Al Teatro Franco Parenti, a Milano, tre debutti in una settimana

Pubblicato il 16 Ottobre 2014 in , da redazione grey-panthers

La prossima settimana il teatro Franco Parenti propone tre importanti debutti: ‘Il Lavoro di Vivere’, una storia d’amore di Hanoch Levin, ‘Diario del Tempo: l’Epopea Quotidiana’, epopea quotidiana di persone comuni scritta da Lucia Calamari e ‘Fara’ Giorno’, la commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi

 

IL LAVORO DI VIVERE

P R I M A  N A Z I O N A L E

Di Hanoch Levin

Traduzione di Claudia Della Seta e Andrée Ruth Shammah

22 ottobre – 21 dicembre 2014

Andrée Ruth Shammah, complice la genialità di Carlo Cecchi, sceglie di far conoscere al pubblico – con oltre due mesi di recite! – i brillanti dialoghi intrisi di tragica ironia, di un autore vincitore di prestigiosi riconoscimenti (Premio Bialik per la letteratura 1994) ma ancora pressoché sconosciuto in Italia: Hanoch Levin.

Autore di oltre cinquanta testi fra commedie, tragedie e satire, la sua scrittura è una combinazione di dramma umano, sarcasmo e sollievo comico, i suoi eroi vivono in una doppia gabbia, con sogni infranti e movimenti vincolati dalle catene delle convenzioni sociali.

Il lavoro di vivere è una storia d’amore di due persone di mezza età, in cui l’amore appare a barlumi in mezzo a un mare di insulti, parole durissime e rimpianti. Ma quei barlumi, restano folgoranti.
Intorno a Yona e Leviva, i due protagonisti, il terrore della morte, accanto a loro la fine della giovinezza, dietro le spalle l’infanzia che vorrebbero riprendersi a tutti i costi… e la grande domanda: “Ma che è successo? Dov’è finito tutto quello che mi era stato promesso? Dov’è finita la mia bella favola?”.
L’improvviso arrivo di Gunkel, terzo personaggio della storia, sarà risolutivo per tutte queste domande.
Ma dentro Yona e Leviva, e soprattutto, nello sguardo di Yona verso Leviva, un legame fortissimo “né con te, né senza di te”, come il sentimento di Levin per la propria terra: amore e allo stesso tempo desiderio di allontanarsene per sempre, da quella terra ingombrante, intensa, totale, prepotente, invadente, eccessiva, irresistibile.

Scomparso nel 1999, Levin è il più grande drammaturgo israeliano, il cui debutto fu caratterizzato da rivolte del pubblico, del Ministero della Cultura e a volte anche dei suoi attori, per il carattere dissacrante, violento e “inaccettabile” delle sue opere, nelle quali demolisce con passione una serie di tabù, con un linguaggio carico di compassione per l’essere umano.

Un autore che non ha precedenti nella cultura ebraica.

Un altro racconto teatrale di Lucia Calamaro, a poco meno di due anni di distanza dal Premio Ubu del dicembre 2012 che ha riconosciuto al suo “L’Origine del Mondo” il “Premio per il Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica”, il “Premio come Miglior Attrice protagonista a Daria Deflorian” e il “Premio come Miglior Attrice non protagonista a Federica Santoro”.

 

DIARIO DEL TEMPO: L’EPOPEA QUOTIDIANA

prima parte in due atti

uno spettacolo scritto e diretto da  Lucia Calamaro

23 ottobre – 2 novembre 2014

Anche in DIARIO DEL TEMPO: L’EPOPEA QUOTIDIANA – prima parte in due atti, la scrittura di Lucia Calamaro muove da una donna, Federica, interpretata da Federica Santoro, ma per la prima volta in un suo lavoro entra in scena un uomo, Roberto, interpretato da Roberto Rustioni e c’è un terzo personaggio, Lucia, interpretato dall’Autrice.

Con il sottotitolo: prima parte in due atti, l’Autrice ci dice come la Storia che ci sta raccontando è aperta: un’epopea quotidiana di persone comuni, che può tentare trame diverse e tornare indietro più volte per cercare altre vite parallele, con un andamento seriale, libero di seguire esperienze e ricadute di tre solitudini.

Federica, quarantenne senza lavoro, vive sola e parla con sé, dentro di sé. Suo è il TEMPO, vuoto, di questo DIARIO, sua L’EPOPEA che vive ogni giorno per riempire quel tempo. I suoi comprimari, l’amico Roberto, un precario in part time e Lucia, che fa sporadiche supplenze di educazione fisica, non sono a contrasto. La fatica di non riuscire a vivere pesa su tutti e tre che pure, come è nello stile della Calamaro, a tratti sono buffi e, sebbene stretti nei limiti di una situazione che appare senza sbocchi, sfuggono a qualsiasi etichetta.

 

FARÀ GIORNO

commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi

24 ottobre – 2 novembre 2014

Dopo il grande successo di pubblico e critica riscontrato la scorsa stagione, torna il grande Gianrico Tedeschi in uno spettacolo che  Artisti Riuniti ha proposto per festeggiare i sessant’anni di presenza in scena di questo grande attore e maestro della scena italiana.

Quando Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla strada di Manuel, giovane bulletto di periferia con spiccate simpatie nazifasciste, il loro rapporto nasce già con tutte le caratteristiche dello scontro: Manuel, uscendo dal garage condominiale con una manovra scellerata, investe con l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia.

Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita di poker a due che tra azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due opposte visioni della vita e del senso della Storia.

L’inaspettato e improvviso ritorno a casa di sua figlia Aurora è, per Renato, l’evento che riapre la strada a dolorosi ricordi, ma anche alla speranza di una riconciliazione in cui ormai non credeva quasi più: li hanno separati trent’anni di silenzio e di lontananza ma, ancora prima di questo, la scelta di vita di Aurora e la decisione più difficile che un padre possa prendere.

Nell’ultimo e più importante confronto della sua vita, Renato si ritrova a trasmettere a due generazioni così diverse e distanti tra loro un’eredità che oggi sembra ormai dispersa, fatta dei più alti ideali di libertà e di responsabilità.

Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé.

Il testo, pur affrontando alcune importanti contraddizioni della società italiana e non censurando i momenti di commozione, mantiene intatte tutte le caratteristiche della commedia, dotando i due protagonisti di grande personalità, disincantata ironia e dialoghi vivaci e brillanti.

 

Info

tel. 02 59 99 52 06

biglietteria@teatrofrancoparenti.it

Sito : http://www.teatrofrancoparenti.it