Crisi siriana verso una soluzione politica?

Pubblicato il 27 Settembre 2013 in , da redazione grey-panthers

Il Consiglio di Sicurezza si appresta ad adottare una risoluzione che obblighi Assad a smantellare il proprio arsenale chimico. Il testo, già approvato dai cinque membri permanenti, non attribuisce a nessuna delle parti del conflitto siriano una responsabilità specifica per l’attacco chimico ad al Goutha dello scorso 21 agosto e include un riferimento al capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite ma senza prevederne l’applicazione automatica. Pertanto, nel caso in cui Bashar Assad non dovesse rispettare gli accordi, la comunità internazionale potrà ricorrere all’uso della forza solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza di una ulteriore risoluzione.
Il testo in discussione potrebbe inoltre dare nuovo impulso alla convocazione di una Conferenza internazionale per trovare una soluzione politica alla crisi siriana. La bozza, infatti, riafferma l’impegno comune a convocare un summit a Ginevra dove tutti gli attori coinvolti e le differenti posizioni del popolo siriano siano rappresentati. Tuttavia, molti sono i possibili ostacoli al dialogo politico a partire dalla difficoltà di portare attorno ad un tavolo i rappresentanti dell’opposizione siriana sempre più frammentata, dalle richieste avanzate dal governo di Damasco e dal ruolo che potranno svolgere paesi chiave quali l’Iran. (foto: Wikipedia)

Le analisi

 

Verso una risoluzione Onu sulla Siria?

Inizialmente avanzata mesi fa e da allora sempre rimandata, la proposta di organizzare una conferenza internazionale per trovare una soluzione politica alla crisi siriana ha trovato nuovo slancio in questi giorni. Nella bozza della risoluzione Onu per smantellare l’arsenale chimico di Assad che verrà presentata oggi al Consiglio di Sicurezza viene infatti riaffermato un impegno comune per convocare al più presto una conferenza a Ginevra alla quale sia presenti tutti i rappresentati del popolo siriano.

 

Il governo siriano è favorevole ad un cessate il fuoco?

In un’intervista rilasciata al quotidiano inglese Daily Mail, il vice primo ministro siriano Quadri Jamil ha affermato che “il conflitto tra forze governative e ribelli é in una situazione di stallo e Damasco chiederà con forza il cessate il fuoco per dar vita alla conferenza internazionale di pace”, nota come “Ginevra II”. Jamil ha poi aggiunto che qualora l’opposizione siriana fosse d’accordo “nel Paese potrebbe entrare in vigore un cessate il fuoco sotto il controllo internazionale, garantito da osservatori esterni, a condizione che provengano da Paesi neutrali”.

, Suzannah Hills, Daily Mail

 

Quale posizione hanno assunto i ribelli siriani?

Intanto, mentre la Coalizione nazionale siriana rimane molto scettica in merito ad una possibile soluzione diplomatica, il fronte dei ribelli è sempre più diviso: tredici gruppi hanno deciso la creazione di un nuovo fronte islamista unitario, in contrapposizione alla leadership del Cns, la principale forza dell’opposizione siriana, con sede in Turchia. La dichiarazione, firmata anche da Jabhat al-Nusra, legato ad al-Qaeda, che guida il gruppo, chiede a tutti coloro che si battono per rovesciare il presidente Bashar Assad di unirsi sotto una “chiara cornice islamica”.

“Key Syrian Rebel Groups Abandon Exile Leaders”, Ben Hubbard e Michael R. Gordon, The New York Times

, UN News Centre

 

L’Iran sarà presente a Ginevra II?

Una delle principali incognite in merito ai possibili partecipanti delle conferenza internazionale riguarda la presenza di rappresentati iraniani. Il presidente Rohani ha già affermato che Teheran è pronta a prender parte e a dare il suo contributo per risolvere la crisi in Siria ma solo se verrà invitata senza precondizioni. L’Iran potrebbe svolgere un ruolo chiave in questa vicenda a maggior ragione dopo i segnali di distensione riguardo al dossier nucleari giunti nei giorni scorsi.

“Can Iran Help the U.S. in Syria?”, Seyed Hossein Mousavian, The New York Times

 

Le posizioni di Russia e Cina sulla Siria

Secondo il vicepremier russo Sergei Ivanov, è necessaria una Ginevra II per arrivare a una soluzione definitiva del problema siriano. Il politico russo ha affermato che il dialogo è l’unica via percorribile per le fazioni in lotta. Ivanov ricorda come la dichiarazione a favore di una soluzione pacifica adottata dai BRICS al vertice del G20 abbia svolto un ruolo importante per evitare l’intervento militare. Tra i firmatari, la Cina è sicuramente uno dei paesi che maggiormente si oppongono a risoluzioni interventiste. In un recente colloquio con il segretario di Stato americano, il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, ha infatti ribadito che la Cina è favorevole a una soluzione che non destabilizzi politicamente la Siria ed è pronta a seguire la strada del disarmo chimico della Siria attraverso mezzi pacifici.