Sarà un anno fitto di appuntamenti elettorali quello che il Pakistan inaugura con le elezioni politiche dell’11 maggio. Segnato fin dalla sua origine da una profonda instabilità che ha portato i militari al potere destituendo amministrazioni civili particolarmente fragili, il “Paese dei puri” raggiunge quest’anno un traguardo storico: per la prima volta un governo civile completa il proprio mandato, preparandosi a passare il potere a un altro esecutivo. I cittadini pakistani sono chiamati a eleggere i 272 deputati dell’Assemblea nazionale (la Camera bassa del Parlamento) e i membri delle 4 assemblee provinciali.
I maggiori contendenti sull’arena politica pakistana risultano essere ancora il Pakistan People’s Party (PPP), attuale partito di maggioranza, di orientamento laico e socialista spesso identificato con la dinastia Bhutto e la Pakistan Muslim League-Nawaz (PML-N), erede del movimento indipendentista del padre della patria Ali Jinnah, di orientamento conservatore. Tra i due contendenti è spuntato un outsider: il Pakistan Tehrik-i-Insaaf (PTI), partito guidato dal popolare ex giocatore di cricket Imran Khan, che si propone come alternativa al sistema tradizionale dei partiti del Paese.
Lontano dai riflettori dell’agone elettorale agiscono però altri attori: è il caso dei militari e soprattutto dell’Inter-Service Intelligence (ISI), la potente agenzia di servizi segreti pakistana vero e proprio stato nello stato, legata a doppio filo ai movimenti islamisti che nell’ultimo periodo hanno intensificato i proprio attacchi alle istituzioni, in particolare a uomini politici provenienti dalle file del PPP. Nell’autunno del 2013 il capo di stato maggiore dell’esercito Ashfaq Kayani dovrebbe ritirarsi, così come il chief justice della Corte Suprema, Iftikhar Muhammad Chaudhry. Lo stesso mandato del presidente Asif Ali Zardari scadrà a settembre.
Puntare il riflettore su questa prima tappa elettorale di un paese chiave per le dinamiche geopolitiche e strategiche dell’area può dunque aiutare a comprendere i difficili sviluppi della regione: dalla stabilizzazione dell’Afghanistan al difficile rapporto con l’India e a quello altalenante con l’Iran, sono molte le sfide che vedono il Pakistan giocare un ruolo di primo piano. Sullo sfondo, l’incognita del rapporto con gli Stati Uniti, da sempre piegato alla soddisfazione dei reciproci interessi nazionali: continueranno a convergere o è giunta l’ora, per il Pakistan, di cercare nuovi amici?