaudeville, porte che si aprono e chiudono, e sfruttando la bravura camaleontica dei due protagonisti, la cena gestita in stanze separate si risolve brillantemente.
Molto simpatiche le due interpretazioni della Savino: il boyfriend hippy e trasgressivo e l’amica in una moderna minigonna brillante, con una improbabile megacapigliatura rosssa ed arrampicata su stivali pericolosamente instabili. Questa terza ministoria riporta un po’ di buonumore nel pubblico che aveva avuto più di un sorriso amaro nel corso delle due prime parti.
Lo spettacolo è sicuramente una prova di bravura dei due attori protagonisti unici e sempre in scena dal principio alla fine.
Lunghi applausi divertiti di tutto il pubblico sia in chiusura di ciascuna scena sia al termine dello spettacolo.
Si replica sino al 25 marzo.
Attilio A. Romita.