tit. orig. El buen patrón sceneggiatura Fernando León de Aranoa cast Javier Bardem (Julio Blanco) Almudena Amor (Liliana) Rafa Castejón (Rubio) Oscar de la Fuente (José) Sonia Almarcha (Adela) Fernando Albizu (Román) Manolo Solo (Miralles) Tarik Rmili (Khaled) genere commedia lingua orig spagnolo prod Spagna, 2021 durata 116 min.
L’insegna in ferro battuto sul cancello d’ingresso dell’azienda Básculas Blanco (Bilance Blanco) richiama sinistramente la porta dell’inferno di Auschwitz con il suo Arbeit Mach Frei (Il lavoro rende liberi). Metafora ironica perché all’interno del falansterio si respira invece un’aria idilliaca. Merito del capintesta, erede senza eredi di una classica azienda familiare dove, testuale, i dipendenti sono considerati al pari di figli. Con tutto il repertorio del caso. Dal figliuol prodigo in crisi coniugale che non ci sta più con la testa, al figlio reprobo estromesso dall’organico (licenziato) che si accampa di fronte all’ingresso per protesta, alla figlia di famiglia (amica e altrettanto abbiente) stagista a tempo determinato, ma destinata a bruciare le tappe di una luminosa e raccomandatissima carriera. E, sopra tutti, lui, el buen patrón per dirla con il titolo originale, ossia Julio Blanco, dominus et deus ex machina di tutto l’ambaradan bilancevole. In attesa di una commissione di controllo qualità che potrebbe sancire con un prestigioso premio, l’unico mancante nella bacheca domestica, la bontà dell’apparato produttivo di Básculas Blanco.
Confezionato come un congegno a orologeria, il film di León de Aranoa richiama un po’ lo stile di un altro talentaccio del cinema spagnolo: Alex de la Iglesias (La comunidad, Crimen perfecto…) con umorismo frizzante, situazioni da pochade in salsa iberica e sarabanda finale in un crescendo rossiniano. Tanto che i Premi Goya (gli Oscar madrileni) sono fioccati a frotte. A cominciare da quello, meritatissimo, al miglior interprete per un sornione Javier Bardem che si crogiola da par suo nel ruolo del figlio di buona donna sotto le (mentite) spoglie del bravo ragazzo.
E allora perché vederlo?
Perché il capitalismo familistico in salsa mediterranea è proprio come viene descritto nel film.
DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi