Lo stato ideale dell’esistenza

Pubblicato il 8 Giugno 2016 in , , da Clementina Coppini

Potrebbe essere lo stato ideale dell’esistenza. Uno stato tranquillo. Un legame necessario e raro”.   Si tratta di qualcosa che “non sopporta deroghe, nemmeno una piccola bugia d’orgoglio.” Che cos’è? L’amicizia. Ma con gli amici devi fare il bravo, altrimenti rischi grosso. “Ho perso un amico perché gli ho mentito”. Eh, sì, ci vuole sincerità, oltre che di fedeltà. “Le ferite in amicizia sono inconsolabili. Il tradimento che si manifesta con il rifiuto o la menzogna provoca un male profondo.” L’amicizia finisce e “se ci capita di incontrarci ci diciamo, nell’imbarazzo, delle banalità.” Un vero amico bisogna meritarselo, non c’è dubbio, e certo non gli si può chiedere ciò che non si è disposti a fare a propria volta. Così è troppo facile, troppo comodo. Tutti vogliamo essere circondati da persone dalle alte qualità morali. Ma noi siamo degni di loro? Lo diceva anche Cicerone: “Per la maggior parte gli uomini hanno il torto – per non dire l’impudenza – di volere amici migliori di quanto non siano essi stessi, e di pretendere da essi servizi che non sarebbero capaci di dare. Prima di cercare qualcuno che ci assomigli, è meglio intanto essere una persona per bene”.

Quando si è amici amici davvero ci si può vedere dopo anni ed è come se ci fosse salutati un minuto prima. Per creare questa magia la sincerità non basta: ci vuole la delicatezza.

“Considero che un amico non possa mentire, far finta, e che invece parli con tutta la sincerità e la franchezza che l’amicizia vera pretende. Questo secondo me si deve esigere da un amico: che dica quello che pensa senza, ovviamente, ferire.”

È quell’ovviamente che fa la differenza. Dire quello che si pensa tanto per dire son capaci tutti. È farlo senza far male che presuppone quell’affetto e quel rispetto che solo un amico vero ha per te. Di gente che ti giudica dicendo che lo fa per il tuo bene ne trovi a ogni angolo di strada. Solo l’amico quando ti dice verità scomode sta male con te, perché il tuo bene è anche il suo bene.

Con lui puoi piangere e ridere di tutto. È quello disposto a farti un favore e a rischiare del suo, per te. “L’amico è colui che si può scomodare? Sì, soprattutto se può essere utile.”

Però non ti fa pesare ciò che fa per te, perché tu e lui siete due entità diverse e libere, unite per scelta e non per obbligo. “L’amicizia è quell’accordo di volontà. Quella libertà vissuta così come viene, senza sforzi né condizioni.”

I vecchi amici sono una grande ricchezza, ma non per questo va chiusa la porta ai nuovi. “Per fortuna mi restano ancora degli amici da scoprire: sia che facciano già parte del mio passato o che occupino il mio futuro. È bello pensare all’amico ancora sconosciuto.”

Con un amico il passare del tempo diventa più leggero e più leggero da portare il peso degli anni, se si condividono insieme. “Non so se l’età porti amicizie nuove o se si pensa sempre nello stesso vivaio. So che senza amicizia la vecchiaia sarà penosa e orribile.” Su questo non si discute.

Queste riflessioni vengono dalla penna di Tahar Ben Jelloun, grande scrittore marocchino trapiantato a Parigi. Il libro s’intitola L’amicizia.

 

alamaroNB- Clementina Coppini, autrice arguta di questa pagine, ha scritto di recente un libro, intitolato “Alamaro”. Ne suggeriamo la lettura, conoscendo la sua apprezzata capacità espressiva

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