Lecce, la bella del Sud

Pubblicato il 12 Ottobre 2008 in , da Vitalba Paesano

Splendida capitale del Barocco, è una delle più affascinanti e meglio conservate città d’arte del Sud Italia. La sua storia antica (ebbe origine da un centro messapico e fu Municipio romano nel III secolo a.C.) si mescola e si sovrappone alle influenze esercitate dai popoli che l’hanno dominata e abbellita lungo i secoli (Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi). Raggiunse, però, la massima fioritura nell’epoca barocca (XVII e XVIII sec), periodo in cui furono eretti molti degli edifici artistici della città. Buoni motivi, questi, per trascorrervi almeno un weekend.   

La mattina, la visita può partire da piazza Sant’Oronzo, il cuore di Lecce: vi si trova l’Anfiteatro romano, scoperto nel 1921, risalente al II secolo d.C. Di forma ellittica, ospitava fino a 20.000 persone ed era adornato di statue (oggi tutte al Museo archeologico Castromediano).

Caratterizzano la piazza la colonna romana sormontata dalla statua di Sant’Oronzo, patrono della città, e il Palazzo del Sedile, con un bel loggiato, eretto nel Cinquecento e a lungo sede del Comune.

Si imbocca, quindi, via dei Templari e viale Umberto I, per raggiungere la chiesa di Santa Croce, la cui facciata è emblema del Barocco fiorito locale. A fianco, si visita l’ex convento dei Celestini, oggi Palazzo del Governo, di perfetta geometria interna e adornato da fantasiose decorazioni sulla facciata e attorno alle finestre.

 Dopo una sosta golosa all’Osteria degli spiriti, si torna in piazza Sant’Oronzo per imboccare Corso Vittorio Emanuele II, il principale luogo di passeggio della città, su cui affacciano eleganti palazzi nobiliari. Merita una sosta, nell’androne di Palazzo Rollo al n. 14, l’atelier di Artefare, con sculture e complementi d’arredo in cartapesta e pietra leccese.

Al pomeriggio, si prosegue, incontrando, sulla sinistra, la scenografica piazza del Duomo, realizzata nel 1761, oggi interamente ristrutturata, con la cattedrale dell’Assunta, il palazzo Vescovile e il Seminario, tutti splendidi esempi d’arte barocca.

 Si conclude la giornata con la cena alla Vecchia Osteria, poco distante.

 

Il secondo giorno, sempre da piazza del Duomo, ci si avventura per via Palmieri, elegante arteria con negozi d’arte e botteghe di artigianato, tra cui l’atelier Petre (al n. 49) dello scultore Renzo Buttazzo, anche galleria d’arte. La via sfocia verso Porta Napoli, arco di trionfo eretto per la visita di Carlo V nel 1548, oltrepassata la quale si raggiunge la chiesa bizantino-romanica dei Santi Niccolò e Cataldo.

 

Dopo aver assaggiato piatti tipici al ristorante Cucina Casereccia, il pomeriggio può essere dedicato alla visita del Museo archeologico Castromediano, che riunisce raccolte archeologiche e una ricca pinacoteca (viale Gallipoli 28, tel. 0832.683503).

Per completare l’itinerario, si ritorna verso il centro, in via D’Amelio 1, per ammirare il lavoro di Mario di Donfrancesco, abile artigiano della cartapesta, e in via Templari 16, dove acquistare dolci tipici da Maglio arte dolciaria.

 

(Per questi due giorni leccesi è meglio evitare la domenica, giorno in cui tutti i negozi e il museo sono chiusi)