E’ entrato in vigore il decreto del governo che fissa regole e divieti validi fino al 30 aprile 2021. Le regioni italiane rimangono in fascia arancione e rossa, non è previsto al momento il ritorno alla fascia gialla. È invece previsto il passaggio in fascia bianca dove ci sono 50 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti. Dove ci sono 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti scatta automatico il passaggio in fascia rossa.
È stato prorogato il coprifuoco dalle 22 alle 5 e il divieto di spostamento tra le regioni, ma con la possibilità di andare nelle seconde case. Scatta l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari e lo «scudo penale» per i vaccinatori in caso di morte o lesione grave subita da chi è sottoposto all’inoculazione.
Il decreto prevede la possibilità di riesaminare i divieti, consentendo la riapertura di alcune attività, se la regione avrà parametri da zona gialla, ma sulla valutazione peserà anche il numero di cittadini già vaccinati. Non è stata fissata una data ma è possibile che ciò avvenga dopo le prime due settimane di applicazione delle misure.
I nuovi colori delle Regioni, 11 in arancione
Entra in vigore l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che cambia le fasce di colore per le regioni. Sono in fascia rossa Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta.
Sono in zona fascia arancione Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto.
Rimane prorogato il divieto di spostamento tra le regioni: si può uscire dalla propria — con l’autocertificazione — soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza. Lo spostamento tra regioni è consentito anche per assistere una persona sola non autosufficiente.
Sì alle seconde case in ogni zona di rischio. Solo per una famiglia
Si può andare nelle seconde case anche fuori regione e anche se si trovano in zona rossa. Sono però previste alcune restrizioni che hanno come obiettivo quello di evitare gli assembramenti. Può andare nella seconda casa soltanto il nucleo convivente e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare nella seconda casa con amici e parenti. Può andare nella seconda casa soltanto chi dimostra di averne avuto titolo (quindi ne è proprietario o affittuario) da una data antecedente al 14 gennaio 2021. Le ordinanze di divieto dei governatori sono tutte scadute.
In Liguria il divieto è prorogato fino all’11 aprile (anche per i residenti) ed è proibito pure di andare in barca. In Toscana l’impedimento vale solo per i non residenti.
In fascia rossa torna il divieto di far visita ad amici e parenti
Nelle regioni in fascia arancione «è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22 e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti conviventi».
In auto con non conviventi si può stare massimo in tre con i passeggeri sul sedile posteriore e mascherina indossata.
Nelle regioni in fascia rossa è vietato uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute e urgenza e quindi le visite a parenti e amici non sono consentite.
Al rientro dall’estero scatta la quarantena dai 5 ai 14 giorni
Chi torna dai Paesi della Ue dove si è recato per turismo, oppure chi entra in Italia con la stessa finalità da un Paese Ue, deve effettuate un tampone antigenico o molecolare con esito negativo 48 prima del trasferimento, deve rimanere cinque giorni in quarantena e può uscire soltanto dopo aver effettuato un tampone con esito negativo. La stessa norma vale per i viaggi da Regno Unito, Irlanda del Nord, Austria e Israele che con un’ordinanza del ministro Speranza sono stati inseriti nell’elenco degli «Stati sicuri».
Chi torna dai Paesi che non fanno parte dell’Unione dovrà seguire la stessa procedura del doppio tampone ma rimanendo in quarantena per 14 giorni.
Operatori sanitari, c’è lo scudo penale e l’obbligo di vaccino
Il decreto prevede obblighi e tutele per gli operatori sanitari. Gli operatori sanitari di strutture pubbliche e private e delle farmacie «sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita».
Chi non accetta la vaccinazione subisce «la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali».
Quando l’assegnazione a diverse mansioni non è possibile «per il periodo di sospensione non è dovuta la retribuzione, altro compenso o emolumento». In caso di morte o lesioni del vaccinato (articoli 589 e 590 del codice penale) la punibilità dell’operatore sanitario «è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione».
Enoteche e ristoranti, asporto fino alle 22. Per i bar limite alle 18
In fascia arancione sono aperti tutti i negozi. Aperti anche barbieri, parrucchieri e centri estetici. In fascia rossa i negozi sono chiusi ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole e tabaccai. Aperti i negozi che vendono prodotti essenziali compresi gli articoli sportivi, l’abbigliamento per bambini.
Nei fine settimana in fascia arancione e rossa sono chiusi i centri commerciali.
L’asporto di cibo e bevande dai ristoranti, dalle vinerie e dalle enoteche è consentito fino alle 22.
L’asporto di cibi e bevande dai bar è consentito fino alle 18.
È sempre consentita la consegna a domicilio. Sono aperti i ristoranti degli alberghi per chi vi alloggia.
In caso di discesa della curva epidemiologica nelle regioni che hanno dati da fascia gialla si valuterà la riapertura dei bar e dei ristoranti a pranzo. Per evitare gli apertitivi non è escluso che si decida una limitazione degli orari, con la chiusura che potrebbe essere fissata alle 15 o alle 16.
Rimarrà invece sempre in vigore la possibilità di acquistare cibo e bevande per l’asporto, ma con le modalità già in vigore e dunque ristoranti, enoteche e vinerie fino alle 22 mentre dai bar l’asporto sarà consentito fino alle 18. Rimane esclusa la possibilità di autorizzare feste e ricevimenti e comunque tutte le occasioni che potrebbero determinare assembramenti, compresi i convegni e gli altri eventi pubblici.
Cinema e teatri, l’idea di mascherine e distanziamento
In caso di discesa della curva epidemiologica nelle regioni che hanno dati da fascia gialla si valuterà la riapertura di cinema e teatri, ma anche di musei, mostre e parchi archeologici. Per gli spettacoli in sala dovrà essere garantito il distanziamento, la mascherina sarà obbligatoria così come la sanificazione più volte al giorno, la prenotazione dei biglietti dovrà essere online in modo da evitare i pagamenti alla cassa e le file agli ingressi. Per le visite nei luoghi della cultura bisognerà attenersi alle regole che impongono la presenza scaglionata nelle sale e agli ingressi, la prenotazione online, un tempo di permanenza limitata in ogni sala e un numero di dispenser del disinfettante in base alla capienza.
Palestre, piscine e sport di contatto
In caso di discesa della curva epidemiologica nelle regioni che hanno dati da fascia gialla si valuterà la riapertura di tutti i negozi, compresi i centri commerciali nel fine settimana. Sono allo studio i nuovi protocolli per tutte le attività che attualmente sono chiuse anche quando la regione torna in fascia gialla.
Non è al momento prevista la riapertura delle palestre e delle piscine né la ripartenza degli sport di contatto. Non è al momento prevista la presenza del pubblico negli stadi, ma non è escluso — se i dati dei nuovi contagi fossero davvero bassi — di poter consentire la presenza di un massimo di 1.000 spettatori.
Non è al momento prevista la possibilità di far svolgere i concerti.
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini