Treviso è stata scelta dal Musée Rodin di Parigi per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo centenario della scomparsa di Auguste Rodin (1840 – 1917), completando così il programma di grandi esposizioni che quest’anno ha già coinvolto tra gli altri il Grand Palais a Parigi e il Metropolitan a New York: “Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet”, fino al 3 giugno al Museo di Santa Caterina.
A pesare su questa scelta ha contribuito il fatto che Treviso sia la città di Arturo Martini, il gigante della scultura italiana, e non solo, del Novecento, artista che guardò con interesse anche al grande maestro d’oltralpe. In Santa Caterina, che per l’occasione inaugurerà gli spazi integralmente restaurati della sala ipogea, intitolata a Giovanni Barbisan, saranno riunite oltre una settantina di opere, compresi i capolavori fondamentali, di Auguste Rodin. In un opportuno confronto tra sculture, anche di grandi dimensioni, e disegni. Perché, com’è noto, Rodin iniziò il suo percorso artistico frequentando la Petite Ècole, dove studiò soprattutto il disegno, avvicinandosi poi alla scultura.
In accordo con il Musée Rodin, il curatore Marco Goldin ha selezionato per questa rassegna 50 sculture e 25 opere su carta. Tra le prime saranno presenti tutti i capolavori più noti dello scultore. Dal “Bacio” (immagine della mostra) al “Pensatore”, al “Monumento a Balzac”, all’”Uomo dal naso rotto”, all’”Età del bronzo”, sino alle maquette, spesso comunque di vasto formato, delle opere monumentali, ovviamente intrasportabili o mai completate. I “Borghesi di Calais” e la “Porta dell’Inferno”, tra le tante.
A essere rappresentate al Santa Caterina sono tutte le tappe del percorso artistico dello scultore, percorso che mette in evidenza il suo fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale italiana. Così come la capacità di Rodin di trasformare la materia, rendendo morbido, sensuale, vibrante il marmo non meno che il gesso, prima delle fusioni in bronzo. Come documenterà anche il catalogo-monografia che accompagnerà la mostra. Inoltre sarà presente in mostra una grande e famosa tela di Edvard Munch, del 1907, che ritrae la statua del “Pensatore nel giardino del dottor Linde” (importante collezionista sia di Rodin che di Munch) a Lubecca. Non mancherà poi un quadro di Monet, tra gli altri presente nella celeberrima mostra Monet/Rodin che si svolse a Parigi nell’estate del 1889 nella galleria di Georges Petit. Esposizione che vide presenti anche tre delle sculture di Rodin comprese nel percorso trevigiano. Il confronto poi con Arturo Martini rientra a pieno titolo nel progetto che Marco Goldin ha messo a punto per questo importantissimo evento.
La monografica su Rodin in Santa Caterina sarà infatti collegata a un grande “Omaggio ad Arturo Martini” che coinvolgerà il rinnovato Museo Luigi Bailo. Al patrimonio del Bailo appartengono oltre cento opere di Martini: molte sculture, ceramiche e incisioni. Un corpus unico per importanza e varietà. Ai visitatori della mostra di Rodin sarà suggerito, anche grazie alla possibilità di godere di un biglietto ridotto per il Bailo, di ammirare, dopo il francese, il grande maestro di casa. Per catalizzare ulteriormente l’interesse dei visitatori ad aggiungere il Bailo al loro itinerario trevigiano, Goldin ha voluto proporvi anche una densa mostra monografica sull’altro grande artista trevigiano del Novecento europeo, Gino Rossi. Al nucleo di dieci opere dell’artista, patrimonio della Pinacoteca trevigiana, Goldin affiancherà un’altra dozzina di pezzi, a completare una “restituzione” di Rossi alla sua Treviso. Una retrospettiva su di lui mancava, in città, addirittura dal lontano 1974.
“Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet”– fino al 3 giugno 2018
Treviso, Museo di Santa Caterina
Orari: da lunedì a giovedì: 9 – 18. Da venerdì a domenica: 9 – 19
Prezzi: intero 14 euro, ridotto (over 65) 11 euro
Informazioni: +39 0422 3095 – info@lineadombra.it