Il dibattito è ancora in corso e non ci sono quindi certezze: da un lato la richiesta è di un allentamento per gli spostamenti di Natale (richieste in questo senso da parte delle opposizioni e delle forze interne alla maggioranza) dall’altro l’incremento degli assembramenti per lo shopping di Natale con la necessità di una nuova stretta. Il Governo sta studiando le alternative a disposizione, innanzitutto sul divieto di muoversi tra Comuni diversi il 25, 26 dicembre e primo gennaio. Il divieto sarà eliminato soltanto per i piccoli comuni, il resto d’Italia probabilmente sarà considerato come zona rossa. Da capire se far scattare il provvedimento per il 19 e 20 dicembre o aspettare di arrivare a ridosso del Natale. Attualmente, le regole per il periodo compreso fra il 21 dicembre e il 6 gennaio sono contenute in uno specifico decreto legge già in vigore (dl 158/2020) e tutti i chiarimenti, anche relativi a situazioni specifiche, sono contenuti nelle FAQ del Governo (c’è una sezione speciale dedicata agli spostamenti di Natale).
In estrema sintesi, sono vietati gli spostamenti fra regioni, anche in zona gialla, dal 21 dicembre al 6 gennaio. E questa parte del provvedimento, pur essendo al centro di critiche e proposte di modifica, potrebbe restare immutata. Gli allentamenti allo studio riguardano invece il divieto di uscire dal comune, previsto solo per le tre giornate dal 25 e 26 dicembre e primo gennaio.
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Ci sono comunque diverse ipotesi allo studio. La prima, correggere il decreto nel corso dell’iter parlamentare. La mozione del centrodestra che chiede l’abolizione dei tre giorni di spostamento dovrebbe andare in calendario per il 16 dicembre al Senato. In preparazione, ci sarebbe anche una proposta di modifica da parte dello stesso Governo, che potrebbe introdurre un correttivo parzialmente la norma, senza eliminare il divieto ma limitandolo ai Comuni sopra determinate soglie di abitanti, oppure lasciando libera la circolazione nella stessa Regione almeno il giorno di Natale. Non si esclude l’inserimento di specifiche deroghe, ad esempio riferite al caso di parenti anziani.