Al Teatro Franco Parenti di Milano, per ‘NA SPECIE DI CADAVERE LUNGHISSIMO

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 in , da Vitalba Paesano
‘NA SPECIE DI CADAVERE LUNGHISSIMO

un’idea di Fabrizio Gifuni- da Pier Paolo Pasolini e Giorgio Somalvico- regia di Giuseppe Bertolucci- con Fabrizio Gifuni
Produzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

dall’11 al23 gennaio, al teratro Franco parenti di Milano!

domenica 16 gennaio ore 18, dopo lo spettacolo, avrà luogo un incontro su Pasolini con Fabrizio Gifuni, Marco Belpoliti, Carla Benedetti e Giorgio Galli. 
Modera il prof. Roberto Carnero

! lunedì 17 gennaio ore 18.30 Fabrizio Gifuni incontrerà il pubblico presso la Sala del Grechetto – Biblioteca Sormani, via Francesco Sforza 7, Milano. Interviene Giuseppe Genna 

Fabrizio Gifuni affronta un lavoro particolarmente ambizioso: trovare il nodo poetico che ha unito Pier Paolo Pasolini ai suoi assassini. Sotto la guida del regista Giuseppe Bertolucci, nasce “‘Na specie de cadavere lunghissimo”, un progetto che mette insieme i testi più polemici e politici di Pasolini (fra cui “Scritti corsari”, “Lettere luterane” e l’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo poche ore prima di morire) a un poema di Giorgio Somalvico (“Il pecora”), che costringe in metrica il delirio di un assassino, proprio a sottolineare l’incontro/scontro fra due diversi punti di vista sulla cultura popolare.

(…)Il testo, nato da un’idea di Fabrizio Gifuni, unico interprete, mischia infatti una finissima scelta di brani, presi soprattutto da “Scritti corsari” e “Lettere luterane”, che denunciano il “nuovo fascismo” di una gioventù manipolata dai media, anticipandoci un nitido specchio dell’odierna Italietta, con quelli in cui il poeta rivendica una sua seconda “vita violenta”, e contrappone con insistenza i padri ai figli. Gifuni se ne assume le parole con piglio polemico, gli occhi negli occhi degli spettatori seduti ai loro tavolini come in un cabaret, e, dopo essersi offerto come “figlio” citando versi della “Meglio gioventù”, si denuda della mise di ragazzo e indossa un completo bianco con cravatta per assumere a contrario la parte dell’altro, del figlio borgataro, cioè di Pino Pelosi, e per interpretare “Il Pecora”, travolgente monologo interiore scritto in endecasillabi in un romanesco reinventato dal milanese Giorgio Somalvico. E l’attore entra con forza nella seconda pelle di questa preziosa serata. – Franco Quadri, La Repubblica, febbraio 2004

Fabrizio Gifuni, ormai nei trent’anni, è uno dei nostri giovani attori più affidabili, è versatile e intelligente, è colto e preparato. I(..) Ed è proprio con Giuseppe Bertolucci che lo abbiamo ritrovato in uno spettacolo teatrale per più versi intrigante, inquietante. ‘Na specie de cadavere lunghissimo” è un monologo diviso in due parti. Il tema è…Pasolini, e sempre siamo (anche) nel cinema, ma qui prevale giustamente il Pasolini della realtà, la sua straordinaria intelligenza del tempo, nella prima parte in cui Gifuni “dice” con una sorta di implacabile e serena crudeltà le opinioni del poeta e regista sul declino della nostra civiltà, prendendo dagli Scritti corsari, dalle Lettere luterane, dalle ultime interviste. Qui Gifuni è di una bravura sorprendente, è semplice di una lavoratissima semplicità che non concede nulla ai vezzi e vizi del “teatro di parola” o di “orazione civile” così alla moda. Non è Pasolini, né lo imita, è la sua voce, è il pensiero di Pasolini. Nella seconda parte il discorso cambia e (…) si trasforma (…) in “Pino la rana”, cinico assassino gratuito, esaltato, volgare, che esprime la sua esagitata rovinosa incapacità di capire in una scomposta dismisura di gesti e di grida (…). – Goffredo Fofi, Film Tv


Fabrizio Gifuni, con la nitida, tesa regia di Giuseppe Bertolucci e un intelligente lavoro drammaturgico, passa da Pasolini, che vede il mondo intero, al delirio del ragazzetto che vede solo se stesso in quella notte di dolore, sgommate e sangue. E’ bravissimo, pacato e travolgente, ragionatore disilluso e povero violento pupazzo, è un uomo vittima e carnefice di se stesso. Da non perdere. Magda Poli, Corriere della Sera, 5 febbraio 2006

dal 11 al 23 gennaio| Sala Grande | mar, gio, ven* ore 21.15 | mer, sab ore 19.30 | dom ore 16.30 | lunedì riposo                                                                                       

* ven 21 >> ore 21.45
Biglietti: Intero € 32, Ridotto convenzioni € 22,  over 60/under 25) € 16 , under18 € 10.00