Milano riscopre Gio Ponti con due mostre: fino al 31 luglio 2011, l’esposizione al Grattacielo Pirelli (anch’esso firmato G.P.) ospita “Il fascino della ceramica”, una raffinata collezione di ceramiche realizzate in particolare tra il 1923 e il 1930 per la manifattura Richard Ginori. Fino al 24 luglio, in Triennale si snoda, invece, un percorso di opere del grande maestro contemporaneo: “Espressioni di Gio Ponti”.
Gio Ponti (1891 – 1979) assunse nel 1923 la direzione artistica della Manifattura Richard Ginori, stabilendo il suo ufficio nello stabilimento milanese di S. Cristoforo. Risale al 1923 la prima occasione pubblica di esporre le opere (ceramiche e maioliche) nella Mostra Internazionale di Arti Decorative di Monza. Successivamente Ponti presenterà le sue ceramiche per la Richard Ginori alla “Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes” a Parigi nel 1925, vincendo il “Gran Prix” .
Nelle ceramiche di Ponti, si trovano elementi ispirati all’antichità greca, etrusca e romana e ad altri riferimenti culturali, quali la prospettiva rinascimentale, la teatralità e il gusto antiquario di derivazione palladiana, l’eleganza neoclassica. Vasi ornamentali, grandi ciste, urne, piatti mostrano nella produzione immaginata da Ponti figure isolate che si contrappongono a fondi di natura geometrica, o tali da evocare scene cittadine e vedute urbane. E ancora in questo universo sfilano donne tornite, sospese su architetture classiche, avvolte da sbuffi di nuvole, animali in corsa, clown e pierrot, barche che veleggiano su mari agitati. Ponti guarda con attenzione anche alle esperienze contemporanee con riferimenti alla metafisica, al Novecento, al futurismo: e si aggiunge fin dagli esordi una sottile vena di ironia.
Ma Gio Ponti è stato un artista poliedrico e versatile: un architetto (con edifici realizzati e progettati in Italia e in Europa, ma anche in paesi extraeuropei, da Hong Kong a Denver, a Bagdad a Caracas, a San Paolo, a New York), un designer di fama mondiale, un noto teorico e critico dell’architettura: alla sua curiosità e al suo genio si devono le nascite della rivista “Domus” e della storica pubblicazione “Stile”, come un largo impegno nella ricerca dei legami tra l’architettura e le arti, compresa la loro promozione ed esposizione, che portò alla creazione della Prima Mostra Triennale di Milano nel 1933 e nel coordinamento di molte delle edizioni successive. È proprio per questo motivo che la Triennale gli dedica una esposizione, “Espressioni di Gio Ponti”, fino al 24 luglio.
Attraverso oltre 250 tra disegni e dipinti, ceramiche e maioliche, mobili e oggetti, studi e modelli di architettura, l’esposizione vuole portare all’attenzione la ricca e complessa creatività pontiana che ha inizio negli anni Venti con la direzione artistica della società Richard-Ginori e si dipana per circa settant’anni nel campo dell’architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica, senza dimenticare la ricerca e la comunicazione svolte nel campo delle arti.
In questo composito universo, si è voluto rendere simbolicamente esplicita la presenza di Ponti a Milano, attraverso alcuni modelli di studio e/o disegni relativi al primo edificio per la società Montecatini (1936), al grattacielo Pirelli (1956-1960), alla Chiesa progettata per l’ospedale San Carlo (1966), tra gli altri.
L’apporto dell’architetto alla sua città si completa con la rassegna di progetti italiani e internazionali con un focus particolare sull’asse Italia-America, sia attraverso il lavoro di Ponti dedicato agli arredi delle navi transoceaniche, sia attraverso la citazione della Finestra arredata, un nuovo tipo di serramento realizzato tra il 1953 e il 1954, inteso come un omaggio a Philip Johnson e prodotto in forma di prototipo dalla società newyorchese Altamira.
I legami con gli Stati Uniti sono significativamente presenti nell’Auditorium del Time & Life Building di New York (1959), nel Denver Art Museum (1971), nella cattedrale di Los Angeles (1967), che in mostra si aggiungono a noti progetti quali l’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma (1954), la chiesa di San Carlo Borromeo a Milano (1966) e la Cattedrale della Gran Madre di Dio a Taranto (1970).
L’esposizione si completa con il display del modo di comunicare di Ponti attuato in scritti, dipinti, disegni raccolti in uno studio simbolico in cui si colgono i rimandi ai progetti realizzati e una dimensione intima e della persona, attraverso i filmati e le interviste.
Gio Ponti, Il fascino della ceramica, presso il Grattacielo Pirelli, Via Fabio Filzi 22, dal 6 maggio al 31 luglio 2011; Ingresso gratuito; Orari: da martedì a venerdì 15.00 – 19.00; sabato e domenica 10.00 – 19.00; ultimo ingresso 18.30; chiuso il lunedì.
Espressioni di Gio Ponti, presso la Triennale di Milano, dal 6 maggio al 24 luglio 2011; Ingresso euro 8,00/6,50/5,50; Orari: martedì-domenica 10.30-20.30; giovedì e venerdì 10.30-23.00
In città, in cerca di Gio Ponti
In occasione della mostra, la Triennale di Milano e il Politecnico di Milano in collaborazione con il Comune di Milano e con ATM, hanno predisposto la visita ad alcuni edifici noti di Ponti nella sua città con la possibilità unica di potervi entrare, guidati da esperti di architettura.
Calendario Itinerari:
Sabato 21 Maggio:1°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Grattacielo Pirelli, Montecatini 1 e Montecatini 2; 2°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Via Dezza, case tipiche in via Letizia e Chiesa di San Francesco al Fopponino.
Sabato 28 Maggio: 1°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Grattacielo Pirelli e Politecnico (Nave + Trifoglio); 2°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Politecnico (Nave + Trifoglio), Montecatini 1 e 2, Palazzo Montedoria e casa Rasini (visita solo esterna con spiegazione);
Sabato 11 Giugno: 1°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Politecnico (Nave + Trifoglio) e Chiesa di San Luca Evangelista; 2°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Casa in via Domenichino, casa in via Brin, Casa Dessiè, Chiesa di San Carlo Borromeo.
Sabato 18 Giugno: 1°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Grattacielo Pirelli, Montecatini 1 e Montecatini 2; 2°. – Ore 11.30 e ore 15.30 – Via Dezza, case tipiche in via Letizia e Chiesa di San Francesco al Fopponino.
Sul sito della Triennale, tutte le indicazioni