Le truffe agli anziani, anche online, sono in aumento: la Polizia Postale, nel 2022, ha trattato oltre 15600 casi e la tendenza del primo trimestre 2023 vede un incremento del 5% nel numero dei casi rilevati
I cybercriminali si servono sempre di più dei social network per veicolare messaggi trappola con l’intento di carpire i dati sensibili delle potenziali vittime, rubarne il profilo e utilizzarne poi i contatti per raggiungere il maggior numero di utenti possibili.
Le truffe agli anziani viaggiano attraverso i Social
Le truffe diffuse attraverso le principali piattaforme social sono molteplici e diversificate: se le più frequenti offrono facili guadagni a fronte di un piccolo investimento iniziale, sono altrettanto numerose quelle che sponsorizzano offerte di lavoro prospettando una carriera da influencere proponendo allettanti collaborazioni con marchi famosi, inducendo sempre infine l’utente a cedere i propri dati personali, se non addirittura quelli bancari.
In molti casi, l’attenzione della vittima viene catturata con la tecnica del “tag”, tramite la quale viene menzionata e invogliata a visitare il profilo del truffatore, spesso talmente verosimile da indurlo ad avere un primo contatto attivo che lo fa cadere nella trappola.
Per difendersi dalle truffe online, accettare l’attivazione dell’autenticazione a due fattori, senza diffidenze o pigrizie
Per proteggere gli account e aumentarne il livello di sicurezza, si consiglia di adottare sempre adeguati sistemi di protezione, tra i quali l’attivazione dell’autenticazione a due fattori sui propri dispositivi, ovvero una verifica di identità che l’utente deve effettuare utilizzando un codice che riceve sul proprio telefono cellulare.
In sintesi:
La Polizia Postale consiglia di attuare alcune semplici regole di cyber hygiene, pillole di sicurezza informatica, che è possibile trovare nei seguenti link di approfondimento: