Alla Fondation Beyeler di Basilea, fino ad aprile, le immagini di Jeff Wall sondano i confini tra realtà e finzione, casualità e costruzione
La Fondation Beyeler presenta, fino al 21 aprile, un mostra personale dell’artista canadese Jeff Wall. Wall, che ha contribuito in maniera determinante a consacrare la fotografia come forma d’arte autonoma, ne è oggi uno dei rappresentanti più significativi. Avvalendosi di oltre 50 opere prodotte nel corso di cinquant’anni, l’esposizione copre l’intero spettro del suo lavoro pionieristico, dalle iconiche trasparenze montate in lightbox alle fotografie di grande formato in bianco e nero e alle stampe a colori inkjet. La mostra si concentra poi in particolare sulle creazioni degli ultimi vent’anni, tra cui fotografie mai prima esposte al pubblico. La rassegna nasce dalla stretta collaborazione con l’artista.
In apertura: Jeff Wall “Milk”, 1984 – Transparency in lightbox, 187 x 229 cm – Collection FRAC Champagne-Ardenne, Reims © Jeff Wall
Le immagini di Jeff Wall
Nelle sue opere Jeff Wall sonda i confini tra realtà e finzione, casualità e costruzione. A partire dalla metà degli anni 1970 egli esplora modi per ampliare le possibilità artistiche della fotografia. Wall chiama i suoi lavori ‘cinematografia‘, individuando così nel film un modello di libertà creativa e inventiva che è ormai scivolato in secondo piano nella forma fotografica predominante, quella definita ‘documentaria’. Molte delle sue fotografie sono immagini costruite che non solo richiedono un’estesa pianificazione e preparazione, ma implicano anche la collaborazione con attori non professionisti e una complessa fase di postproduzione. Wall elabora rappresentazioni che smentiscono l’idea secondo cui la fotografia sarebbe in primo luogo una riproduzione fedele della realtà.
Nato nel 1946 a Vancouver, Canada, dove ancora oggi vive e lavora, Jeff Wall inizi a occuparsi di
fotografia negli anni 1960, con la fioritura dell’arte concettuale. A partire dalla metà degli anni 1970 esibisce fotografie stampate su grandi trasparenze montate in lightbox. Con questo formato, fino ad allora prevalentemente associato alla pubblicità, Wall ha introdotto nell’arte fotografica un nuovo metodo di esposizione dell’immagine. Dalla metà degli anni 1990 Wall ha più volte variato la sua gamma di
espressioni artistiche, dapprima con fotografie di grande formato in bianco e nero e, più recentemente,
anche con stampe a colori. Le sue opere sono state presentate in numerose mostre personali in tutto il
mondo, tra cui nel 2005 alla Tate Modern di Londra, nel 2007 al Museum of Modern Art di New York, nel
2014 allo Stedelijk Museum di Amsterdam e nel 2021 al Glenstone Museum di Potomac.
Le immagini di Jeff Wall si muovono tra nota documentaristica, composizione filmica e libera invenzione
poetica. Esse mettono gli spettatori a confronto con una pluralità di temi e motivi, con il bello e il brutto, con l’ambiguo e l’inquietante. Wall ritiene che la fotografia debba essere libera come ogni altra forma d’arte
nelle scelta tematiche e nella loro trasposizione – poetica come la poesia, letteraria come la letteratura,
pittorica come la pittura, teatrale come il teatro – e tutto questo senza rinunciare alle caratteristiche
peculiari del mezzo fotografico.
La mostra di Jeff Wall a Basilea
La mostra alla Fondation Beyeler prende il via nel foyer del museo con la giustapposizione di due opere
iconiche risalenti al 1999. Morning Cleaning, Mies van der Rohe Foundation, Barcelona illustra i lavori di
pulizia mattutini svolti nel famoso padiglione prima dell’arrivo del pubblico: un addetto è colto nell’atto di
pulire la grande vetrata sul lato rivolto verso il giardino, scena normalmente preclusa al visitatore. A Donkey in Blackpool ritrae una semplice stalla dove un asino sta riposando. Le due opere mettono in dialogo due mondi socio-culturali assai diversi, benché ad un’attenta osservazione si evidenzino tratti comuni, per esempio il fatto che uomo e animale siano profondamente radicati nel luogo in cui si trovano. La mostra tutta è concepita come una sequenza di accostamenti e contrapposizioni che evidenziano risonanze tra temi, tecniche e generi diversi.
La prima sala è dedicata a una serie di trasparenze in lightbox nelle quali predominano i paesaggi. Le sale seguenti raccolgono svariate scene prese sia in interni che in esterni, in spazi pubblici o privati. Le
immagini raffigurano gruppi di uomini e donne, persone povere o abbienti, giovani o anziani. Alcune sono
chiaramente molto rielaborate mentre altre a prima vista non sembrano essere state di difficile
realizzazione. Troviamo fotografie in bianco e nero, di piccolo o grande formato. Certe appaiono reali e altre inverosimili, ma tutte danno vigore e chiarezza agli umori, agli stati d’animo e ai rapporti più disparati.
Dettagli della mostra di Jeff Wall
“Jeff Wall” – fino al 21 aprile 2024
Fondation Beyeler, Baselstrasse 101 Basilea (CH)
Orari: tutti i giorni ore 10–18, mercoledì fino alle ore 20
Prezzi: intero 25 franchi – ridotto 12,50 franchi
Informazioni: Tel. +41 61 645 97 00 – info@fondationbeyeler.ch