Alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo la Vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding e la Commissaria Cecilia Malmström si sono oggi unite agli attivisti dei diritti umani per invocare la tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili (MGF). , di cui si calcola siano vittime diverse centinaia di migliaia di donne nell’UE. Alle Commissarie si sono uniti membri del Parlamento europeo e le principali attiviste mondiali nella lotta contro le MGF, tra cui Waris Dirie, “Fiore del deserto”, Khady Koita e Chantal Compaoré, first lady del Burkina Faso.
Parallelamente la Commissione ha lanciato oggi una consultazione pubblica per chiedere ai cittadini di suggerire il modo migliore per lottare contro le mutilazioni genitali femminili a livello di Unione europea. La consultazione sarà aperta fino al 30 maggio 2013. La Commissione ha inoltre annunciato che stanzierà 3,7 milioni di EUR per finanziare attività degli Stati membri intese a sensibilizzare alla violenza contro le donne e altri 11,4 milioni di EUR a favore delle ONG e di altre associazioni che lavorano con le vittime.
“Oggi la Commissione europea si unisce ad alcune donne eccezionali per chiedere la tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di una pratica estremamente crudele che viola i diritti di donne, ragazze e bambine. L’UE lotterà per porre fine alle mutilazioni genitali femminili, non solo nella Giornata internazionale della donna ma 365 giorni l’anno” ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. “Invito tutti coloro che hanno conoscenze al riguardo a esprimere la loro opinione sul modo migliore per combattere le mutilazioni genitali femminili.”
“Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una grave violazione dei diritti umani. Il rischio di subire tale pratica deve costituire un motivo valido per ottenere asilo o protezione umanitaria. Nella nostra legislazione sul diritto di asilo è riservata una particolare attenzione a donne, ragazze e bambine che chiedono asilo a causa di minacce di mutilazione fisica. È necessario che l’Europa offra una protezione adeguata a tutte coloro che rischiano di subire mutilazioni genitali femminili o ai genitori che temono di essere perseguitati perché rifiutano di sottoporre la loro figlia a questa pratica” ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni.