Nel 1887 lo scrittore Arthur Conan Doyle (Edimburgo 22 maggio 1859- Crowborough 7 luglio 1930) riesce a farsi pubblicare il romanzo, già rifiutato da diversi editori, Il segno dei quattro sulla rivista Beeton’s Christmas Annual, in cui il dottor John Watson, un medico militare inglese tornato debilitato dalla guerra in Afghanistan, cerca un alloggio dove vivere a Londra. Viene allora messo in contatto con “un tale che lavora al gabinetto di analisi chimiche dell’ospedale”. Il suo nome è Sherlock Holmes, un uomo magro, alto, naso affilato, occhi intensi e le mani con i segni di un lavoro costantemente a contatto con gli acidi. Così i due si trasferiscono in un appartamento situato al 221b di Baker Street che diventerà la sede del loro fortunato sodalizio investigativo alla caccia di criminali utilizzando un metodo di indagini moderno e alternativo rispetto a quello tradizionalmente usato dalla polizia britannica. Nascono così quattro romanzi e cinquantasei racconti sulle imprese dei due detective tra i più famosi della storia della letteratura e del cinema. Gli studiosi della materia sono però divisi in due fronti. Il primo ritiene Doyle l’inventore di questi fortunati lavori letterari scritti in tutta fretta per motivi finanziari sempre alla ricerca di un riconoscimento della sua abilità e del suo talento di narratore, mentre altri esperti ritengono che sotto il nome di Doyle vi fosse in realtà Watson in persona, amico di Sherlock Holmes esistito realmente e abitante al 221b di Baker Street di Londra.
Grazie a questa intuizione letteraria nasce di fatto il personaggio dell’investigatore privato cui si rifaranno tanti altri autori di “gialli” (come è chiamata in Italia la serie Mondadori nata nel 1929 con “La strana morte del signor Benson” di S.S. Van Dine). Holmes è una persona molto colta appassionata di legge, anatomia, botanica, geologia, chimica e altro, discreto violinista, praticante la scherma e il pugilato a piedi nudi. Di tanto in tanto non si fa mancare il consumo di morfina e cocaina per stordirsi un po’; non si fida delle donne, veste in maniera raffinata e utilizza la ragione per risolvere le sue complicate investigazioni. Nel risolvere i misteri criminali che gli vengono affidati, si avvale spesso della collaborazione dell’ispettore Lestrade, un poliziotto piuttosto antipatico e vanesio, dei ragazzini di Baker Street che lo aiutano nelle investigazioni e sempre in lotta senza sosta contro il suo nemico mortale, il crudele professor Moriarty. Nel 1893 Doyle, stanco di Sherlock che pure gli dato notorietà e ricchezza, lo fa morire in circostanze non del tutto chiare nel racconto “L’ ultima avventura” (intitolato anche “Problema finale”). Una scelta contestata dai suoi lettori che lo costringerà a riportare Holmes in vita dieci anni più tardi a furor di popolo. Il cinema non si fa sfuggire l’occasione di raccontare le sue avventure a cominciare dal cortometraggio del 1900 Sherlock Holmes Battled per la regia di Arthur Marvin.
Il primo Holmes di un certo spessore, caratterizzato da una rigorosa mantellina sportiva a quadretti, un cappello da caccia e una pipa Calabash in bocca, è quello interpretato nel 1922 da John Barrymore, intitolato Sherlock Holmes contro Moriarty di Alberto Parker, mentre il primo, che potrà parlare con la sua voce al pubblico delle sale dopo la fine del muto, sarà Clive Brooks protagonista di tre film della serie e da Arthur Wontner interprete di cinque pellicole. Nel 1939 è la volta dell’affilato Basil Rathbone, che in coppia con Nigel Bruce impersona Holmes in ben quattordici film di cui undici diretti da Roy William Neil. I due attori ottengono un successo senza precedenti già a partire da Sherlock Holmes e il mastino dei Baskerville per la regia di Sidney Lanfield. Negli anni Cinquanta i produttori della celebre Hammer (nota casa cinematografica inglese) realizzano, come già avevano fatto con altre serie (Dracula e Frankenstein), La furia dei Baskerville, 1959 di Terence Fisher con l’ottimo Peter Cushing (Holmes) e con André Morell (Waston). Negli anni Settanta i gusti del pubblico sono molto cambiati e il cinema si adegua alla nuova realtà. Il desiderio di mettere in discussione anche personaggi tradizionali come il nostro detective è irresistibile. Nel 1970 Billy Wilder firma forse uno dei suoi film più belli, La vita privata di Sherlock Holmes, interpretato da Robert Stephens nel quale vediamo un Holmes malinconico, fragile, deluso (ipoteticamente omosessuale?), che si innamora di una spia e si batte contro un sommergibile simile al Mostro di Loch Ness. Nel 1975 Gene Wilder dirige e interpreta Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, insieme a Marty Feldman, Dom De Luise, Madeline Kahn; una satira davvero divertente di grande successo. Nel 1976 è la volta di Herbert Ross, autore di Sherlock Holmes soluzione settepercento, in cui vediamo il detective recarsi a Vienna nello studio del dottor Freud per liberarsi dalla dipendenza della cocaina, un vizio che nel romanzo serviva per combattere noia e stress.
Nel 1979 è Bob Clark, l’autore di Assassinio su commissione nel quale i maturi Holmes e Watson (Christopher Plummer e James Mason) aiutano l’ispettore Lestrade nella caccia a Jack lo Squartatore. Nel 1985 esce sugli schermi Piramide di Paura per la regia di Barry Levinson, prodotto da Steven Spielberg, in cui si immaginano Holmes e Watson adolescenti al college alla prese con omicidi e antiche credenze. Tre anni dopo è ancora Michael Caine interprete principale della commedia Senza indizio di Thom Eberhardt nella quale i ruoli vengono ribaltati. Watson (Ben Kingsley) è il geniale detective che per motivi professionali ha assoldato un attore ubriacone per impersonare Holmes. Infine nel 2009 Guy Ritchie con Sherlock Holmes si diverte a mescolare umorismo e azione dirigendo Robert Downey Jr. e Jude Law in una pellicola di grande popolarità che avrà un seguito, Sherlock Holmes, gioco di ombre del 2011. Presto, possiamo scommetterci, il nostro investigatore sarà di nuovo sugli schermi con altre avventure che confermano la sua invidiabile attualità e freschezza anche a distanza di tanti anni dalla sua nascita. Elementare Watson!