“Gli innamorati “ di Carlo Goldoni, una commedia scritta nel 1758 dal grande commediografo veneziano, è uno spettacolo divertente e romantico che racconta l’amore di due giovani fra corteggiamento e seduzione. Nel testo di Goldoni la protagonista Eugenia appartiene alla nobiltà milanese decaduta e Fulgenzio è un personaggio della ricca classe borghese. Il fascino di questa storia di affetti spesso turbolenti ed emozionanti, non fa distinzione di classi sociali, è valida ancora oggi in un mondo totalmente cambiato, e coinvolge lo spettatore di tutte le età.
Perfetta la fusione del gioco scenico e dello studio dei personaggi che caratterizza la regia di Andrée Ruth Shammah, una storica regista da anni responsabile del Teatro Parenti e più volte premiata sia dal pubblico che dalla critica.
Per la regista è stato certamente importante il lavoro di scavo sul testo di Goldoni, così da far percepire al pubblico che le inquietudini amorose sono alla base di molte storie in tutti i tempi. Sulla scena, gli scontri amorosi dei due giovani innamorati scatenano una tensione che si comunica a tutti i personaggi della storia, parenti, amici, conoscenti. Sono personaggi molto vicini alla nostra sensibilità. Si può certamente parlare di una commedia moderna dove l’amore si manifesta a volte attraverso gelosie, musi lunghi, ripicche per ogni minima ombra o malinteso. Non sono rare le arrabbiature fra gli innamorati, spesso puerili come accade in tutti i tempi. Alle scene di incomprensione e conseguenti rotture seguono -come nella vita- i pentimenti, le suppliche e i solenni giuramenti di amore eterno. Sono dinamiche amorose che seducono non solo gli over-cinquanta : ci commuovono, ma possono anche farci sorridere. I giovani attori sono in perfetta armonia e le vicende sono sottolineate dalle scenografie di Gian Maurizio Fercioni e dalle musiche di Michele Tadini.