A due settimane dall’attivazione del Numero Verde 800.99.14.14 dedicato all’emergenza solitudine degli anziani da Senior Italia FederAnziani e WINDTRE con l’apporto operativo degli psicologi dell’emergenza e volontari di SIPEM SoS Federazione – Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza, è stato fatto il punto della situazione. Numerose le chiamate che tutti i pomeriggi raggiungono psicologi e volontari SIPEM SoS per chiedere ascolto, conforto e in alcuni casi informazioni pratiche su come gestire la vita in solitudine durante l’imposto isolamento sociale da Coronavirus. Il servizio rivolto specificatamente all’anziano solo, ha accolto sino ad ora telefonate da persone di età compresa tra i 60 e i 95 anni di età; una piccola percentuale, circa il 2%, di richieste arrivano da persone più giovani preoccupate per i propri genitori, nonni, vicini di casa, che chiedono una consulenza su quali siano le migliori strategie per aiutarli in questo momento, sia da un punto di vista pratico che psicologico. Spesso infatti sia gli anziani che gli adulti ignorano tutti i servizi che comuni, enti ed istituzioni mettono in campo per aiutare il cittadino in emergenza, spesso in una vera e propria gara di solidarietà. Gli anziani che hanno sino ad ora beneficiato di un supporto professionale da parte dei nostri operatori sono sia uomini che donne (equamente 50%), residenti in prevalenza nel Nord Italia, e distribuiti per la restante parte tra Centro e Sud Italia.
“Chi ci chiama sono persone la cui solitudine è stata aggravata dalla confusione di notizie ora allarmistiche ora ottimistiche che li vedono protagonisti come soggetti fragili, su cui aleggia l’ipotesi di una morte caratterizzata non solo da sofferenza ma anche dall’isolamento e completo allontanamento dai propri cari”, riporta Elena Zito, psicologa, portavoce SIPEM SoS. Alcuni sono disorientati dalla costrizione conseguente all’isolamento perché gli è stato tolto quel sostegno sociale esterno e quotidiano su cui potevano contare (ad esempio frequentare la chiesa, andare dal panettiere o al centro sociale per anziani, ecc.), sperimentano emozioni nuove, vivendo la contraddizione del sentirsi al sicuro ma anche in gabbia nelle proprie case; tra di loro ci sono vedovi/e, altri ancora assistono coniugi malati perché anche le badanti sono state allontanate per proteggerli dal contagio. Molti sono in ansia non tanto nel considerare la fine imminente della propria vita che, come dice qualcuno, è qualcosa di già contemplato, ma è l’incertezza di non poter più fare le cose normali e banali, come dare una carezza a un nipote o discutere con i figli per futili motivi, che oggi hanno acquisito un valore inestimabile e si fanno sentire nella morsa della mancanza.
Il Numero Verde fornisce ascolto, un ascolto professionale da parte di psicologi e volontari esperti in ambito emergenziale: “Lo psicologo che risponde all’800.99.14.14 ha il compito di accogliere e comprendere le emozioni dell’anziano restituendo empatia e interesse, in un dialogo che aiuti la persona a ridare senso ai propri giorni e a individuare le proprie risorse interne, per sentirsi più pro-attivi e meno vittime delle circostanze” dichiara la dott.ssa Lucia Caimmi di SIPEM SoS, supervisore clinico del progetto ed esperta in gerontologia, “siamo chiamati ad accogliere la sofferenza, l’angoscia e la paura del contagio di persone cha hanno necessità di riorganizzare la propria quotidianità, passando attraverso ciò che hanno a disposizione, valorizzandole nelle loro ricchezza di esperienza di vita”.
”Sempre più emerge che la generazione degli anziani è quella maggiormente penalizzata dalla pandemia – dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina – La prospettiva di un lungo periodo di isolamento sociale, in particolare per questa fascia d’età più fragile, rende indispensabile l’adozione di misure che consentano agli anziani di tornare a una condizione di normalità pur all’interno dei nuovi limiti imposti da ragioni di sicurezza. Occorre investire in servizi destinati ai senior, non solo per rispondere ai loro bisogni materiali e primari, ma anche al diffuso bisogno di supporto psicologico e di mantenimento di una vita sociale attiva, tenendo conto anche dell’importanza di promuovere stili di vita sani e benessere (alimentazione equilibrata, movimento in casa, aderenza alla terapia) per evitare pesanti ricadute in termini di salute nel periodo successivo alla pandemia”.