La signora Parkin

Pubblicato il 28 Luglio 2010 in , , da Clementina Coppini

LA SIGNORA PARKIN

Con l’avanzare dell’età si nota di più la staticità nel raggiungimento della saggezza ed è un vero peccato diventare vecchi senza crescere nella principale virtù che si potrebbe avere occasione di acquisire con il tempo. Un vecchio saggio è un bene assoluto, un acquisto per sempre, qualcosa che merita la più sincera venerazione. Il più grande vecchio che conosco è la Signora Parkin. La Signora Parkin ha quasi ottant’anni, ma proprio non si direbbe. Non si lamenta dei suoi acciacchi, non annoia l’uditorio con la speciosa narrazione di quello che ha fatto durante la giornata, ma racconta solo ciò che ritiene degno di nota.

Indossa sempre cose appropriate alla sua straordinaria classe e porta con lo stesso impareggiabile stile un tailleur di Hermes e un grembiule comprato al mercato. È sempre perfetta, e anche se possiede gioielli di grande pregio non ne fa sfoggio, e non ne indossa mai più di uno alla volta. Non le servono nemmeno, poiché ella è la più palese dimostrazione del concetto sacrosanto che il più bell’ornamento di una donna è la sua intelligenza.

L’intelligenza ha impedito allo splendore della Signora Parkin di sfiorire. Ho visto tante giovani e belle donne vicino a lei, ma tutte sembrano pallide copie di bottega in paragone all’originale del Maestro. Sono convinta che il suo spirito non possa morire: quando sarà il momento semplicemente trasmigrerà in altri luoghi e pensieri, come è giusto accada a una leggenda.

La Signora Parkin è un essere in carne e ossa, beninteso, e ha un indirizzo, una mail e un numero di telefono. Ma è anche qualcosa di più.

È il simbolo della bella vecchiaia, di ciò che un essere umano può sperare di diventare con gli anni: educato, buono, corretto, disponibile, raffinato, aperto di mente e di cuore, interessante, affascinante. In una parola saggio. Vecchiaia con lei diventa termine di ampio respiro, riconquista il suo significato di dignità e autorevolezza.

Quando la Signora Parkin esprime un concetto non è mai una banalità. I suoi proverbi sono come motti scolpiti nella pietra. Il mio preferito è “non si può fare una borsetta di seta con un orecchio di maiale.” Significa che non si può cavare sangue da una rapa, ma anche che non si possono ottenere risultati senza impegno e dedizione, che il raggiungimento di uno scopo implica fatica e che in ogni caso ci vuole talento e il talento va esercitato. Non si deve accettare il destino, ma  addestrarsi a combattere per plasmarlo. Tu puoi essere il più brutto degli scorfani ma puoi sforzarti di perfezionarti e modellarti e spendere le tue energie per operare la trasformazione. La Signora Parkin è il prototipo della borsetta di seta nuova fiammante, inattaccabile dal tempo. Dai suoi insegnamenti io, nata orecchio di maiale, ho imparato quello che serve – massimo impegno, severissima volontà, assoluta applicazione, umiltà – per fare il grande salto. Così un giorno non sono più stata l’orecchio di maiale che ero e sono diventata una borsetta di seta. Piccola, non firmata, senza fodera all’interno, modello base tinta unita, ma una borsetta, e di seta.

Ci sono persone che invecchiando diventano maestri di vita e di pensiero, ma questo accade probabilmente perché hanno pensato e vissuto anche da giovani.

Non ho potuto vedere com’era la Signora Parkin da giovane e francamente non mi interessa. Così com’è adesso è la più bella borsetta di seta che io abbia mai visto.

 Contributo di Clementina Coppini