Se si vuole prendere in considerazione il ruolo delle donne in politica anche negli anni passati, in Italia, il pensiero corre a Leonilde Iotti, che è stata la prima donna nella storia del nostro Paese a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato: quella di Presidente della Camera dei Deputati, nella prima Repubblica Italiana
Questo è avvenuto, non molti anni fa, nel giugno 1979. Il primato politico, per cui Leonilde Iotti è ricordata ancora oggi, è quello di essere stata deputata ininterrottamente, dalla prima alla tredicesima legislatura della Repubblica italiana. (Reggio Emilia -20 aprile 1920/Roma -3 dicembre 1999)
Quando Leonilde Iotti fu nominata Presidente della Camera dei Deputati fece un discorso che appartiene alla sua biografia, ma anche alla memoria collettiva di molti perchè rappresenta il sincero ed emozionato orgoglio di una donna politica. Ecco le sue parole, che si possono leggere nei testi che la ricordano.
Leonilde Iotti, tra emozione, emancipazione femminile e impegno, per una pari responsabilità sociale e umana
“Comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa vivo questo momento in modo emblematico, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne, che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.
La storia di Leonilde Iotti non è comune e un po’ stupisce ed emoziona ancora oggi, non solo per il suo eccezionale ruolo politico, ma perché anche la sua vita privata, rispetto alla carriera delle donne politiche di oggi, è realmente diversa, anche se non risale a molti anni fa.
Leonilde Iotti, detta Nilde, nata a Reggio Emilia nel 1920, era figlia di un semplice ferroviere, dichiaramente di sinistra e perseguitato dai fascisti, un uomo che cercò di far studiare la figlia, nonostante le difficoltà economiche e politiche in cui si era ritrovata la famiglia.
Morto il padre e rimasta orfana giovanissima, Nilde vinse una borsa di studio che le permese di iscriversi all’Università Cattolica di Milano, dove si laureò nel 1942. Per mantenersi in modo autonomo, iniziò subito a insegnare in un Istituto tecnico di Reggio Emilia.
Nilde Iotti era una donna molto attiva e impegnata anche politicamente nella sinistra italiana e nella rinascita antifascista del dopoguerra. Nel 1946 entra nel palazzo di Montecitorio insieme ad altre deputate, che rappresentano il nuovo Parlamento della Repubblica italiana.
Eletta all’Assemblea costituente, nel Partito Comunista italiano, entrò a far parte degli organismi dirigenti nazionali. E nel 1948 fu anche eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati. Rimase a Montecitorio senza interruzioni o compromessi fino al 1999. E per lungo tempo è stata Presidente dell’Assemblea Costituente.
Gli anni di partecipazione al lavoro all’Assemblea Costituente sono stati una grande esperienza per Leonilde Iotti, e il lavoro che ha svolto con passione insieme ad altre donne, è diventato una vera scuola politica, che le darà l’occasione di incontrare importanti personaggi politici soprattuto della sinistra, tra cui il leader Palmiro Togliatti, allora Segretario Nazionale del PC.
Leonilde Iotti e il suo amore impossibile, per quegli anni
Palmiro Togliatti aveva quasi trenta anni più di lei ed era sposato con Rita Montagnana. Ma tra Leonilde Iotti e Palmiro Togliatti, oltre agli interessi politici comuni, un po’ alla volta nacque anche un forte rapporto sentimentale, che sarebbe durato molti anni, manifestandosi anche al pubblico.
Dopo l’attentato del 1948, insieme chiesero e ottennero l’affidamento di una bambina (Marisa Malagoli), sorella minore di uno dei sei operai uccisi a Modena da agenti della Celere, nel corso di una manifestazione operaia.
Le lettere d’amore che Nilde Iotti e Palmiro Togliatti si si sono scambiate in quegli anni di lavori politici sono state tante. Alcuni partigiani, ricercatori storici, hanno raccolto e segnalato una lettera di Palmiro Togliatti a Nilde Iotti, molto chiara sentimentalmente:
“Quanto ho fatto verso di te e con te non è mai stata un’intenzione frivola… Ho seguito un impulso più forte della mia volontà… Mi pare che possiamo e dobbiamo solo andare avanti, come in certi passi difficili di montagna. Questa è la lettera più seria che ti ho scritto, cara, stracciala, bruciala, rendimela. Ma voglimi bene!” (questa lettera è stata raccolta e custodita dalla Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). I partigiani erano stati per Leonilde Iotti una grande scuola politica, una prova della sua passione politica , ma soprattutto sono stati testimoni della nascita di un sincero amore per Palmiro Togliatti.
La relazione amorosa tra Nilde e Palmiro procurerà diverse inimicizie e difficoltà, a causa della rigida morale comunista e della diffidenza di molti compagni. Ma le azioni politiche di Leonilde sul diritto di famiglia e il matrimonio contribuiranno a rendere più moderno il codice civile.
Una grande eredità politica e morale
Leonilde Iotti ci ha lasciato una grande eredità politica: insieme a ventun madri costituenti ha contribuito a scrivere articoli fondamentali sulla famiglia, e si è battuta in molte occasioni per i diritti delle donne, a partire dalle braccianti e dalle mondine, poi per cercare di dare una pensione anche alle casalinghe. Ha creduto e si è esposta per la riforma delle norme di diritto civile soprattutto e per un nuovo diritto di famiglia e per il divorzio, come già era in atto in molti Paesi europei.
E questo impegno per un nuovo diritto di famiglia e soprattutto per il divorzio è stato costante anche negli anni successivi della sua attività politica.
La sua relazione sulla famiglia resta attuale ancora oggi, e ha contribuito a scrivere alcuni articoli della nostra Costituzione.
La Iotti è rimasta deputata europea fino al 1979, anno delle prime elezioni dirette in Italia. E giustamente di lei si parla ancora.