Il film La sala professori ha l’obiettivo di parlare del ruolo sociale dell’educazione che non si esaurisce nell’apprendimento di nozioni, ma nella formazione di futuri cittadini, nell’individuazione di valori condivisi e rispettati da tutti ai fini di una corretta convivenza civile
La particolarità di questo anomalo film tedesco è l’essere girato praticamente per intero all’interno di un complesso scolastico, come se i personaggi non avessero una vita privata al di fuori delle aule e l’intera loro esistenza si consumasse nell’ambito educativo, tra registri, esercizi, udienze e palestra. Tanto gli alunni quanto gli insegnanti.
Tra questi ultimi spicca Carla Nowak, giovane docente di origine polacca la cui missione educativa ambisce ad andare ben oltre le semplici materie curricolari per trasformarsi in scuola di vita. Come è giusto che sia per chi è investito di un incarico così delicato. Anche perché a scuola si stanno verificando alcuni piccoli furti più dannosi per la loro rilevanza sociale che per l’entità penale davvero modesta. È insomma il clima di sfiducia reciproca che tali episodi generano a rendere l’aria pesante dentro e fuori le classi. Tra studenti, insegnanti, personale ausiliario e genitori. Tanto che il colloquio con il papà e la mamma di Alì, famiglia di origine turca, finisce in un’accusa di razzismo nei confronti dei docenti. Per non parlare dei tabù quasi ossessivi della privacy e del politicamente corretto. È la scuola postmoderna, bellezza. Altro che bacchettate sulle nocche, fagioli secchi su cui adagiare le tenere rotule e punizioni dietro la lavagna! Anche perché adesso ci sono le lavagne a muro.
Il pretesto comunque è minimale e serve, appunto, per parlare del ruolo sociale dell’educazione che non si esaurisce nell’apprendimento di semplici nozioni più o meno utili, ma nella formazione di futuri cittadini, nell’individuazione di valori condivisi e rispettati da tutti ai fini di una corretta convivenza civile. Al di là delle divisioni di razza, religione o cultura. Ed è giusto questo il ruolo educativo della scuola. Perciò non si esce dal perimetro dell’edificio se non per una sola, tragica e violenta forma di dissociazione: quando Oskar, l’allievo più brillante di Carla nonché figlio della segretaria della scuola, scappa all’esterno dopo aver sottratto alla prof il pc che contiene un file compromettente. A questo punto anche alcune esagerazioni (l’inchiesta giornalistica del foglio scolastico, per esempio) si possono ricondurre all’esemplarità ricercata dal film nel dipanare la storia. E, quel che conta, è l’obiettivo finale che risulta convincente e robusto.
Resta, a noi italiani, con le nostre classi pollaio, la scarsa manutenzione degli edifici dove cascano calcinacci, la mancanza di attrezzature e la cronica carenza di personale, una punta di rammarico e di invidia allo stesso tempo nel vedere che in Germania una qualsiasi scuola dell’obbligo è più attrezzata di un club privato, più accogliente di un 4stelle e dove l’autonomia consente le più disparate attività extracurricolari. Anche questa è l’Europa, bellezza. Con il pubblico impiego italiano pagato un terzo degli omologhi tedeschi. E per fortuna che la Germania è in difficoltà mentre noi possiamo banchettare ogni sera a caviale e champagne.
Dettagli del film La sala professori
tit. orig. The Teachers’ Lounge sceneggiatura Ilker Çatak, Johannes Dunker cast Leonie Benesch (Carla Nowak) Michael Klammer (Thomas Liebenwerda) Rafael Stachowiak (Milosz Dudek) Anne Kathrin Gummich (Bettina Boehm) Eva Löbau (Friederike Kuhn) Leonard Stettnisch (Oskar) Oscar Zickur (Lukas) genere drammatico lingua orig tedesco con frasi in turco, polacco e inglese prod Germania 2023 durata 98 min.
DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi
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