ASSISI: UNA PICCOLA POMPEI UMBRA
Da sempre celebrata per la sua anima fortemente religiosa e per essere patria del caritatevole San Francesco, l’umbra Assisi indossa, per la prima volta, le vesti di cittadina “profana”. Ricchi signori, fastose ville, conviti e banchetti furono suoi protagonisti in epoca romana. La recentissima scoperta di una meravigliosa domus romana nel cuore del centro storico è la preziosa e incredibile testimonianza di una “piccola Pompei umbra”. Se alcun dubbio hanno gli archeologi sulla datazione della casa, fissata al I secolo d.C., più difficile è, per l’assenza di indizi diretti, stabilirne il suo proprietario, di sicuro ricco e di buon gusto, un commerciante forse della zona.
Uno scavo in corso da dieci lunghi anni, iniziato a seguito del sisma che colpì l’Umbria nel 1997, che lentamente ha riportato alla luce i primi ambienti di una domus romana di vastissime dimensioni, situata a sette metri nel sottosuolo. Ad oggi, gli archeologi hanno rinvenuto preziosissimi elementi: tre colonne del Giardino Porticato; il Triclinio, dove i Romani allegramente si “impegnavano” in lauti pasti e in piacevoli chiacchiere, arredato con pitture di grifoni, animali mitologici e motivi architettonici a sfondo giallo e rosso; il meraviglioso Cubiculum, una stanza da letto superbamente decorata, con un mosaico geometrico posto ad impreziosirne il pavimento ed un gioco di colori bianco, nero e rosso a modellarne le pareti, che si crede fosse riservato ad una donna, sia per i soggetti dei cicli pittorici -un esempio, la scena di toilettatura-, sia per il rinvenimento di un numero rilevante di fermacapelli. La splendida residenza, che si stima si estendesse su una superficie di 500 mq, e che al momento costituisce un unicum a nord dell’Urbs, si pensa riserverà ancora molte sorprese!
L’ODORE DI UN VECCHIO LIBRO, PREZIOSO RIVELATORE
Note di muschio e di erba, con cenni di vaniglia e punte più acre… non temete, nessuna soluzione magica. Si tratta dell’odore particolare dei libri antichi che, secondo un recente studio, sarebbe rivelatore di preziose informazioni sul loro “stato di salute”. Matija Strlic, chimico dello University College di Londra, affiancato da studiosi olandesi e sloveni, sostiene che i componenti volatili organici rilasciati dalle pagine dei volumi d’epoca costituiscano la base chimica dell’odore percepito, e che possano svelare indicazioni sullo stato di conservazione della carta. Queste sostanze, infatti, sarebbero frutto di un processo di degradazione dei materiali, legato proprio al tipo di carta, alla rilegatura e all’inchiostro usato.
La nuova tecnica, chiamata “degradomica” dai ricercatori, permette quindi per la prima volta di condurre, su documenti e libri remoti, indagini non invasive, prima di allora impossibili.
PRIME ASSICURAZIONI NELLA STORIA
Assicurazione sulla vita, sulla macchina…Direct Line, Genialloyd, Lloyd’s…. Trovare oggi l’assicurazione che soddisfi è semplice. Un numero elevato di compagnie offre assistenza, servizi e coperture per ogni evenienza e in ogni momento.
Ma dove e quando nacquero le prime forme assicurative? Egitto, 2.700 a.C.: una cassa mutua per pagare le spese funebri ai tagliapietre costituirebbe la più elementare, ma anche stupefacente, testimonianza di assicurazione. La stessa antica Urbs romana, successivamente, avrebbe creato una struttura analoga. E’ al più tardo Medioevo, però, che si datano le prime e autentiche forme regolamentate, introdotte proprio nel paese italiano. Un esempio è l’interessante documento dell’anno 1384, sottoscritto dal mercante genovese Francesco Di Marco e finalizzato a coprire i pericoli di trasporto via mare di colli di tessuto; la copertura stimata era pari all’1,3% del valore della merce trasportata.
Tam mari quam terrae, invece, è la prima società assicurativa, fondata nel 1424, sempre nella repubblica marinara genovese.
Tra le più importanti e grandi compagnie, ancora oggi, si ricorda l’inglese Lloyd’s, nata verso la fine del XVII secolo, il cui fondatore, Edward Lloyd’s, dispensava ai suoi uomini, oltre bibite per dissetarsi, informazioni inerenti alle navi mercantili inglesi impegnate a solcare i mari.
APPUNTAMENTO A…
ORVIETO con “IL FASCINO DELL’EGITTO. IL RUOLO DELL’ITALIA PRE E POST-UNITARIA NELLA RISCOPERTA DELL’ANTICO EGITTO”
Un’interessante mostra per documentare l’importante contributo degli archeologi italiani alla scoperta e alla messa in luce di una delle più affascinanti ed enigmatiche civiltà della storia. Tra i protagonisti, i celebri Giovanni Battista Belzoni e Bernardino Drovetti.
Museo Claudio Faina e Palazzo Coelli, fino al 02.10.2011