DUE DI CUORi: Suocera e Nuora, niente di nuovo sotto il sole

Pubblicato il 14 Giugno 2018 in , , da redazione grey-panthers

Care Marina & Rebecca,

chiamatemi “Suocera”, perché vi scrivo per lo più in questa veste. Ho sessant’anni e il mio figlio primogenito, nonché il mio figlio prediletto di tre, si è sposato circa due anni fa con una donna venuta da lontano, che gli ha rapito il cuore. Noi siamo di Bari e lei è di Ravenna: una vera nordica, dal mio punto di vista. All’inizio ero felice: vedevo mio figlio sereno, dopo anni di tribolazioni sentimentali e, cuore di mamma, ero contenta per lui. E’ stato un bel periodo, e lei è sempre stata educata e apparentemente rispettosa per tutta la durata (breve, poiché durata solo un anno) del fidanzamento. Poi, però, con il matrimonio, tutto è cambiato: lei è rimasta subito incinta, ha lasciato il lavoro precario che aveva a Ravenna e si sono trasferiti entrambi a Bari, complice l’importante occasione di lavoro che mio figlio ha trovato e che gli ha consentito di tornare finalmente a casa. Ebbene, mia nuora aveva ancora solo un accenno di pancione, quando ha cominciato a mancarmi di rispetto e a rispondermi male. All’inizio ho pensato che fosse perché si trovavano momentaneamente ospiti a casa nostra, in attesa che la loro casa fosse pronta, e ho avuto pazienza. Ma anche ora che il bambino è nato e si sono sistemati nella graziosa villetta che hanno comprato a qualche chilometro da noi, la situazione non è migliorata: mia nuora ha la lingua lunga, diciamo che è poco rispettosa e mi fa vedere mio nipote con il contagocce, solo quando è presente anche mio figlio. Ovvero esclusivamente  nel weekend. Ma quel che è peggio è che mio figlio, con cui ho cercato di introdurre il discorso più e più volte, si rifiuta di affrontarla e si fa mettere i piedi in testa. La situazione sta diventando per me insostenibile, ma non so che fare. Grazie per un vostro gradito consiglio.


Risponde Rebecca:

 Cara Suocera,

purtroppo di storie come la tua ne ho sentite tante: non sono situazioni facili, come spesso accade quando sono coinvolte le famiglie. Prima di tutto, però, ci tengo a farti una domanda, perché dalla tua lettera non mi è facile analizzare la situazione. La storia è raccontata ovviamente dal tuo punto di vista, ed io mi permetto di domandarti: sei sicura di non essere stata invadente? Da brava nordica quale sono, so quali e quante differenze culturali possano esserci tra una persona nata e cresciuta nel nord d’Italia e una persona del sud, e quanto inconciliabili possano essere a volte le posizioni. Dopotutto, e non voglio affatto giustificarla, tua nuora ha fatto un grande passo: ha lasciato Ravenna, la sua città, per seguire a Bari l’uomo che ama e che adesso è il padre di suo figlio. Questo non va sottovalutato. Ciò detto, dici che tua nuora ti manca di rispetto, e a questo non ci sono giustificazioni: va bene lo stress del cambiamento, ma la maleducazione non è tollerabile. La mia domanda quindi è: hai provato ad affrontarla direttamente? Se, come dici, parlare con tuo figlio non dà alcun frutto, forse è giunto il momento di affrontare direttamente lei, per quanto sgradevole. In fondo è un rapporto tra voi due, e tuo figlio è solo indirettamente coinvolto. Delle volte è più efficace un confronto diretto e sincero che mille mezze parole o, peggio, frasi non dette. Perciò in bocca al lupo e torna a scriverci, se vuoi, per raccontarci come è andata!


Risponde Marina:

Gentile amica, dalla sua lettera traspare soprattutto il rammarico, l’insofferenza, la contrarietà che la opprimono e che probabilmente non riesce neppure a dominare in famiglia. Di suo figlio dice poco: incarico importante (ma lei non sente di doverlo descrivere con legittimo orgoglio), timoroso di irritare la moglie… non un cenno sul suo ruolo di figlio, di padre. Su sua nuora, la descrizione è ancora più stentata: nordica solo perché è di Ravenna (e se fosse stata di Trento?), maleducata, ribelle, poco gestibile, forse persino furba a farle vedere il nipotino solo quando c’è il marito. Del nipotino nulla, quasi che sia solo un trofeo sul quale mettere le mani. Gentile amica, se ricominciasse tutto daccapo nel dare maggiore rispetto a questa nuova famiglia che deve proteggere e non aggredire? Guardi con curiosità e reale interesse ciascuno dei suoi membri: il figlio, la nuora, il nipotino. Osservando senza giudicare e senza pretendere, scoprirà poco per volta, per esempio, che sua nuora ha forse nostalgia della sua città e dei mille aspetti della sua vita quotidiana di un tempo, che si sente troppo “nuova” come moglie e come mamma per reggere il giudizio severo della suocera. Insomma, scenda dalla sua postazione di Rezdora e si metta un po’ nei panni degli altri. E il resto della famiglia che dice? Il marito mai citato, i figli meno amati? Una buona dose di umiltà, di attenzione, di rispetto e il miglioramento della situazione sarà assicurato. Auguri!