Firenze si fa bella per celebrare i cinquecento anni dalla nascita di colui che la fece bella: quel Giorgio Vasari (1511-1574) artista aretino, autore de Le vite de’ più illustri pittori, scultori e architetti, che ha regalato alla città del giglio gli affreschi della cupola di Santa Maria del Fiore, il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e la Galleria degli Uffizi.
Ad aprire ufficialmente i festeggiamenti la mostra, allestita presso gli Uffizi fino al 30 ottobre 2011: “Vasari, gli Uffizi e il duca” che vede come oggetto proprio la fondazione degli Uffizi (1559-1560), un sistema architettonico a scala urbana risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de’ Medici, e Vasari, il suo artista prediletto.
Come rivela il nome, gli Uffizi erano anticamente destinati ad ospitare gli uffici delle 13 magistrature fiorentine ed esprime in forma architettonica la presenza fisica del potere a Firenze, esercitato dalla casata medicea sulle Magistrature o Arti.
La mostra, che prende le mosse dalla personalità dei protagonisti-artefici: il Duca e il suo artista, mette in primo luogo in scena l’assetto urbano tra palazzo Vecchio e l’Arno prima della costruzione degli Uffizi; poi illustra le tappe dell’ideazione e della costruzione del complesso, il cui cantiere si attesta come il più grande e impegnativo del Cinquecento a Firenze. Del monumento sono mostrate le specificità spaziali e figurative, tra cui spiccano le porte lignee delle Magistrature. L’organizzatissimo cantiere, saldamente retto dall’architetto militare Bernardo Puccini, è evocato da antichi strumenti di lavoro, cui si affiancano reperti che, annegati da secoli nel riempimento delle volte, sono stati da poco riscoperti.
Ma gli Uffizi sono anche frutto maturo di un ambiente artistico esuberante, polarizzato dalla corte e su cui incombe la terribile grandezza del genio di Michelangelo. Intorno ad esso ruotano protagonisti e comprimari: un ambiente competitivo, da cui Vasari, provinciale di Arezzo, è tenuto a distanza e combattuto, fino al suo trionfale ingresso (1554) al servizio del Duca. I due momenti, del rifiuto e dell’affermazione, sono illustrati in mostra attraverso le opere degli artisti che contrastarono l’ingresso di Vasari e di quelli che lo propiziarono. L’affermazione artistica di Vasari, che va di pari passo con la sua legittimazione politica, è sospinta, oltre che dalla sua attività artistica, dalla sua produzione storiografica, potenziata dalla fondazione dell’Accademia del Disegno. Le due edizioni delle Vite degli artisti (1550 e 1568), che conferiscono all’intraprendente provinciale una fama che travalica i confini del Ducato, sono in mostra a fianco dei suoi sonetti, delle lettere e dei disegni, oltre che degli statuti dell’Accademia, di cui fu tenace ispiratore.
Eccezionalmente, in occasione delle celebrazioni, rimane aperto al pubblico per un brevissimo periodo anche il Corridoio Vasariano, un passaggio lungo un chilometro realizzato in soli sei mesi nel 1565 per volere di Cosimo I de’ Medici su progetto dal Vasari, per collegare gli Uffizi a palazzo Pitti, allora residenza della stessa famiglia, che va da una riva all’altra dell’Arno passando sopra il Ponte Vecchio e regalando scenografiche viste sul fiume. Oggi il Corridoio Vasariano ospita una straordinaria collezione di autoritratti di artisti italiani e stranieri, la più grande del mondo, e molti ritratti di personaggi illustri di ogni età e nazione, oltre a dipinti italiani dei secoli XVI e XVII. La visita avviene esclusivamente su prenotazione (numero 055/294883) e a numero ristretto fino ad un massimo di 5 persone per gruppo.
Fra gli altri eventi pensati per approfondire la conoscenza di Vasari e del periodo storico di costruzione del Granducato di Toscana, è da segnalare il ciclo di conferenze dell’Accademia delle Arti del Disegno che dal 13 settembre al 13 dicembre vede in calendario professori universitari che delineeranno i rapporti del Vasari con la poesia, la lingua, gli apparati effimeri, lo spettacolo, il mondo religioso, l’Accademia del Disegno, le Vite.
Al Museo del Bargello la mostra “L’acqua, la pietra, il fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore” (fino al 18 settembre) rende omaggio all’altro architetto che con il Vasari ha dato la configurazione attuale del centro storico di Firenze. Il titolo allude al tema centrale dell’esposizione, ovvero alle tre importantissime Fontane, che l’Ammannati realizzò per commissione del duca Cosimo I: quella destinata al Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio; quella per la Piazza della Signoria (ovvero “del Biancone”); e quella per il giardino della Villa medicea di Castello.
A cura della Fondazione Horne, inoltre, al numero 8 di Borgo Santa Croce verrà aperto il Museo Casa Vasari, contenente l’Allegoria delle Arti.
A queste iniziative, si uniscono quella della Fondazione Palazzo Strozzi che realizza una cartina vasariana con circa venti siti della città Firenze legati alla vita e all’opera di Vasari e Ammannati, e quella degli Amici della Pergola che propongono un ciclo di letture delle Vite di Vasari.