Vamp del grande schermo: ha lo sguardo assassino, è misteriosa, ammaliatrice e crudele. Questo lo stereotipo nella letteratura dell’Ottocento e nel cinema
Ha lo sguardo assassino che fa tremare le ginocchia degli uomini, è misteriosa, ammaliatrice e crudele la vamp (nome che trae origine da vampiro), un misto tra sadismo e masochismo in grado di dominare il mondo maschile. Questo stereotipo presente nella letteratura dell’Ottocento e nel cinema fin dai tempi del muto prende forma negli anni Dieci in Europa nei tabarin parigini frequentati dal bel mondo. Hollywood intuisce subito la potenzialità delle vamp e mette al lavoro i suoi sceneggiatori per creare queste “femmine folli” da rappresentare sullo schermo.
La prima vamp, Theda Bara
La prima è Theda Bara, capostipite per eccellenza e pioniera delle donne fatali. Nata nel 1890 a Cincinnati degli Usa di origini ebraiche Theodosia Gooodman dopo un’esperienza in teatro sceglie il nome d’arte di Theda Bara quando varca la soglia degli studi cinematografici californiani. Nel 1915 è protagonista di A fool There Was nel ruolo di una femmina maliarda che seduce un giovane diplomatico americano trascinandolo in una vita europea “peccaminosa”. Il film è un successo strepitoso e l’attrice in breve tempo diventa una leggenda hollywoodiana. Carmen, 1915, Under Two Flags, 1916, The Darling of Paris, 1917, ispirato a Notre-Dame de Paris di Hugo, Cleopatra, 1917 e Salome, 1918, sono le pellicole più famose che ne fanno una vera e propria star con ingaggi economici da brivido. Poi nel dopoguerra con il clima culturale e sociale mutato per Theda inizia il declino. Tenta allora di adeguarsi ai nuovi tempi, ma purtroppo non riesce a uscire dal suo clichè. A metà degli anni Venti abbandona definitivamente il cinema, ma fino al 1955, anno della sua morte, la fama di vamp dello schermo rimarrà immutata anche per gli spettatori che non hanno mai avuto la possibilità di vederla. Nemmeno il cinema italiano si fa mancare le sue seduttrici come Francesca Bertini, Paola Negri, Pina Menichelli, Nita Naldi, che sanno bucare lo schermo non meno delle loro colleghe americane.
Asta Nielsen, vamp che arriva dal Nord
In Danimarca l’attrice Asta Nielsen dal fisico atipico, fianchi stretti, labbra sottili, diventa popolarissima e amatissima dal pubblico. Nata a Copenhagen nel 1883 dopo aver studiato seriamente recitazione grazie a Urban Gad che diventerà suo marito, diviene l’eroina cinematografica di molte pellicole drammatiche e sensuali. Pallida, occhi grandi e scuri è la regina degli schermi danesi e anche di quelli tedeschi. Donna indipendente, determinata e di solidi principi, la Nielsen rifiuta molte vantaggiose proposte cinematografiche soprattutto da Hollywood per rimanere in Europa. Nel 1936 lascia la Germania sconvolta dai misfatti dei nazisti e per il resto della sua vita si dedica alla letteratura e alla pittura. A metà degli anni Venti in America emergono tre nuove attrici che faranno la storia del cinema. Greta Garbo proveniente da Stoccolma è scritturata dalla MGM come protagonista di La tentatrice, 1926 di Mauritz Stiller e poi di La carne e La donna misteriosa, sempre del ’29. L’altra bomba sensuale è Louise Brooks famosa per il suo celebre casco di capelli neri, bellezza seducente in grado di esprimere un’incredibile fusione di sensualità e innocenza. Il regista G. W. Pabst la vuole per Lulù- Il vaso di Pandora di da G. W. Pabst, storia di un’inquieta ragazza che da fioraia diventa attricetta. Si sposerà due volte e sarà anche l’amante di vari uomini prima di finire malamente la sua esistenza a Londra vittima di Jack lo squartatore. Il suo personaggio così fortemente simbolico sarà utilizzato in Italia negli anni Settanta in un fumetto di grande successo.
La vamp per antonomasia, Marlene Dietrich
Proveniente dalla Germania agli inizi del cinema sonoro un’altra attrice sa incarnare alla perfezione la seduttrice fatale. Il suo nome è Marlene Dietrich, l’immortale Lola di L’angelo azzurro, 1930 di Josef von Sternberg, che porta alla distruzione un mite professore invaghitosi perdutamente di lei. Marlene è la diva di pellicole di grande successo, Marocco, 1930, Disonorata, 1931, Shangai Express, 1932, Venera bionda, 1932, L’imperatrice Caterina, 1934, Capriccio spagnolo, 1935. Alta, bella, sensuale turba i sogni degli americani e spesso i suoi personaggi femminili sono crudelmente perversi (si offre sessualmente per poi negarsi all’improvviso). Insieme alla Garbo, alla Dietrich, alla Brooks, si fa luce anche Gloria Swanson, bellezza sfrontata e spregiudicata come sono le nuove ragazze del dopoguerra. Maliziosa e sensuale Gloria gira con Erich von Stroheim La regina Quelly, 1928, film che rappresenta il traghettamento dal muto al sonoro. La sua potenza recitativa esploderà poi negli anni successivi. Nel 1950 in Viale del tramonto, 1950 di Billy Wilder, con grande autoironia recita nei panni di Norma Desmond, l’anziana diva che vive di ricordi in una villa decadente del Sunset Boulevard di Hollywood. Passano gli anni e inevitabilmente il contesto sociale e politico cambia. Anche la donna fatale subisce una profonda trasformazione. Non è più così cinica, soffre il senso del peccato e cede all’amore di un uomo. Joan Crawford, altra attrice di fama emersa in quegli anni insieme alla Garbo, rappresenta questa svolta che, di fatto, chiude la stagione della femme fatale e lascia il posto a un nuovo personaggio femminile, la dark lady, una seduttrice priva di limiti morali presente sugli schermi americani negli anni Quaranta. Una delle più famose è Barbara Stanwick interprete principale di La fiamma del peccato, 1944, un noir diretto da Billy Wilder da un soggetto di James
Cain sceneggiato da Raymond Chandler, storia torbida di un assicuratore, Walter Neff e di una signora affascinante, Phyllis Dietrichson, decisi a uccidere il ricco marito della donna. Nel finale drammatico del film, però, Phyllis saprà ammettere le sue colpe (“sono guasta dentro” dice prima di morire). Negli anni Cinquanta nuove figure femminili arricchiscono il firmamento cinematografico. In America Marilyn Monroe e in Francia Brigitte Bardot sono le nuove icone sexy, due miti rimasti tali, che hanno saputo imporre un modello immortale di seduzione. Poi negli anni Sessanta la battaglia per l’emancipazione femminile, di fatto, cancellerà definitivamente il ruolo della donna bella, ma pericolosa. La vamp ormai non abita più qui…