Lauren Bacall ricorda nella sua autobiografia la nascita di un amore, quello per il mitico Humphrey Bogart sul set del film Acque del sud nel 1944, che sfocerà l’anno dopo in uno dei più chiacchierati matrimoni di Hollywood. Un legame che durerà 12 anni, nonostante la differenza di età
“Non so cosa accadde. Era una sensazione indefinibile. Lavoravo ormai da tre settimane, la giornata era quasi alla fine, e dovevo tornare sul set per un’altra sequenza. Ero seduta al tavolo del mio camerino e mi stavo pettinando. Bogie entrò per augurarmi la buona notte, come tante altre volte aveva fatto. Era lì in piedi, scherzavamo come sempre, quando all’improvviso si chinò, mi prese il mento tra le mani e mi baciò. Fu un gesto rapido, impulsivo, ma delicato e dolcissimo. Bogie era timido e non era certo il tipo da atteggiamenti spavaldi. Tolse di tasca una logora scatola di fiammiferi e mi chiese di scrivervi sopra il mio numero di telefono. Lo feci. Non so per quale ragione lo feci, so solo che in certo qual modo faceva parte del nostro gioco… Alla sera di quel memorabile giorno in cui gli diedi il mio numero di telefono, tornai a casa come al solito; secondo la mia routine abituale, mangiai qualcosa, rilessi le battute che avrei recitato il giorno dopo e me ne andai a dormire.
Circa alle undici squillò il telefono. Era Bogie. Aveva bevuto un po’, era fuori casa e voleva sapere come stavo. Mi chiamò Slim, come nel film, e ugualmente io lo chiamai Steve. Scherzammo un po’ come d’abitudine, poi mi augurò la buona notte. Questo fu tutto, ma da quel momento i nostri rapporti cambiarono…Hedda Hopper (potente cronista hollywoodiana ndr) venne un giorno a trovarmi sul set: ‘È meglio andarci piano – mi disse-. Potresti perdere la testa per lui”.
Lauren Bacall racconta così nella sua autobiografia intitolata “Io Lauren Bacall” (Mondadori editore), la nascita di un amore, quello per il mitico Humphrey Bogart sul set del film Acque del sud diretto nel 1944 da Howard Hawks, che sfocerà il 21 maggio 1945 in uno dei più chiacchierati matrimoni Hollywood. Un legame che durerà 12 anni, nonostante la differenza di età delle due star (lui 45 anni e lei solo 19), con la morte di Bogart avvenuta il 14 gennaio 1957 dopo una dolorosa malattia. Da lui lei imparerà tutto, soprattutto come muoversi in quella giungla che era Hollywood.
Lauren Bacall
Betty Joan Perske, questo il vero nome di Lauren Bacall, nasce a New York il 16 settembre 1924. I suoi genitori, ebrei emigrati dall’Est europeo, divorziano quando lei è ancora bambina. La vita della ragazza dai grandi occhi verdi, dalla bocca sensuale, dai capelli di seta e dal fisico asciutto ed elegante, non è facile. Per mantenersi fa la modella per la rivista Harper’s Bazaar, ma sogna di diventare un’attrice di teatro. Però i continui provini a cui partecipa non le danno grandi speranze. Ma la fortuna è dietro l’angolo. Nel ’43 una copertina della rivista con la foto dell’aspirante attrice dallo sguardo fiero colpisce Nancy Gross, moglie di Howard Hawks, uno dei registi più affermati di Hollywood.
Betty è scritturata dalla Warner Bros per il film Acque del sud, adattamento cinematografico del romanzo di Ernest Hemingway Avere e non avere. Dopo aver cambiato il nome in Lauren Bacall, la ragazza riceve numerose lezioni di recitazione e di dizione e poi viene lanciata a livello promozionale come una combinazione delle star Greta Garbo, Marlene Dietrich e Mae West. La sua bellezza e il suo sguardo sono irresistibili, come il comportamento elegante e sbarazzino allo stesso tempo. Quando è scelta per interpretare il film di Hawks rimane delusa dalla scelta del suo partner, che in un primo tempo doveva essere Cary Grant. Invece all’ultimo momento il prescelto é Humphrey Bogart.
Humphrey Bogart
Il divo, rimasto nella Top Ten di Hollywood, spesso nelle prime posizioni, fino dagli anni Sessanta, come scrive il critico Peter Bogdanovich, è un mito per gli studenti delle università americane dove si studia cinema e dove presto nascono spontaneamente club Casablanca e si organizzano rassegne dei suoi film. “Si raccontava anche – afferma Alberto Farassino su La Repubblica 23 gennaio 1999 – che, una volta che per un guasto era mancato il sonoro appunto durante la proiezione del suo film più amato, una coppia di studenti fu in grado di rimediare subito doppiando dalla sala i dialoghi di Rick e Lisa che conoscevano a memoria”.
Bogie però all’epoca dell’incontro magico con Lauren è sposato (il terzo matrimonio) con l’attrice Mayo Methot, una donna alcolizzata e gelosissima, ma la loro unione è ormai giunta al capolinea. “Mi raccontò – ricorda la Bacall – dei suoi matrimoni e di come fossero sempre falliti. Era stato sposato due volte prima di allora”. Verso i vent’anni si era unito a una famosa attrice di Broadway, Helen Menken. Le sue mogli erano ambedue attrici, ma lo avevano sempre trascurato per dare la precedenza alla carriera, cui nessuna per ragione avrebbero rinunciato. Il loro legame sentimentale che comunque suscita nella puritana America grandissime polemiche, viene ulteriormente consolidato dalla nascita nel ’49 del loro primo figlio Stephen e sei anni dopo dal secondo genito Leslie. Lauren Bacall decide di lavorare sul set solo nei film del marito per potere stare il più possibile in famiglia.
Lauren Bacall e Bogart insieme sul set
In Acque del sud, film nel quale The Look, come viene soprannominata la Bacall, vi sono un paio di celebri battute (il personaggio interpretato da lei dice a Bogart: “Se hai bisogno di me fischia, sai fischiare vero? Unisci le labbra, così, e soffi”). Insieme la coppia più glamour di Hollywood recita in Il grande sonno (1946), ancora di Hawks, La fuga (1947) di Delmer Daves e L’isola di corallo (1949) di John Huston, ma saranno insieme anche nelle battaglie civili e democratiche in corso nell’America maccartista (frutto del clima politico della guerra fredda), dove tutti coloro che sono sospettati di idee di sinistra vengono messi al bando, processati se non accettano di denunciare altri colleghi con le stesse idee politiche.
Nel 1955 Bogart, forte fumatore e forte bevitore di alcolici, alla fine delle riprese del suo ultimo film Il colosso d’argilla, si ammala gravemente “per un cancro all’esofago e mezzo milione di whiskey”. La sua salute è ormai gravemente compromessa e il divo con grande coraggio per diversi mesi cerca di lottare con il suo male. Muore il 12 gennaio 1957 dopo aver sussurrato alla moglie una farse affettuosa (buonanotte baby!). Finisce così uno dei matrimoni più celebri di Hollywood. Il 17 gennaio nella All Saint’s Episcopal Chuch a Beverly Hills alla presenza di tanti colleghi addolorati dalla sua scomparsa, tra i quali, Gregory Peck, Gary Cooper, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Dick Powell, sarà il regista John Huston a pronunciare un commovente elogio funebre per un attore che tanto ha dato al cinema non solo americano.
Lauren Bacall prosegue la vita a teatro
Lauren Bacall, pur nel suo ricordo, cercherà con fatica di riprendere la sua carriera di attrice (non più solo come la vedova di Humphrey Bogart) soprattutto in teatro dove riscuoterà moltissimi successi, trasferendosi da Hollywood alla sua amata New York. Anche la sua vita sentimentale riprenderà, prima con Frank Sinatra (da lei definito un gran villano per il modo con cui il loro legame si è interrotto) e poi con un secondo matrimonio nel 1961 con l’attore Jason Robards (definito da molti una sorta di controfigura di Bogie) da cui avrà un altro figlio prima del divorzio nel 1969.
Nel ’53 l’attrice, che aveva partecipato al film Come sposare un milionario di Jean Negulesco, al fianco di Betty Grable e Marilyn Monroe (lei nella finzione è l’unica ad aver accalappiato un riccone) racconta ad Arianna Finos – Il Venerdì di La Repubblica 15 settembre 2004, come ha vissuto il periodo nel quale era rimasta vedova con due figli: “Già, nessun milionario mi ha mai dato niente, neanche un francobollo. Nessuno dei miei mariti è stato ricco. Dopo la morte di Bogie è stato difficile crescere i figli piccoli e le preoccupazioni economiche c’erano. Mio marito non aveva mai badato ai guadagni, non lo interessavano le cose mediocri, voleva mantenere la sua carriera sui livelli più alti. É stato difficile, ma sono andata avanti. Mi sono risposata, ho amato Jason Robards, il mio secondo marito, anche se certo non è stata la stessa cosa. Ma ho avuto il mio terzo figlio Sam, che adoro”.
Nella sua carriera cinematografica piena e appagante ha recitato, tra le altre pellicole, in La donna destino (1957), La tela del ragno (1955), Le foglie al vento (1956), Assassinio sull’ Orient Express (1974). Lauren Bacall si spegne a New York all’età di 89 anni il 12 agosto 2014.
Il film più famoso della coppia Bogart – Bacall
“Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato e una minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline. Portavo un completo blu polvere, con camicia blu scuro, cravatta e fazzolettino assortiti, scarpe nere e calzini di lana neri con un disegno a orologi blu scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me ne sbattevo che lo si vedesse. Dalla testa ai piedi ero il figurino del privato elegante. Avevo un appuntamento con quattro milioni di dollari”.
E’ questo l’inizio folgorante del primo romanzo scritto da Raymond Chandler nel 1939 intitolato Il grande sonno –The big slip (un riferimento alla morte) pubblicato da Alfred A. Knopf negli Stati Uniti e da Hamish Hamilton in Gran Bretagna. E’ l’esordio ufficiale di Philip Marlowe, un “private eye”, l’occhio privato, come è chiamato in gergo, l’investigatore indipendente ingaggiato spesso da mogli o mariti traditi che vogliono vendicarsi in un’aula di tribunale dei torti subiti. Marlowe è un duro che abita nella California corrotta e spudoratamente ricca degli anni Quaranta nella quale al fianco delle ville mozzafiato dei milionari di Beverly Hills e di Santa Monica vivono ogni genere di piccoli e grandi criminali, disperati alla ricerca del loro “colpo grosso”.
Egli non insegue il successo a buon prezzo né i soldi (il suo ufficio in Boulevard Hollywood è modesto, così come la sua abitazione privata piccola e dall’arredamento misero), ma vuole combattere i soprusi della vita anche se è consapevole di non poter cambiare il mondo rappresentato dalla metropoli notturna californiana, cupa e viziata dall’illegalità quasi incontrastata. Con il suo impermeabile chiaro, l’eterna sigaretta tra le labbra, il bicchiere di whisky perennemente a portata di mano, il cappello sempre calato in testa e lo sguardo cinico e ironico allo stesso tempo, l’uomo non ha paura della criminalità né delle lusinghe del potere. Nato a Santa Rosa in California studia all’università dell’Oregon, ma si trasferisce a Los Angeles dove inizia a lavorare come investigatore, prima in una compagnia d’assicurazioni e poi presso il procuratore della contea. Incapace di accettare compromessi, è costretto a dare le dimissioni continuando la sua carriera di investigatore da libero professionista quasi sempre in contrasto con le autorità costituite.
Il personaggio immaginato da Raymond di Chandler amato da milioni di lettori arriva per la prima volta sul grande schermo nel film Il grande sonno, diretto da Howard Hawks nell’ agosto 1946 sbancando subito i botteghini.
La storia ha inizio con Marlowe assunto dal generale Sherwood, un vecchio paralitico dal passato torbido per scoprire chi ricatta con alcune foto pornografiche la figlia minore Carmen (Marta Vickers). La sua indagine lo porta fino a una casa da gioco frequentata da Vivian, la sorella maggiore di Carmen (Lauren Bacall), ma il caso da risolvere sarà complicatissimo. Nonostante la bassa statura, (il personaggio di Chandler è alto 1,90 cm.), Bogart rimane nella memoria cinematografica come il modello inimitabile del detective protagonista di sette romanzi e un racconto uscito postumo di Chandler, che pur avendo pensato a Cary Grant, accetta con grande piacere la scelta poi caduta su Bogart.
Marlowe sarà interpretato anche da Dick Powell, Robert Montgomery, James Garner, Elliott Gould, James Caan e Robert Mitchum. La lavorazione del film svoltasi dall’ autunno 1944 al gennaio 1945, è ricordata per un curioso episodio. “La sceneggiatura – racconta Hawks – fu scritta in otto giorni da William Faulkner, Leigh Brackett e Sames Furthman, tutto quello che cercammo di fare fu di rendere ogni scena divertente. Non sapevamo bene quel che raccontava la storia durante le riprese. Mi domandarono a un certo punto chi uccide il tale e non lo sapevo. Mandammo un telegramma all’autore, Chandler. Non lo sapeva nemmeno lui. Il che non ha impedito al film di avere un ritmo molto rapido e di essere divertente. Ebbe un grande successo di pubblico. I critici erano disarmati perché volendo essere più furbi del protagonista, non ci riuscirono…” .
Il grande sonno rimane una pietra miliare del cinema noir anche a distanza di settant’ anni. Nel 1978 Robert Mitchum, ingaggiato dal regista Michael Winner come protagonista del remake Marlowe indaga, disse: “Che bisogno c’era di rifare un capolavoro con Bogart che ha le mani in tasca per tutto il film non levando mai gli occhi di dosso a Lauren Bacall?”. Prima della sua uscita Hawks decise di aggiungere alla pellicola quindici minuti per rendere più intenso il rapporto tra Marlowe e Vivian, cioè tra Bogart e Bacall marito e moglie dal 21 maggio 1945, una coppia glamour entrata nella leggenda di Hollywood….