Due amanti, due padri o un mare di bugie?

Pubblicato il 19 Marzo 2018 in , , da redazione grey-panthers

Gentili responsabili della rubrica,

mi chiamo A., sono una hostess di volo con una storia che rasenta l’incredibile da raccontare. Sto da più di vent’anni con R., il fidanzato di sempre. Gli voglio un bene incredibile, lo amo, ma non sempre gli sono fedele. Lo ammetto: io sono una donna irrequieta e lui è un porto sicuro, ma alle volte mi annoia. Da circa due anni ho un amante: un uomo più giovane di me, originario del Kenya, che lavora con me in aeroporto. Lui mi piace ed è un fantastico diversivo nelle sere in cui mi trovo dall’altra parte del mondo e non voglio stare da sola. Il sesso con lui è davvero fantastico, e ogni tanto ci concediamo qualche ora di sano godimento fisico assieme, ma non credo che riuscirei mai a lasciare R. per lui, anche se lui mi ama. Una sera, dopo aver fatto del sesso un po’ annoiato con R., di nuovo sola, ho fatto visita al mio amante. Mi sono divertita parecchio e ho dimenticato di prendere le precauzioni, cosa che in genere capita solo con R. Ho controllato sul calendario e…ovviamente ero nei miei giorni fertili. Ho cominciato a pregare che non ci fossero conseguenze a ciò che avevo fatto e deciso di prendere la pillola del giorno dopo.  Solo che, ovviamente, il giorno dopo dovevo partire per un volo di due giorni in Giappone, e senza ricetta medica non avrei potuto comprare la pillola, nemmeno nella farmacia dell’aeroporto. Perciò, mi sono affidata al destino e sono partita. Un mese dopo il primo allarme: niente mestruazioni e il test di gravidanza ha confermato che ero incinta. Ne ho parlato con R., che dopo lo shock iniziale si è ripreso e, nonostante non avessimo in programma di diventare genitori, mi ha sorriso dicendo che era felice di diventare padre. A tre mesi di gravidanza, la prima ecografia ha rivelato due battiti cardiaci. “Signora, sono due gemelli”. Ho portato avanti la gravidanza, smettendo di lavorare e ingrassando nove chili, con la certezza che ci fosse qualcosa di strano e, il giorno del parto, ne ho avuto conferma: un gemello era di pelle bianca, uno di colore. Sconvolta, ho chiesto spiegazioni ai medici scoprendo che, in caso di sesso con due uomini diversi nei giorni fertili, c’è la remota possibilità che entrambi gli ovociti vengano fecondati. Ho parlato con R., e ho parlato con il mio amante: entrambi vorrebbero essere padri ed entrambi sono furiosi con me, soprattutto R. Che cosa devo fare? I bimbi sono nati, e io sono responsabile delle loro vite.

A.


 Risponde Rebecca:

“Cara A.,

hai detto bene: la tua storia rasenta l’incredibile, e non solo per la leggerezza con cui la racconti, l’età non proprio acerba della protagonista e le scarse possibilità di diventare madre a quarant’anni. Anche il parto gemellare è un’evenienza piuttosto insolita, e il tuo lavoro di hostess non proprio una professione come un’altra. Quello che più mi ha colpito, però, è il tuo desiderio di diventare madre nonostante tutto. Attribuisci la mancata assunzione della pillola del giorno dopo al viaggio in Giappone, e io non conosco bene i dettagli della tua professione per cui potrei sbagliarmi, ma credo che di fronte a un simile dubbio avresti potuto darti malata, e non presentarti al lavoro. E invece tu che fai? Ti presenti in aeroporto e parti, come se nulla fosse. Sei proprio sicura che questa maternità non fosse voluta? Tornando ai due padri, non credo che tu abbia molta scelta. Nessuno dei due è tuo marito, ed entrambi sono i padri biologici dei bambini (potresti fare un test del DNA, ma visto il colore della pelle di uno dei due, direi che non ci sono dubbi), quindi credo proprio che tu sia destinata ad avere due compagni. A meno che uno dei due padri non decida di farsi da parte, ma resterebbe comunque il padre biologico di tuo figlio. Ti consiglio di parlare con i due padri e cercare assieme a loro la soluzione che sia la migliore per i vostri figli. Adesso devi pensare al loro presente e al loro futuro, anche a costo di mettere da parte te stessa. Auguri per tutto e grazie per aver condiviso con noi la tua storia.

Rebecca”


Risponde Marina:

Gentile A.,

mi scusi, ma non credo che la sua sia una lettera vera, nonostante le apparenze.  Ci sono troppi elementi improponibili che coincidono e che mi fanno vedere, tra le righe, solo il desiderio di metterci alla prova. Chissà cosa diranno queste due signore, giovane una, grey l’altra, di fronte a questo bel caos “black and white” che vado a proporre… Spero che la sua non sia una lettera vera, perché, se così fosse, non avrei comunque altro da aggiungere: avrebbe già fatto tutto lei. Annoiandosi con un fidanzato gentile e sicuro, esaltandosi con un giovane part time, saltando da una parte all’altra del mondo, concependo due bambini destinati a porre e a porsi tante domande. No, non ho nulla da aggiungere. Se la sua è una lettera vera, avrebbe potuto mandarci la foto dei bimbi e ci saremmo commosse. Se è stato un esercizio davvero per non annoiarsi, potrebbe riscriverci e scusarsi. Auguri per tutto comunque.