Al teatro Quirino “Le Olimpiadi 1936” di F. Buffa

Pubblicato il 27 Settembre 2015 in , da Attilio A. Romita

 

Olimpiadi 36Ieri sera al Teatro Quirino un evento speciale in attesa dell’inizio del cartellone ufficiale per la stagione 2015-16 che, come ci ha abituato il Teatro Quirino di Roma, riserva grandi spettacoli.

Federico Buffa è un telecronista sportivo che ha messo al servizio del teatro la sua lunga esperienza e le sue innegabili capacità di narratore ed è nato questo spettacolo: “Il racconto delle olimpiadi del 1936”.

Lascio la parola all’autore del perché ha voluto raccontare questo evento: “Credo che nella storia del ventesimo secolo rappresentino una sorta di spartiacque. Da quel momento lo sport ha smesso di essere ciò che era prima, diventa un veicolo di propaganda, anche uno strumento politico. Hitler era inizialmente restio a dover organizzare le Olimpiadi, fu il ministro della propaganda Joseph Goebbels a convincerlo.”. Si potrebbe dire che Goebbels si rese conto quanto lo sport poteva favorire la Großartigkeit tedesca, cioè quella che i francesi chiamano Grandeur e che potremmo tradurre in Italiano come Grandiosità ed Importanza Politica. E per ottenere il massimo del risultato “pubblicitario” della documentazione dell’avvenimento fu incaricata Helene Bertha Amalie Riefenstahl detta Leni, regista, attrice e fotografa tedesca che deve parte della sua celebrità ai film e documentari che esaltano il regime nazista. Il film per l’avvenimento è: “Olympia – Fest der Völker”, Olimpiadi festa dei popoli e può essere completamente visto su youtube 

I Giochi Olimpici del 1936 sono una delle edizioni più controverse perché Hitler e Goebbels  volevano che fossero le “loro” Olimpiadi per le apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. Ma le cose non andarono come il Fuhrer avrebbe voluto perché lo sport molto spesso va oltre i desideri della politica e di quelle Olimpiadi si ricordano forse più gli aspetti antinazisti legati alle scarse vittorie tedesche ed alle tante vittorie “antiariane” di atleti come Jesse Owens che vinse 4 medaglie, e Sohn Kee-chung, vincitore della maratona , coreeano, ma obbligato a correre con i colori giapponesi, invasori della Corea. Al momento della premiazione Sohn Kee-chung non esultò e copri con le mani lo stemma che aveva sulla maglia.

Federico Buffa narra gli avvenimenti olimpici con lo stile del giornalista sempre incalzante e partecipato e, per rendere più interessante la narrazione aggiunge informazioni su avvenimenti di quel periodo ed anche …qualche minigossip legate alle amicizie della bella Leni che le rendono possibile tramandarci la smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro di Owens.

In scena oltre Federico Buffa, nella parte di Wolgang Fürstner, comandante del villaggio olimpico, la brava Cecilia Gragnani, che interpreta famose canzoni senza tempo che fanno riferimento agli avvenimenti narrati e i musicisti Alessandro Nidi, pianista e responsabile delle musiche, e Nadio Marenco, fisarmonicista, che rendono più coinvolgente l’atmosfera dello spettacolo.

La scena è un luogo senza tempo vagamente simile ad un vecchio piano bar, mentre sullo sfondo scorrono le immagini tratte dal film di Leni Riefenstahl sempre in bilico tra il documentario sportivo e la scuola impressionista tedesca.

Lo spettacolo è realmente interessante e si è concluso con tanti applausi da parte di un pubblico nel quale la presenza giovanile era molto grande.

Lo spettacolo è stato applaudito in molti teatri italiani  e continua il suo viaggio in altre sedi.