Quella di Chod è una Provincia della Boemia che è una sorta di “isola dei sopravvissuti”. A essere sopravvissuta, intatta e più tenace che mai, è la cultura boema, in ogni suo coloratissimo dettaglio. In questa bolla etnografica a Sud di Pilsen (www.chodskeslavnosti.cz) che abbraccia undici paesi tutto è ancora come ieri: l’antico dialetto, i costumi dalle tinte vivaci –gonne ampie, grembiuli colorati, camice dalle maniche a sbuffo, gilet, fazzoletti annodati in testa per le donne- di cui si può ammirare una collezione nel museo nel castello Chodsky Hrad; braghe al ginocchio, calzini, giacche e gilet decorati e copricapo minimalisti per gli uomini-, le feste popolari, la cucina semplice ma golosa, i rituali religiosi, la musica di zampogne e violini e le danze tradizionali… Tra i must del turista a caccia di souvenir davvero unici le ceramiche dei Chod, rigorosamente decorate a mano, (a Klenci pod Cerchovem c’è ha anche un piccolo museo, www.chodska-keramika.cz), i merletti al tombolo, ormai prodotti da poche donne per lo più anziane nelle case di Postrekov e a Strazov, nella Provincia di Klatovy, nella Scuola di Merletti, il bordatino, tessuto di cotone tipico e resistente utilizzato da sempre nelle case e nell’abbigliamento, i vetri artistici, i giocattoli in legno e i golosi ciambelloni, simili a pizze dolci, con ripieno di ricotta, papavero o marmellata e cosparsi di mandorle e uvetta.
Qui matrimoni, nascite, Pasqua, Natale, Carnevale sono ancora feste della comunità, che si mobilita con gran fervore e con i vestiti belli, coloratissimi, di rigore persino per i neonati. Tra gli appuntamenti folkloristici più importanti, la sagra di San Lorenzo, in programma la prima domenica dopo San Lorenzo appunto (il 10 agosto). I festeggiamenti principali vanno in scena sul monte Vesela, vicino a Domazlice, ma il santo viene celebrato contemporaneamente anche a Mrakov, Tlumacov, Straz, Pasecnice e Havlovice. Quella di Domazlice è considerata tra le feste popolari più importanti e significative della Boemia e dell’intero Paese. Nell’intenso calendario di iniziative, concentrate per lo più alla porta della città e nel giardino ai piedi del castello, anche la rassegna nazionale dei gruppi folkloristici, che prevede zampogne, violini e clarinetti, canti (c’è per esempio il Jukacky, mutuato dallo jodel bavarese) e balli popolari (il più tipico è il cosiddetto cerchio di Chod, del XV secolo) e altre esibizioni legate alla tradizione.