Dopo il gala d’apertura e la cena in spiaggia all’Excelsior si inizia a fare sul serio alla Mostra del cinema del Lido. Giovedì, infatti, l’attenzione si concentra su una delle pellicole più attese del concorso, “Beasts of no Nation”, una storia di guerra e bambini soldato diretta dal regista di True Detective Cary Fukunaga. Tra i protagonisti Idris Elba, che però non sarà presente sul red carpet. Sempre in gara c’è l’australiano “Looking for Grace” di Sue Brooks, con Radha Mitchell.
Tra i divi di giornata Mark Ruffalo per “Spotlight” di Thomas McCarty (Fuori concorso), racconto dello scandalo dei preti pedofili che investì la Curia di Boston nel 2002. Sempre fuori concorso c’è anche il documentario “Winter of Fire” di Evgeny Afineevsky, sulla rivoluzione in Ucraina del 2013. Debutta ad Orizzonti Renato De Maria con “Italian Gangsters”, ritratto delle bande criminali del dopoguerra.
Prima della proiezione in sala Darsena, Jonathan Demme, presidente della giuria di Orizzonti, riceverà il “Persol Tribute to Visionary Talent Award”. Partiranno inoltre alle 21 gli incontri di Cinema nel giardino. Il primo appuntamento è dedicato a Carlo Lizzani. In programma un incontro con, fra gli altri, Giuliano Montaldo e a seguire il documentario “Carlo Lizzani, il mio Cinema” di Roberto Torelli, Cristina Torelli, Paolo Luciani.
“Looking for Grace” di Sue Brooks, con Radha Mitchell.
Una pellicola a più facce, quella disegnata dalla regista australiana, suddivisa in ‘punti di vista’ e mai consequenziale nelle ‘storie’ che andrà a sviluppare. Vite che vanno ad incrociarsi a causa di Grace, 16enne che improvvisamente scappa di casa portando via con se’ un’amica e circa 13.000 dollari in contanti, rubati dalla cassaforte di famiglia. Una ‘follie adolescenziale’ che avrà non poche conseguenze sul destino di più persone. Il primo step che la Brooks da’ in pasto agli spettatori è proprio il suo, quello di questa ragazzina di cui non sappiamo nulla. Chi sia, dove stia andando, cosa nasconda nello zainetto, perché è in fuga.
Domande che troveranno risposta con le successive ‘esistenze’ presentate dalla Brooks. Vedi Dan e Denise, preoccupati genitori di Grace che vanno alla disperata ricerca della figlia in compagnia di un investigatore in pensione. Un coming of age che si fa road movie per poi prendere la strada del ‘giallo’, della ‘comedy’ dall’umorismo tipicamente ‘aussie’ ed infine del dramma. Perfettamente bilanciato nei toni, trainato dalle sublimi scenografie naturali d’Australia e ben interpretato dai suoi protagonisti, tra i quali spicca un combattuto Richard Roxburgh, Looking for Grace galleggia nella sua docile leggerezza, snocciolando segreti e bugie, rapporti affettivi e famigliari, alternando sarcasmo e dolore con sapienza. La taciuta infelicità lascia il passo a slanci d’amore implicitamente nascosti, tra coppie legate a doppio filo eppure in ‘conflitto’.
Un’opera minore e a tratti persino ‘confusionaria’ nella sua voluta alternanza di scrittura, quella della Brooks, dichiaratamente interessata alla ‘normalità’ di una famiglia qualsiasi immersa nella cintura del grano australiana. Spaziando continuamente nei generi, vuoi o non vuoi, Looking for Grace finisce quasi per disorientare, mostrandosi allo spettatore in tutta la sua dichiarata nonché limitante ‘semplicità’. Perché così è la vita, sembrerebbe dire la regista, al termine di un ‘viaggio’ che vedrà la sua protagonista tornare finalmente a casa, ma senza quella ‘grazia’ a cui aveva forse dedicato un’improvvisa e improvvida ricerca.
Looking for Grace (Australia, drammatico, 2015) di Sue Brooks; con Richard Roxburgh, Radha Mitchell, Odessa Young, Terry Norris, Harry Richardson