Da vedere in streaming “Asimmetria” di Maša Nešković

Pubblicato il 20 Aprile 2021 in , , da Auro Bernardi
Asimmetria

titolo orig. id. sceneggiatura Maša Nešković, Vladimir Arsenijević, Staša Bajac cast Daria Lorenci Flatz (Vera) Uliks Fehmiu (Vladimir) Mira Janjetović (Olja) Mladen Sovilj (Ivan) Lola Vitasović (Lola) Mateja Poljčić (Pec) Dubravka Kovjanić (mamma di Lola) Milica Stefanović (zia di Lola) Tamara Krcunović (Tamara) Ljubomir Bandović (Mirko) genere drammatico prod. Serbia, Slovenia, Ita. 2019 lingua orig. serbo durata 93 min.

Scene di vita a Belgrado nel volgere di una breve estate. Dopo vent’anni di matrimonio Vladimir, preside di una scuola, e Vera, medico, si separano. O meglio, lui ritiene sia venuto il momento di tirare i remi in barca di una relazione stanca e logorata, oppresso anche dalle condizioni di salute del padre ormai non autosufficiente. Olja torna nella città della sua infanzia per un breve periodo, ma l’incontro con Ivan, un vicino rumoroso e stravagante, probabilmente le farà cambiare programma. Lola e Pec sono due ragazzini, amici inseparabili, alle soglie dell’adolescenza. Una coppia in formazione verrebbe da dire nonostante la spensieratezza e l’innocenza della loro età. Dunque: tre momenti di vita a due in diverse fasi della crescita, dai 10 ai 50 anni, o forse una sola, unica storia sviluppata nel tempo, ma che la macchina da presa rende simultanea e concomitante. Perché il tempo è un concetto relativo come dimostrano brevi frammenti di inquadrature in cui l’acqua che tracima da una diga compie il movimento a ritroso.

Al pari dell’automobile guidata da Vladimir che in un’altra breve sequenza viaggia all’indietro. Dopo aver girato una ventina tra cortometraggi e documentari, la trentasettenne regista serba Maša Nešković esordisce nel lungometraggio di finzione con questa bella prova che ne dimostra la maturità tecnica pienamente raggiunta e un notevole senso drammaturgico nello sviluppo e nell’intreccio delle tre diverse “trame”. Anche se a tratti, per brevi frammenti, sembra di vedere un film dell’Europa Orientale degli anni 60-70. Il cinema del disgelo, come lo chiamavano allora. Qualcosa tipo i primi Polanski o Forman, o un Kieslowski, magari un Tarkowski passato di sfruso tra le maglie della censura sovietica. Non che la cosa disturbi più di tanto: probabilmente è solo un fatto di “colore locale”. Per altro verso la regista dimostra di conoscere bene anche i meccanismi della narrazione classica, al punto da permettersi quelle trasgressioni che abbiamo citato e che rimandano all’ultima stagione in cui il cinema è stato all’avanguardia del linguaggio artistico: la Nouvelle Vague. Sta di fatto che proprio dai Balcani, e dalla tormentata ex Jugoslavia in particolare, stanno arrivando le cose più interessanti e fuori dagli schemi che abbiamo visto di recente. Come questo film e come il Nordmacedone Honeyland nel quale c’era pure la firma di una giovane donna regista. Per quanto riguarda il cast, i meno giovani avranno sicuramente notato nome e cognome dell’attore che interpreta il maturo Vladimir. Ebbene sì: è lui, il figlio dell’Ulisse televisivo sessantottesco di Franco Rossi prodotto e mandato in onda dalla Rai in 8 puntate. Il figlio di quel Bekim Fehmiu che ha messo al pargoletto, nato proprio quell’anno, il nome del personaggio che l’aveva portato alla ribalta internazionale. “Asimmetria” si può vedere in esclusiva sulla piattaforma Nexo+ (nexoplus.it).

 

E allora perché vederlo?
Per sapere che l’ultima cosa che ha mangiato Elvis Presley è stata un barattolo di gelato.

 

Asimmetria