Dai transistor al web il fascino del mezzo di comunicazione più affidabile ha vinto la prova del tempo, sopravvivendo nel terzo millennio con podcast e streaming. Inizia con questa una serie di puntate su “Noi e la radio” e le tante trasformazioni della scatola magica alla scoperta di emittenti, programmi e personaggi che interpretano la modernità con una risorsa antica: la voce
Il 13 febbraio di ogni anno, in tutto il mondo, si celebra la giornata mondiale della Radio.
Ogni giorno la radio viene ascoltata da più di 33,8 milioni di Italiani, secondo i dati Ter (Tavolo editori radio) relativi al 2022 e nel Rapporto del Censis si legge che l’81,7% degli italiani ritiene che il successo dei programmi radiofonici dipenda dalla credibilità e affidabilità dei loro contenuti. La ragione di questi record sono da una parte la sua caratteristica di essere live combinata al contatto diretto e all’interazione con il pubblico. Ma ha ancora senso nella civiltà dell’immagine festeggiare il compleanno di questo mezzo di comunicazione?
Radio: un amore infinito e una storia senza tempo
La sua storia inizia nel 1901 anno in cui è stata fatta la prima trasmissione radio transoceanica dalla Cornovaglia a Terranova: le onde elettromagnetiche, quei segni grafici quasi stilizzati che si affastellano, si inseguono formando eleganti traiettorie nell’etere e ci raggiungono ovunque da oltre cent’anni anni. Da quando, cioè, Guglielmo Marconi (1874 – 1937), italiano ma emigrato in Inghilterra per poter continuare le sue ricerche, non solo perfeziona le ricerche di studiosi come Hertz e Popov, ma riceve il Nobel per la fisica nel 1909 e il plauso del solitamente composto pubblico svedese. Non male per un autodidatta toscano che nella sua tenuta di Pontecchio giocava al telefono senza fili, invece che a pallone, come tutti i suoi coetanei.
La radio attraversa la prima guerra mondiale mostrando la sua utilità a supporto delle comunicazioni in mare, come nel caso del Titanic, la nave modello chene suo viaggio inaugurale all’alba del 1912 si scontra con un iceber al largo di New York, e nell’ambito militare.
Quando, nel 1924 a Roma viene fondata l’Unione Radiofonica Italiana (URI) che poi diventa EIAR (acronimo di Ente italiano audizioni radiofoniche) si trasmette in filodiffusione -il sistema di trasmissione radio via cavo che arriva attraverso la rete telefonica- intrattenimento, concerti, teatro, notizie. Seguono a breve le sedi di Milano (1925), Napoli e Torino che iniziano a trasmettere. Il 26 ottobre 1944 vede la luce la Rai, Radio audizioni italiane: sulle ceneri del secondo conflitto mondiale la radio amplifica l’urgenza di ricostruire una Paese ferito e contribuisce a formare una coscienza collettiva attraverso radiodrammi e documentari radiofonici che affiancano la programmazione più “leggera”.
Da quell’apparecchio pieno di manopole e transistor che occupava quasi un mobile intero gli Italiani ascoltano gli avvenimenti politici e sociali più importanti della storia nazionale: da Radio Londra al’8 settembre del 43, dalla prima edizione del Festival di Sanremo nel 1952 al Calcio minuto per minuto. Corrado, Mike Bongiorno, Sergio Zavoli iniziano le loro fortunate carriere. La radio sembra reggere bene anche l’urto della comparsa della televisione, nel 1953, anzi quando, quasi vent’anni più tardi, due sentenze della Corte Costituzionale sanciscono la nascita delle radio private locali il mercato esplode e l’etere si riempia di emittenti che offrono spazi creativi e di libertà prima impensabili. Mentre la società è alle prese con il terrorismo e le stragi di matrice fascista, tutti sanno già cosa sia la Modulazione di ampiezza (AM) e di frequenza (FM).
Radio: un amore infinito e una vita tecnologica senza limiti
Il progresso tecnologico è andato di pari passo con il successo che la radio ha sempre avuto: semplicità e e immediatezza di fruizione sono andati di pari passo con l’avvento delle nuove tecnologie. Oggi la radio si ascolta, si guarda, si autoproduce, insomma si vive a 360 gradi. Parole come broadcasting (la forma tradizionale di media in cui un’emittente mette a disposizione contenuti con segnali via etere o via satellite) e podcasting (l’autopubblicazione di contenuti audio su internet ascoltabile da vari apparecchi come pc lettori audio etc) non spaventano più.
Nei prossimi appuntamenti approfondiremo tematiche, trasmissioni e interpreti di tutto quello che si muove attorno alle radio sia nazionali sia locali. Ma avrò bisogno dell’aiuto di tutti per scoprire tutto questo variegato mondo che ogni giorno ci informa, ci intrattiene e in fondo ci rende più consapevoli e quindi più liberi. Segnalateci le trasmissioni a tema che più vi piacciono e anche quelle che non vi piacciono! Dunque orecchie tese, antenne dritte e alla prossima.