Il Chiostro del Bramante, a Roma in Piazza Santa Maria della Pace, presenta una mostra di grande attualità “ Gli Orientalisti. Incanti e scoperte nella pittura dell’Ottocento italiano”: una accurata selezione di circa una ottantina di opere, che raccontano l’Oriente nella pittura dell’Ottocento italiano, visitabile fino al 22 gennaio 2012.
Gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i resoconti di esploratori, faccendieri e ardimentosi avevano infiammato la fantasia del Vecchio Continente. Le cronache di piaceri proibiti, odalische, harem, hammam avevano fatto il resto. Poi c’era la voglia di saperne di più, di scoprire e capire terre geograficamente non tra le più lontane, eppure distanti per cultura, storia, atmosfere. Una malia che stregò molti artisti, alimentata da committenti altrettanto presi dal fascino di un Oriente vicino e, allo stesso tempo, lontanissimo. La mostra dà conto di questa ventata d’Oriente in pittura riconoscendo come punto d’avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Il veneziano non si mosse dall’Italia tuttavia si lasciò felicemente contagiare dal vento d’Oriente, dall’esotismo, dall’erotismo che al mondo arabo sembrava connaturato. E che colpisce un altro veneto, Ippolito Caffi, che decide di viverlo di persona in un lungo viaggio tra Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo da cui trae opere memorabili e un gusto che connoterà per sempre la sua pittura. Da Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il “Pellegrino del sole”, percorrono carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fa portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica.
Da Firenze parte alla volta dell’Egitto Stefano Ussi che in quel Paese, subito dopo l’apertura del Canale di Suez, lavora per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco con l’amico Cesare Biseo, anch’egli proveniente dalla corte del Viceré d’Egitto. Da questo viaggio i due traggono gli spunti per illustrare, magistralmente, “Marocco” di Edmondo De Amicis. Al fascino della scoperta che si fa suggestiva visione di mondi “altri” soggiacciono Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani Augusto Valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni, a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta la penisola dell’affascinante pandemia. Al contagio dell’Orientalismo non sfugge certo il Mezzogiorno d’Italia. Ne è testimonianza, a Napoli, Domenico Morelli che, senza mai aver messo piede nei territori d’oltremare, descrive magistralmente velate odalische, figure di arabi, mistiche atmosfere di preghiere a Maometto. Visioni esotiche soffuse di raffinato erotismo si ritrovano anche negli oli scenografici di Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, del siciliano Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti.
Gli Orientalisti. Incanti e scoperte nella pittura dell’Ottocento italiano
Roma, Chiostro del Bramante – fino al 22 gennaio 2012
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20. Chiuso il lunedì.
Biglietti: Intero euro 10; ridotto euro 8,50 (tutti i giovedì, per tutti)