Nel film di Ken Loach un gruppo di profughi siriani arriva in una cittadina inglese dove la crisi economica e l’assenza di posti di lavoro scatena gli istinti più bassi della popolazione più bassa
Una classica guerra tra poveri. Scenario quanto mai attuale nelle periferie del mondo evoluto, ovvero nei paesi occidentali, in quelle culle del diritto e della democrazia che dovrebbero insegnare al pianeta la pacifica convivenza umana e la condivisione delle risorse planetarie. E invece, ecco che basta un manipolo di profughi siriani sbarcato da un pullman in una cittadina inglese dove la crisi economica e l’assenza di posti di lavoro morde forte a scatenare gli istinti più bassi della popolazione più bassa. Il bello è che profughi e autoctoni vivono gli stessi problemi. Ragione di più per scannarsi senza esclusione di colpi.
Ah, signor di Montesquieu! Ma dov’è finito in questa nostra triste Europa del XXI secolo lo ‘spirito delle leggi’? O siamo forse tornati di gran carriera all’homo homini lupus di Hobbesiana memoria? Molto più banalmente le politiche alla Thatcher, seguite, chissà perché, da molte destre europee decenni e decenni dopo il thatcherismo, hanno impoverito la società (le persone) a vantaggio dei grandi capitali. Ma le persone anziché prendersela, come sarebbe giusto con le Thatcher (e i capitalisti) di primo, secondo e terzo conio, trovano più facile e conveniente prendersela con il vicino. Specialmente se ha la pelle un po’ più scura. Con la connivenza (se non l’appoggio dichiarato) delle destre neofasciste e neonaziste che mai come oggi trovano terra fertile per le loro lugubri nostalgie. Ma stiamo divagando rispetto al film. Oppure no? No, perché alla fine la storia esemplare della rifugiata Yara e di TJ, gestore dell’Old Oak (La vecchia quercia) unico, stentato pub superstite nella cittadina immaginaria dove i poveri si fanno la guerra è esattamente la punta emersa dell’iceberg di quella società che a chiacchiere si dice aperta, solidale e inclusiva, ma che in realtà si rivela essere chiusa, egoista e settaria.
Va detto peraltro che questa Vecchia quercia non è il migliore film del vecchio Ken Loach che ai temi enumerati ci ha piacevolmente abituato da decenni. Troppo didascalico e schematico, un filino retorico e a tratti prevedibile rispetto, per esempio, ai migliori Io, Daniel Blake (2016) e Sorry We Missed You (2019), tanto per citare un paio di titoli davvero riusciti. Non di meno, siccome la classe non è acqua, Ken Loach il Rosso riesce a dare anche qui alcuni squarci di grande cinema come la sequenza di Yara nella chiesa evangelica. Pochi minuti senza una parola ma totalmente densi di significato. Avercene di film così!
I dettagli del film di Ken Loach
tit. orig. idem sceneggiatura Paul Laverty cast Dave Turner (TJ Ballantyne) Ebla Mari (Yara) Claire Rodgerson (Laura) Trevor Fox (Charlie) Chris McGlade (Vic) Col Tait (Eddy) Jordan Louis (Garry) Chrissie Robinson (Erica) Jake Jarrat (Tony) genere drammatico lingua orig inglese prod Gb, Fr, Belg, 2023 durata 108 min.
DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi