Una città di anziani e di single. La Milano del 2030 avrà un milione e mezzo di abitanti, metà dei quali vivrà però da solo e uno su cinque avrà più di 70 anni d’età. È il documento sul piano welfare dei prossimi anni approvato in giunta in questi giorni che fotografa la città che verrà. I dati del sistema informativo raccontano di un lieve aumento della fascia 35- 54 anni (più 2,1 per cento) e di quella tra i 55 e i 70 (più 1,3 per cento). Entro il 2035 gli over 70 passeranno invece da 243mila a 263mila e andranno a sfiorare il 20 per cento della popolazione complessiva.
La solitudine è collegata al tema dell’invecchiamento e della diversificazione delle tipologie familiari. Milano si caratterizza per una presenza significativa di persone sole: 302.947 cittadini (il 45 per cento sul totale delle famiglie), un dato nettamente superiore alla media italiana (32 per cento). A questo si aggiunge l’11 per cento (76.036 milanesi) di famiglie mono-genitoriali, che porta la percentuale di persone o genitori «soli» a rappresentare più della metà della popolazione.
“Stiamo sperimentando un modello di welfare per tutti che provi a superare la frammentazione, abbattere le barriere create tra i cittadini e facilitare l’accesso ai servizi sociali” spiega l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino: “Tutto ciò è possibile grazie alla scelta di non arretrare sul piano delle risorse messe a disposizione per il sostegno al reddito e il contrasto alla povertà; sono 52 milioni di euro i fondi che il Comune investirà e gestirà nel 2019 su questo terreno”. Tra le iniziative già avviate c’è per esempio quella di WeMi, il portale dei servizi domiciliari, e gli undici sportelli fisici collegati che potranno essere utilizzati dai beneficiari della nuova Bebè card (ripartirà dopo l’estate) per l’acquisto di servizi per la famiglia (baby sitter e colf essenzialmente). “Per far fronte all’aumento di famiglie in condizioni di povertà — spiegano dall’assessorato — uno degli obiettivi è ampliare, fino ad arrivare a 10 punti fisici in città nei prossimi anni rispetto ai due attuali, la rete dei social market, i supermercati solidali specializzati nella distribuzione di prodotti alimentari a lunga conservazione e di frutta e verdura a cui accedono le persone bisognose segnalate dagli enti accreditati”. L’obiettivo è appunto creare un network che li colleghi tutti attraverso l’utilizzo di una card specifica per l’accesso. Giudicata positiva dai tecnici dell’assessorato anche la sperimentazione sulle residenze sociali temporanee, poi diventata strutturale, che ha raddoppiato (da 500 a 1.050) i posti a disposizione per le persone che si trovano in una situazione di emergenza abitativa.
Fonte: Corriere della Sera