Care Marina e Rebecca,
vi leggo da qualche settimana e ho deciso di scrivervi. Sto per sposarmi: il matrimonio è previsto per fine agosto a Genova, città natia del mio futuro marito. Lo so, dovrei essere un tripudio di gioia… e invece ho molti dubbi. Ma lasciate che cominci dal principio.
Ho conosciuto il mio promesso sposo due anni fa: è stato amore a prima vista. Eravamo a una festa di amici e, quando mi ha vista, non mi ha più levato gli occhi di dosso: con una scusa qualunque ha scritto la sua mail su un foglio e me l’ha data. Qualche giorno dopo, sono stata io a scrivergli: ci siamo incontrati e la sera stessa lui mi ha baciata. Dopo pochi mesi mi sono trasferita a casa sua. Sono stati i mesi più belli della mia vita: uscivamo tutte le sere, persi l’uno nel mondo dell’altro, ebbri di gioia. Poi, quando tutto sembrava ormai decollato e sereno, sono arrivati i problemi. Lui ha cominciato a diventare instabile: si arrabbiava per un nonnulla e, anche se poi mi chiedeva scusa, faceva cose incomprensibili. Un giorno mi ha abbandonata al supermercato e se ne è andato a casa. Non ho mai capito il perché: aveva perso la testa. All’inizio erano piccole cose, e io gliele ho perdonate tutte. Poi, quest’estate, tre giorni prima di partire assieme per le ferie estive, il finimondo. Si è arrabbiato di nuovo e mi ha mandata via di casa: voleva partire da solo. Nonostante tutti mi consigliassero di lasciarlo perdere, io l’ho fatto ragionare e siamo partiti assieme: è stata un’estate bellissima, ma al rientro sono ricominciati i problemi. Il 23 dicembre eravamo dai miei a scambiarci gli auguri, il 24 avrei dovuto partire con lui per passare la vigilia di Natale a Genova con la sua famiglia, ma lui ha perso di nuovo la testa e mi ha cacciata di casa. Abbiamo passato il Natale separati e io ho portato via le mie cose da casa, ma poi a gennaio mi ha telefonato per chiedermi scusa, implorandomi di tornare e chiedendo perdono per il suo comportamento. Per dimostrarmi il suo pentimento mi ha regalato un anello e mi ha chiesto di sposarlo. Contro il volere dei miei e le perplessità dei suoi, abbiamo fissato la data per fine agosto: ci sposeremo, impegnandoci per sempre l’una con l’altro. Io so di amarlo, ma più la data si avvicina più vengo sopraffatta dai dubbi: e se la sua rabbia tornasse? Se lui ricominciasse a comportarsi in modo incomprensibile, una volta sposati, che ne sarebbe di me? Per favore, aiutatemi!
Bionda Dubbiosa
“Cara Bionda Dubbiosa,
Cercherò di non dilungarmi e di andare dritta al punto: per prima cosa ringraziali, questi tuoi dubbi, perché potrebbero impedirti di fare un grande errore, dammi retta! Il matrimonio non è per tutti e, soprattutto, è una questione seria. Oggi, in particolare, è diventato una “questione per pochi eletti” e sai perché? Perché oggi non è più necessario sposarsi. Se ci si ama, ormai, si può tranquillamente convivere senza subire il giudizio di nessuno e questo abbattimento degli obblighi sociali ha fatto sì che il matrimonio sia diventato davvero un gesto su cui riflettere, e te lo dice una donna divorziata. Ebbene sì: anche io ho subito il fascino di questo rito atavico, di questo gesto da fiaba…che nel mio caso si è trasformato in un vero incubo e sai perché? Perché “Credevo fosse amore e invece era un calesse”, come dice il film di Massimo Troisi (1991), ma ormai la frittata era fatta. Tornando a te: ti starai chiedendo come faccia ad essere così certa delle mie parole. Ebbene, posso sbagliarmi, ovviamente, ma questa rabbia di cui parli e questi successivi pentimenti non mi convincono affatto…così come non mi ha convinto l’inizio della vostra storia: dici che “è stato amore a prima vista” e che lui “non ti ha più levato gli occhi di dosso”, ma ha fatto fare tutto a te, ci hai mai pensato? Se tu non gli avessi scritto, lui non sarebbe venuto a cercarti e sai perché? Perché eri tu ad avere la sua mail, così come sei tu che lo perdoni sempre, tu che devi fare le valigie per poi ritornare… e così via. Questo non è amore, credimi, questo è Narcisismo! Il Narcisismo di un uomo che ha bisogno di te per stare a galla, ma che allo stesso tempo con te se la prende di continuo, scaricando su di te i suoi problemi. Pensaci: tu stessa non riesci a definirla, questa sua rabbia, eppure giustamente la temi, e sai perché? Perché sai che tornerà, rovinandoti la vita. Quindi, per favore, rimanda il matrimonio e mettila davvero alla prova, questa convivenza: solo così, quando la rabbia di lui tornerà, tu potrai dartela facilmente a gambe…o quanto meno ragionare con lucidità, senza una fede al dito”.
Cara amica, ci sono storie d’amore apparentemente normali che hanno in sé, invece, qualche nota stonata che rovina l’intero… concerto. Accade nella tua storia: un incontro occasionale, un colpo di fulmine, passione e litigio, amore e odio: gli ingredienti ci sono tutti, potrebbe pensare qualcuno. Non è così.
“Non toglierti gli occhi di dosso” non è stato solo interesse, è anche ossessione.
“Lasciarti la sua mail”, aspettando che fossi tu a contattarlo non è un gioco amoroso, è esercizio di dominio.
“Irascibilità e rabbia” quando non ci sono fatti contingenti a giustificarle, non è una questione di carattere, è fragilità nervosa, intemperanza psichica.
Prendere, lasciare, allontanare violentemente da sé, ritornare apparentemente a ragionare, sono segni di instabilità psichica. La violenza, non tanto nel vostro rapporto, quanto nella vita e nella personalità del tuo compagno è sempre in agguato. Non illuderti. Non passerà. Anzi, potrebbe già essere difficile lasciarlo senza traumi, litigi e persecuzioni. Il tuo compagno allo stato attuale non può essere un buon marito perché è una persona troppo problematica e malata. Non pensare neppure di salvarlo. Non puoi farlo tu. Restituisci anello e promessa di matrimonio, allontanati da lui e se occorre anche dalla tua città. Parla con franchezza anche con i suoi che dici già “perplessi”. Invitali ad aiutare il loro figlio, inducendolo a farsi curare da professionisti esperti. Non finire nella cronaca dei giornali ,come capita, purtroppo, a tante donne. Ti prego.