ME-SU-BACH
J.S. Bach: Partitas 1, 2 & 6 – Edna Stern: pianoforte – Orchid Classics (70’21), il
Che peccato che non si possano fare interviste in sogno! Questa notte ho sognato Edna Stern con il suo pianoforte che suonava Johann Sebastian Bach in una tranquilla stradina di Roma, ma era – evidentemente – molto circondata e, come spesso accade nei sogni, io dovevo andare di fretta da qualche parte ed ho avuto appena il tempo di ascoltare la sua Prima Partita sino alla fine. Mi sono svegliato con tutte le mie, molte, domande in testa; sarà per la prossima volta …
Ogni nuovo cd di Edna è, peraltro, un sogno – vi dirò poi perché – ed a qualsiasi possibile domanda Edna risponde, prima e meglio di tutto, con la sua musica. Questa giovane pianista non finisce di sorprendermi. L’ho scoperta due anni fa, all’inizio di questa rubrica, con il suo affascinante cd dedicato al Piano des Lumières, ed attendo ogni sua nuova registrazione come una rivelazione. È il caso per questo primo cd delle Partite di Johann Sebastian Bach, con la prima, la seconda e la sesta. E qui comincia il problema, cioè la difficoltà di parlarvene adoperando i termini – che si rivelano comunque banali ed impotenti – della comune lode e congratulazione, senza stucchevoli iperboli e metafore. Forse la soluzione è, come vi ho detto, nella dimensione del sogno, quella dimensione che ci colpisce, per lo più in maniera inesplicabile (se non in termini psicanalitici …) e che ci rimane dentro, come una verità che non ha bisogno di essere spiegata. Ed è quello che, sopratutto, mi colpisce nelle interpretazioni di Edna Stern: la loro verità, la sensazione precisa che quel che lei suona è così che deve essere suonato, senza alcun argomento o giustificazione. Ci sono gli strenui difensori del clavicembalo – per interpretare la musica di J.S. Bach – e chi si batte per autorizzare il pianoforte (sopratutto per queste Partite), e gli argomenti non mancano dalle due parti (sono anzi troppi). Non so quali siano gli argomenti di Edna – che è, tra l’altro, anche clavicembalista e fortepianista -; forse un giorno potrò intervistarla al proposito, per ora queste sue Partite sono la migliore risposta.
ps: resta la legittima curiosità per il titolo del cd: che vuol dire ME-SU-BACH?
Risponde Edna: «si tratta di un piccolo gioco di parole, come quelli di cui Johann Sebastian Bach amava fiorire i suoi manoscritti:
ME, indica gli elementi personali e soggettivi di questa mia interpretazione; SU, è la preposizione che, in italiano, generalmente indica la prossimità o l’approssimazione; BACH, è il soggetto principale; e, per finire, Mesubach in ebraico significa «complesso», termine che ben si adatta alla musica di Johann Sebastian Bach». ascoltate gli estratti delle Partite http://www.allmusic.com/album/me-su-bach-mw0002867600 |
Marchand – Clerambault
Complete harpsichord works – Luca Oberti: clavicembalo – Stradivarius (62’55)
Andate subito a vedere – prima ancora di leggere quel che segue – il geniale, spassosissimo video-clip che Luca Marconato ha girato con Luca Oberti nell’atelier di Lorenzo Zappella a Grone (Germania, ma potrebbe benissimo essere in provincia di Viterbo). Luca Marconato è un noto liutista, Lorenzo Zappella è carrozziere, Luca Oberti è alla tastiera del suo strumento, ma che ci fa un clavicembalo in un atelier – per quanto tedesco – di carrozzeria? Ho rivisto non so quante volte questo clip, ma non saprei darvi una ragione, la quale ragione, tuttavia, non ha alcuna importanza: il filmino è bello e basta, Luca Marconato è uno straordinario regista – evidentemente il ritmo delle sequenze è perfetto -, Lorenzo Zappella potrebbe benissimo essere un cardinale dell’epoca, protettore delle Arti, e tutto il quadro giova all’ascolto della musica, una Ciaccona del fiero e violento Louis Marchand, il compositore lionese famoso per un duello che avrebbe dovuto contrapporlo a Johann Sebastian Bach al clavicembalo ed all’organo (sembra che Marchand abbandonò la città la sera prima del confronto, altri dicono che la sfida ebbe luogo soltanto al clavicembalo, anche se non si sa con qual risultato).
Il disco, che anche senza alcuna messinscena, è un capolavoro di eleganza e sensibilità, raccoglie, oltre che l’integrale della musica per clavicembalo di Marchand – gran virtuoso dello strumento, ed ammirato (fuori competizione …) da Bach, che sembra possedesse e suonasse le due Suites qui registrate – anche quella di Louis-Clérambault, suo contemporaneo, conosciuto sopratutto per le sue composizioni vocali. E Luca Oberti conferma con questa sua interpretazione di un repertorio ben conosciuto ma poco registrato, di essere uno dei più interessanti clavicembalisti d’oggi.
Il 27 novembre prossimo, alle 19h, il cd verrà presentato al Magazzino Musica di Milano.
Qui il video-clip di Luca Marconato.
Franz Schubert
Quartettsatz D.703, Quatuor n°15 D.887 – Quatuor Terpsycordes – Ambronay (57’31)
Ludwig van Beethoven
Con intimissimo sentimento – Quartetti op.18 n°6, op.132 – Quatuor Terpsycordes – Ambronay (67’19)
Intenso, raccolto, tutto teso a trattenere l’esplosione d’un sentimento che esita a rivelarsi per paura di non essere ricevuto e compreso, il suono del Quartetto Terpsycordes canta la magia della divine longueur (del divino prolungarsi) di Franz Schubert in due composizioni che sono tra le maggiori della sua produzione cameristica: il sublime Quartettsatz D.703 ed il Quartetto n°15 D.887, l’ultimo da lui scritto, un’opera grandiosa, di proporzioni quasi sinfoniche.
Ancora un gioco di parole è all’origine del nome di questo quartetto italo-bulgaro-svizzero residente a Ginevra e che ha trovato al Festival d’Ambronay la scena ideale per i suoi concerti e l’editore per le sue ultime due registrazioni. Tersicore è la musa della danza e della lirica corale che con il suo soffio riunisce armoniosamente il gesto e lo spirito, ed il suo nome diventando Terre, psy, cordes (la terra, il soffio dell’anima e le corde degli strumenti musicali) ben definisce gli elementi che animano quest’ensemble nell’esplorazione del repertorio romantico su strumenti d’epoca.
Terpsycordes ha già registrato per Ambronay l’altro cd che vi propongo, con due Quartetti di Beethoven, il giovane, dinamico e fremente n°6 dell’op.18 e il drammatico, invocante Quartetto op.132 che Terpsycordes interpreta con grande forza drammatica ed un’intensa vibrazione che anima tutti i movimenti governando le improvvise transizioni degli umori. Il suono di questo ensemble è particolarmente raffinato, e la registrazione, che privilegia un’ambientazione intima, da salone di musica più che da sala di concerto, aggiunge fascino a queste preziose edizioni.
un video-clip dell’Allegro molto moderato dal Quatuor n°15 D.887 di Schubert, ed un video-clip dell’Allegro con brio dal Quartetto op.18 n°6 di Beethoven
Louis Schwizgebel
Saint-Saëns: Piano concertos 2 & 5 – Louis Schwizgebel: pianoforte, BBC Symphony Orchestra, Fabien Gabel e Martyn Brabbins – Aparté (50’)
Con una straordinaria energia e tutto il virtuosismo che ci vuole Louis Schwizgebel affronta questi due trascendenti Concerti per pianoforte, che troppo spesso esauriscono i loro molteplici contenuti in esibizioni ai limite dell’acrobazia circense (sopratutto nelle registrazioni in studio che permettono di intervenire, corrigendo ogni forma di approssimazione ma anche di spontaneità). L’anno scorso il grande pianista sino-svizzero aveva già registrato per la BBC il Concerto n°2, che Camille Saint-Saëns aveva scritto per il suo amico Anton Rubinstein in sole 3 settimane e che evoca le grandi improvvisazioni per organo del compositore (una curiosità: la sera della prima esecuzione il grande virtuoso russo dirigeva mentre al pianoforte era Saint-Saëns). L’eccezionale qualità della registrazione – spesso aperta al pubblico, come tutte quelle effettuate dalla BBC nello studio di Maida Vale – ha convinto Aparté a produrre nelle stesse condizioni di «quasi diretta» anche il Concerto n°5, l’ultimo composto da Saint-Saëns che all’epoca soggiornava a Luxor (è per questo che il concerto – dal contenuto fortemente narrativo – è anche detto l’Egiziano, soprannome giustificato dal frequente uso di modi e tonalità orientali).
Louis Schwizgebel è interprete ideale, virtuoso ma assolutamente affrancato da ogni artificioso esibizionismo, ammirevole per la libertà degli sviluppi e per la luminosità della sua narrazione. L’orchestra della BBC, affidata a una della star delle nuove generazioni – Fabien Gabel – e a Martyn Brabbins, un habitué dell’ensemble, accompagna con impegno e intensità.
una video della registrazione del Concerto n°5 di Saint-Saëns
alla breve
M.-A.Charpentier
Motets pour une princesse – Ensemble Marguerite Louise, Gaétan Jarry: grand orgue et direction – Encelade (67’)
Malgrado l’anacronismo dell’illustrazione di copertina – che rappresenta una principessa (immagino) a cavallo, protetta da un cap regolamentare che certamente non esisteva al XVII secolo, il contenuto di questo interessantissimo cd evoca magistralmente le atmosfere ed i gusti della corte di Maria di Lorena, principessa de Joinville e duchessa di Guisa, per cui Marc-Antoine Charpentier, di ritorno da un lungo viaggio in Italia, compose i sei Mottetti qui presentati. Queste opere – per la maggior parte si tratta di una prima registrazione – ricche di spiritualità teatrale in una gran varietà di scrittura, sono concepite per tre voci soliste con strumenti e basso continuo (per il Salmo 12 è usato il basso di flauto, solitamente poco usato per questo repertorio). Si alternano ai mottetti alcuni estratti dai due Livres d’orgue di Jacques Boyvin magistralmente interpretati da Gaétan Jarry che dirige l’Ensemble Marguerite Louise (dal nome della cugina di François Couperin, una delle musiciste più celebri dei suoi tempi).
un interessante video-clip della registrazione del disco
Janáček – Dvořák
Sinfonietta – Symphony «From the New World» – Anima Eterna Brugge, Jos van Immerseel – Alpha (70’49)
Per festeggiare i 70 anni di Jos van Immerseel – un pianofortista olandese a cui la musica antica, ma anche quella del XIX secolo, devono molto – Alpha ripubblica le sue registrazioni più interessanti. Questo cd, intanto, nel quale Jos dirige la sua creatura più cara, l’orchestra Anima Eterna Brugge – che suona, evidentemente, strumenti d’epoca – in uno dei capolavori più noti del repertorio romantico, la Sinfonia dal Nuovo Mondo di Antonin Dvořák, associandola alla risplendente fanfara della Sinfonietta del compositore ceco Leoš Janáček. Se gli strumenti originali hanno sconvolto il panorama acustico della musica barocca e sono ormai divenuti una necessità imprescindibile, in maniera più sottile, meno immediatamente evidente, anche questa musica che crediamo così bene conoscere splende della nuova luce delle sonorità degli strumenti d’epoca e degli equilibri acustici ritrovati – spesso dipendenti dal posizionamento dell’orchestra, che non è stato sempre simile a quelli attualmente adottati.
ascoltate gli estratti del cd