Il fotografo Eros Mauroner ha immortalato donne che vivono in residenze assistite, vittime spesso di malattie anche molto invalidanti. Eppure la loro espressività è così intensa, interessante e ricca che l’artista ha associato ogni figura femminile a un celebre dipinto, riproducendone la postura, lo sguardo, l’abbigliamento. Ventitré ritratti di donne non più giovani che diventano, nelle foto di Eros Mauroner, regine, contesse, nobildonne o madonne.
Un’idea maturata dopo un primo ritratto alla madre di un amico: “Il ritratto fotografico mostra una persona per come è e anche per quello che vorrebbe essere, il suo sogno, il suo possibile. Gli occhi, lo sguardo, sono la porta che si apre sui mondi e le emozioni, che ognuno porta con sé”. Dopo il primo scatto, è balenata in Mauroner la consapevolezza che non doveva finire lì . Così, con l’aiuto di Vincenzo Genna, operatore e animatore in alcuni istituti milanesi, il progetto ha avuto un ampio e interessante sviluppo: donne anziane, spesso malate, private dal tempo di energia e vitalità, ma anche di cognizione, di memoria, di orientamento spazio-temporale, hanno vissuto una trasformazione che ha raggiunto le loro coscienze, l’eterno femminino che è ancora in loro. Ineccepibile il risultato. Ammirevole l’impegno.
Queste immagini non solo salvaguardano e rispettano la dignità delle protagoniste, ma riescono a esprimere un sogno che sembrava impossibile e che invece le pervade.
In un contesto complesso e dal carico umano così intricato, Mauroner è riuscito a ordire una trama, tessuta di sguardi, di sorrisi, di emozioni profonde. Ogni ruga, atteggiamento o posa racconta una storia personale, un vissuto, nel bene e nel male, che traspare limpido, splendente.
“Abbiamo giocato con loro, abbiamo proposto loro una serie di ritratti della storia dell’Arte, ognuna ha scelto in libertà il quadro che voleva interpretare. Poi abbiamo allestito le scene, come per gioco, con molte imperfezioni, come in tutte le cose vere, le nostre modelle sono state strepitose, hanno partecipato con dignità e fierezza”. Il progetto vuole portare i visi delle donne anziane e dei ritratti famosi a ritrovarsi insieme in un luogo senza tempo, una dimensione in cui si possano rivedere e riamare.
Il ritratto dipinto, di principi, imperatori, regine, condottieri, papi, era sempre realizzato per l’eternità affinché venisse tramandato ai posteri. Con l’avvento della fotografia tutti, o quasi tutte le classi sociali, hanno potuto beneficiarne. Tutte le immagini sono per l’eternità, restano, trasformando il ricordo, in sensazione tangibile.
“Madame De Barry”, “Madame Latouche”, “La Dama con l’ermellino” di Leonardo Da Vinci, “La Donna velata” di Raffaello, un Dürer in “Ritratto di donna veneziana”, il famoso Vermeer de “La ragazza con l’orecchino di perla”, “Una donna velata” di Angelica Kaufmann. “Queste donne meravigliose portano sul viso i segni del tempo e del vissuto, a volte doloroso, di ciascuna di loro, ed è proprio a questo che vogliamo rendere omaggio”, ha spiegato ancora Mauroner parlando delle modelle. “Il ritratto fotografico mostra una persona per come è e anche quello che vorrebbe essere, il suo sogno, il suo possibile. Gli occhi, lo sguardo, sono la porta che si apre sui mondi e e le emozioni che ognuno porta con sè”.
Complimenti all’autore. Una galleria che non è solo d’arte.