Quante volte abbiamo lottato per qualcosa in cui credevamo in modo saldo, convinti fosse una buona idea? Giorni interi (a casa o al lavoro) passati a combattere aspettando il momento del relax: “Che sollievo sarà per te la notte, col suo velo gemmato, che soffoca il lampo.” Bello il riposo dai problemi, soprattutto quando se ne comprende il valore assoluto.
Uno potrebbe pensare che siano cose da poco, quelle per cui si combatte, invece spesso questo angosciarsi quotidiano è la vita. Si sta male fuori e si sta male in casa. Si vive sperando nella fine delle continue seccature, in una soluzione qualsiasi. “Io singhiozzo sui dolori che soffro. Sarà destino, un tempo, che arrivi la fine della mia sofferenza?” Anche se non sempre chiamiamo sofferenze gli affanni quotidiani, spesse volte lo diventano.
L’ansia cresce e inevitabilmente si fanno errori. Tu che sei onesto hai scelto di prenderti le tue responsabilità e pagare le conseguenze. “Scelsi io di peccare, non voglio negarlo. Da me ho cercato il mio strazio.” Bravo, ma non illuderti che questo possa preservarti dalle conseguenze. Se sbagli, anche se sei armato delle migliori delle intenzioni e hai il solo con lo scopo di aiutare il prossimo, sono problemi tuoi. Ti incatenano a una rupe e si dimenticano di te.
Tu combatti, anche e soprattutto per chi ha deciso di rinunciare a lottare. “Nessuno provava a resistere. Io da solo, temerario, volli salvare i viventi.” Non ti sei mai arreso, ma non credere che ci sarà qualcuno che te ne renderà merito. Pure se ti senti eroe non ti sei mai aspettato medaglie.
Ragioni e affronti le situazioni, spesso con dispiacere e umiliazione. Ti mortificano, ma tu vai avanti a testa bassa. “Rifletto e intanto mi lacero dentro: vedo me stesso coperto di fango.” Un po’ come Batman, insomma. Come un cavaliere oscuro che anche se fa cose buone a Gotham City non vengono mai riconosciuti i suoi meriti. Come Batman, ma senza i suoi soldi. Possibile che la gente quando sei in difficoltà ti abbatte? Possibile che il prossimo quando sei a terra si senta in dovere di darti il colpo di grazia?
Il fatto di non fare proseliti non è un motivo per rinunciare alla lotta. E tu, che, anche se non lo ammetterai mai, sei un tenero insicuro, cerchi sempre di giustificare le tue azioni. Ti hanno spiegato che non dovresti, ma tu continui a farlo. “Scaverò fino in fondo. Dirò quello che vuoi sapere.” Racconti tutto, ma la tua trasparenza non viene sempre apprezzata, anzi. Alcuni pensano che questo atteggiamento sia solo un modo subdolo per sottolineare gli altrui sbagli. Che dire? Pensino quello che vogliono.
Resta il fatto che, pur esternando il tuo pensiero, ci sono cose che sai tenerti per te, perché “il momento è una storia che non finisce mai: non è un vantaggio conoscerla tutta.” Non ti interessa che qualcuno ti difenda e soprattutto tu non difendi te stesso: non per eccesso di orgoglio, bensì perché ritieni sia tempo perso. Per la stessa ragione non chiedi aiuto a chi ti potrebbe dare una mano. “Non verrà mai da me una supplica che mi salvi da queste catene: in mezzo c’è un tempo infinito.” Non importa quello che hai dovuto, devi e dovrai subire, perché hai compreso che alla fine contano solo le opere che si compiono, ciò che si lascia nel mondo.“Non conoscevano le case inondate di sole, né il mestiere del legno. Mancavano loro i presagi del freddo che viene, della primavera fragrante, del tempo caldo dei frutti. Era tutto un darsi da fare senza lume di mente. Finché io insegnai le aurore e i tramonti nella volta stellata.” Guardare la volta del cielo, illuminare una mente: ecco qualcosa per cui vale la pena vivere, costi quello che costi. Lo dice Prometeo, Titano venuto dalla notte dei tempi (che, per aver donato agli uomini il fuoco, viene incatenato a una rupe e condannato a farsi mangiare il fegato da un’aquila per l’eternità), nella tragedia (Prometeo Incatenato) che gli dedicò un anziano quanto arzillo scrittore greco (e genio) che si chiamava Eschilo e che 25 secoli fa aveva già capito benissimo come gira il mondo.