Mimmo Paladino conquisterà Brescia con il suo arsenale: elmi, cavalieri in rosso, scudi e archetipi alti sei metri. L’artista porterà in città una settantina di installazioni tra opere inedite e altre concesse dal suo archivio personale. Corpi con teste d’argento, vasi ermetici, specchi ciclopici e un rimpiazzo part-time del Bigio in marmo nero. Brescia Musei gli ha chiesto di lasciare un segno in città, in un viaggio a ritroso che inizia dalle architetture razionaliste di piazza Vittoria e finisce nelle domus di Santa Giulia. Il percorso firmato Paladino si espande da Piazza della Vittoria, tra Piazza della Loggia e il Duomo.
Il viaggio nella Transavanguardia parte dal piedistallo del maschio fascista: il “Bigio”, l’uomo-immagine in marmo di Carrara ancora detenuto nel sarcofago-capsula di via Rose, sarà sostituito per qualche mese da una figura in marmo nero alta sei metri, con forme che esulano dalla retorica del Novecento e alludono alle avanguardie. È ancora un’opera senza titolo; l’artista l’ha concessa a Brescia per vent’anni, rinnovabili. Intorno al piedistallo, altre sei opere: nella parte bassa della piazza, una stella di alluminio e un anello dal diametro di tre metri. Nella zona più alta della piazza saranno poste le icone dell’artista: lo “Zenith”, un cavallo in bronzo, poi il “Sant’Elmo” incastonato nel torrione e uno “Scriba” vicino. Svetteranno tutte nel panorama del centro città: la più piccola di queste installazioni è alta 2,5 metri.
Altre opere si potranno nel parco archeologico di Brescia Romana: ai “20 Testimoni” in tufo del 2009 hanno riservato una cella in Capitolium. Nella prima sala del tempio, “4 Corali” su foglia d’argento e un “Senza titolo”, serigrafia e olio su tela. Ancora: cinque specchi ustori in ottone dal diametro di cinque metri saranno nell’esedra del Teatro Romano. In Santa Giulia, nei chiostri e tra i mosaici, figure reclinate, Velari, bronzi, “Bue Apis”, “Vasi ermetici”, “Busti con tazzina” e una divinità agreste che tesserà un confronto con la “Vittoria Alata”. Ma il centro della riflessione di Paladino sarà San Salvatore: accanto alla Croce di Desiderio, le forme solenni della Cattedra di San Barbato in ottone e bronzo dedicata al vescovo che convertì i longobardi a Benevento. L’ultima traccia di Paladino sarà sottoterra: una terracotta di 80 metri quadri collocata nella fermata Stazione della metropolitana che attraversa la città: l’opera resterà qui per tre anni, accogliendo i viaggiatori.
“Paladino ci è parso perfetto per inaugurare questo ambizioso progetto – dice Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra – per la sua capacità di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento. Paladino è personalmente legato a Brescia. Qui, ben quarant’anni fa, tenne la sua prima personale importante, momento fondamentale per la sua carriera di artista oggi di fama mondiale”.
“Mimmo Paladino. Ouverture” – 06 Maggio 2017 – 30 Settembre 2017
Brescia, Piazza della Vittoria – Museo di Santa Giulia – Parco Archeologico di Brescia Romana – Teatro Romano