E’ forse il pittore più conosciuto e più amato nella storia dell’arte tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Molti libri e diverse mostre si occupano di lui. Suscita un certo stupore perché dipinge e mette in scena in modo realistico soggetti semplici
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio è nato a Milano il 29 settembre 1571. Il padre Fermo Merisi, amministratore-architetto, era responsabile della manutenzione degli edifici del marchese Francesco Sforza situati a Caravaggio. Ed è per questa ragione che per molti anni gli storici dell’arte credettero che il Caravaggio fosse nato proprio nel piccolo paese in provincia di Bergamo e non a Milano. Morto il padre, la madre del Caravaggio mise il figlio giovanissimo a bottega dal pittore lombardo Simone Peterzano che aveva uno studio ben attrezzato a Milano. Il giovanissimo Caravaggio lavorò per quattro anni con il pittore, un artista di origine bergamasca ben quotato nell’ambiente lombardo. Ma pare che quel tipo di pittura, legata al manierismo lombardo, non interessasse all’allora appena diciottenne pittore, giovane molto irrequieto e desideroso di nuove conoscenze. Caravaggio andò a Roma, forse in cerca di nuovi stimoli e di nuove botteghe, ma soprattutto desideroso di scoprire un nuovo modo di fare pittura, nuovi personaggi e ambienti diversi da rappresentare, In un certo senso alla ricerca di un nuovo mondo.
L’importanza di Roma nella pittura di Caravaggio
A Roma Caravaggio, come tanti altri, alloggia nei quartieri popolari nelle stradine piene di ribelli spesso armati di coltello, vicino a Piazza Navona e piazza delle Erbe, personaggi con pochi denari che spesso abitavano in modesti alloggi e ritraevano gente del popolo. Nei primi tempi il giovane trova solo lavoretti di bottega presso pittori diversi. Con le sue opere, realizzate da indipendente, Caravaggio suscita un certo stupore perché dipinge e mette in scena in modo realistico soggetti semplici. Lo fa per pochi denari, mettendo l’accento sul realismo della vita dei poveri, che sono poi le persone che incontra quotidianamente nei quartieri in cui vive. Il suo campo di azione si distanzia e si estende, rispetto alle figure spesso santificate degli altri artisti che abitavano negli stessi luoghi.
Sono tanti i nuovi soggetti che Caravaggio cerca e trova nella Roma dei poveri e che diventano modelli per i suoi quadri. Dal “Ragazzo con canestro di frutta” al “San Giovanni Battista“ – che sembra nascondere una capra – al “Un ragazzo morso da un ramarro” che viene all’epoca così descritto: “fece anche un fanciullo morso da una lucertola, la quale usciva da fiori e frutti. E parea quella testa veramente stridere e il tutto con diligenza era lavorato”. La paternità di questo testo diede origine ad aspre contese, ma poi venne attribuito allo storico Roberto Longhi.
In una immagine, abbastanza insolita nel panorama dei personaggi di Caravaggio, una ragazza è seduta su una sedia intenta, pare, ad asciugarsi i capelli con in terra un vasetto con monili e gemme. La posa e i particolari sembrano molto realistici; secondo la tradizione è rappresenta una cortigiana romana il cui nome – che evidentemente serviva a farla distinguere – era Fillide e il titolo dell’opera è “Ritratto di una giovane donna”. Non si sa molto del personaggio ritratto, la tela proviene dalla galleria Giustiniani ed è circa del 1600, quando Caravaggio era impegnato in San Luigi dei Francesi. I pochi gioielli posati a terra e l’abbigliamento sembrano appartenere a un personaggio della bassa borghesia, non ricco.
I personaggi ritratti da Caravaggio
“Il ragazzo morso da un ramarro” ha anch’esso un forte legane con la realtà; la tela oggi fa parte della collezione appartenuta allo storico dell’arte Roberto Longhi. “Il Bacco è un’opera molto elaborata”. Giovanni Baglione, pittore della metà del Cinquecento e biografo di numerosi artisti, elencando i lavori di Caravaggio, racconta: “il primo fu un Bacco con alcuni grappoli di uva diverse, con gran intelligenza fatte”. La purezza delle forme fa pensare a un’opera piuttosto tarda , ma la tela fa parte invece delle tele del giovane Caravaggio ed è stata dichiarata autentica.
Tanti altri soggetti hanno un forte legale con la vita quotidiana, come il famoso “Canestro di frutta ” da tempo esposto nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Fra le tele contestate dagli storici c’è il grande quadro che rappresenta “La morte della Vergine”, commissionata a Caravaggio dalla curia romana nel 1601 e la cui esecuzione si protrasse per diverso tempo (la tela fu terminata nel 1605), ora esposta al Museo del Louvre di Parigi. Il quadro è stato molto contestato sia dai carmelitani sia da alcuni cattolici perché come modello per la Madonna Caravaggio aveva scelto -pare – una donna di strada morta per annegamento: il suo corpo appare tumefatto nella tela, con in primo piano Maddalena piegata dal dolore. La Vergine giace indossando un vestito rosso e sembra veramente una povera donna comune.
Questi commenti vennero formulati in anni più recenti da diversi storici dell’arte, fra cui lo stesso Longhi, uno dei primi a studiare approfonditamente l’opera del pittore e poi a farne, nel 1951, una grande mostra al Palazzo Reale di, Milano, corredata da un’ampia documentazione che rendeva omaggio a un’artista allora ancora da scoprire.
Il Caravaggio lavora in un mondo popolare, non usando mai la rappresentazione di personaggi nobili: è proprio questa la grande novità che mette in luce con la sua pittura un’umanità poco conosciuta e con la descrizione veritiera di particolari generalmente poco rappresentati.
La cappella Contarelli
Fra le tele di maggior dimensione molto conosciute e ammirate ci sono quelle della cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, situata nel quartiere vicino a piazza Navona dove il Caravaggio viveva. Il pittore ottenne la commissione del lavoro nel luglio del 1599 da monsignore Matteo Contarelli con l’incarico di decorare la cappella di famiglia con affreschi dedicati alla vocazione di San Matteo. Il Caravaggio dipinse dei grandi e sorprendenti affreschi, con personaggi collocati in diverse posizioni, sia statici sia in movimento; sono rappresentate scene sorprendenti, tanto da paragonare le pitture a inquadrature cinematografiche.
Oggi il Caravaggio è un artista molto conosciuto, spesso raccontato con libri e mostre che hanno indagato oltre le sue qualità innovative come pittore, anche il carattere del personaggio, molto libero e spesso contestatore. Fra coloro che vollero conoscere meglio l’artista anche lo psichiatra Vittorino Andreoli che, ripercorrendo le tappe della vita e della carriera di Caravaggio, ci ha aiutato a comprendere meglio le sue tele e i capolavori che ci ha lasciato.
Andreoli ha fatto una osservazione che tutti possono constatare: “con le sue opere Caravaggio sorprende perché mette in scena personaggi presi da un mondo popolare ed emarginato”.