Natale
è vicino, comincia lo spasimo dei regali. Siccome io regalo quasi esclusivamente musica (ma questa procedura vale anche per i libri), devo dire che, per me, questo momento non è mai stato traumatico, anzi rappresenta un simpatico gioco di piste: l’amico che ha TUTTO avrà o non avrà questa edizione delle Suites per violoncello di J.S. Bach ? riuscirò à convincere con la Verklârte Nacht l’amica che vive nutrendosi esclusivamente di Bellini, Verdi e Puccini che la musica contemporanea non fa male ? qual’è il miglior disco da offrire a chi dice di amare la musica classica ma si limita ad ascoltare in continuo il best off di Pavarotti o Le più belle Ave Marie ?
L’ideale – cioè quello che faccio io … – sarebbe, tra un Natale e l’altro, di dedicare alla musica un ascolto «intenzionato», di esser cioè pronti a «dedicare» quel che si ascolta – alla radio o in concerto – all’amico, al parente, suscettibile di un’interazione interessante e di prender nota per verificar poi con un regalo musicale in occasione di Natale.
Eccovi, quindi, i dischi che ho messo da parte per voi, cominciando con questi che – ne sono sicuro – vanno bene per tutti: debuttanti, discofili appassionati, pigri adepti di una musica classica rassicurante (cioè sempre la stessa). Si tratta spesso di un programma al limite tra il tradizionale – spesso leggero – e il classico serio (se queste distinzioni possono essere ancora valide).
Everybody’s Tune
Music from the British Isles & Flanders, 17th Century – Les Witches – Alpha (73’03 + 66’10 + 78’)
Le Witches (Le Streghe) sono un ensemble quasi esclusivamente femminile – anche se aperto ad ospiti ambosessi – già ammirato in queste pagine. Nel cofanetto (economico) di 3 cd Le Witches, più che mai indiavolate, passano dai saloni di corte alle fumose taverne di Gran Bretagna e Fiandre sul filo di arie e danze, melodie affascinanti e soggetti fantastici, come un indiavolato affresco abitato da personaggi di epoche lontane resuscitati da una musica evocatrice di caratteri ed atmosfere.
Chansonettes frisquettes, Joliettes & Godinettes
Ensemble Dulce Mémoire – Denis Raisin Dadre – Zig-Zag Territoires (60’57)
Per festeggiare i suoi 25 anni, l’Ensemble Dulce Mémoire (Dolce Memoria) ci propone una raccolta delle canzonette – gioielli della musica vocale del Rinascimento, illuminati da un’emozione fresca e spontanea, testimoni dei piaceri e delle pene della vita quotidiana dell’epoca. Il testo è, sovente, l’elemento fondamentale del fascino di questi mini capolavori – che l’ensemble presenta di solito come bis nei suoi concerti -: Mignonne allons voir si la rose … (Carina, andiamo a veder se la rosa…), Ma maîtresse est toute angelette (La mia amante è un angioletto), Margot, labourez les vignes (Margot, arate le vigne). Un regalo leggero e rinfrescante.
ascoltate l’Ensemble Dulce Mémoire
Chansons d’autrefois & chemins de mélancolie
Le Poème Harmonique, Vincent Dumestre – Alpha (63’19 + 61’47 + 54’21)
Dalle canzonette di Dulce Mémoire ai lamenti ed alle romanze di una Francia medievale, talvolta dimenticate ma spesso entrate nella tradizione popolare e trasmesse attraverso i secoli con il fascino di una lingua e di un modo di pronunciare che ben si adattano a questa musica nostalgica e languorosa ed alle sonorità di strumenti arcaici, talvolta primitivi, campestri. Anche questa volta si tratta di un cofanetto di 3 cd con un libretto molto interessante e completo (cosa rara in queste edizioni economiche), ricco di belle immagini evocatrici, e, sopratutto, con tutta la raffinatezza della sensibile interpretazione del Poème Harmonique e del liutista Vincent Dumestre.
Alfredo Bernardini
Zefiro – Concerti veneziani per oboe – Albinoni, Bigaglia, Marcello, Platti, Sammartini, Vivaldi – Arcana
Torna Zefiro, in gran forma, con Alfredo Bernardini più vispo che mai, in un programma di concerti veneziani per oboe di autori ben poco frequentati come Platti, Sammartini e Diogenio Bigaglia (addirittura sconosciuto, lui; per trovarne traccia bisogna andare sul Google tedesco, che gli attribuisce altresì il nome di Benedettino, essendo Bigaglia un monaco di quell’ordine a San Giorgio Maggiore…). Ed anche i concerti di Albinoni, Marcello e Vivaldi non sono quelli ai quali siamo sin troppo abituati.
Bernardini suona uno strumento originale, sapientemente restaurato, costruito nel 1730 – quindi contemporaneo ai concerti – da Giovanni Maria Anciuti, il più famoso fattore di strumenti a fiato dell’epoca. Un cd originale, prezioso e di sicuro piacevolissimo effetto.
ascoltate gli estratti dei Concerti veneziani per oboe
Bach & Sons
Chiara Banchini, Les Nièces de Rameau, Blandine Rannou, Guido Balestracci, A deux fleustes esgales, Gli Incogniti, Edna Stern, Amandine Beyer, Jörg-Andreas Bötticher – Zig-Zag Territoires (7 cd)
Ancora un cofanetto economico, di 7 cd, che in occasione del terzo centenario della nascita di Carl-Philipp Emanuel Bach, riunisce le più importanti registrazioni del catalogo di Zig-Zag Territoires.
C.P.E. fu, se non il preferito, il figlio di Bach che più degli altri raccolse e fece sua l’eredità del genio di Johann Sebastian, contribuendo con passione e devozione alla conservazione ed alla diffusione della sua musica. È giusto quindi celebrare il figlio associandolo all’opera del padre, dalle Sonate per violino e clavicembalo, a quelle per viola da gamba (nell’interpretazione del bravissimo Guido Balestracci), ed ai concerti per violino…
Del figlio sono sopratutto interessanti le Sonate in trio per due flauti e le Sonate per violino e pianoforte.
ascoltate le musiche di Johann Sebastian e di C.P.E. Bach
Vivaldi – Corelli
Amandine Beyer, Gli Incogniti – Zig-Zag Territoires (4 cd)
Quattro cd che la fantastica violinista virtuosa francese Amandine Beyer, alla testa del suo ensemble Gli Incogniti, dedica alle opere maggiori di Vivaldi e Corelli. Le Quattro Stagioni, quindi, ed ovviamente il Concerto grosso fatto per la notte di Natale, ma anche il Concerto per violino «per la Signora Chiara» ed i meno noti Concerti per violino ed organo, qualche Concerto per violoncello e per flauto e molti Concerti grossi del compositore che ha legato indissolubilmente il suo nome a questo genere, il romagnolo – ma romano d’adozione – Arcangelo Corelli.
Una felice interpretazione, ricca delle vivificante vocalità italiana, che rinnova queste musiche, esemplare rappresentazione dell’arte del Concerto al XVIII secolo. Ed ancora una volta un’edizione economica con registrazioni di altissima qualità.
ascoltate Vivaldi e Corelli di Amandine Beyer
F.J. Haydn
Sonate per pianoforte – Markus Schirmer – Lotus Records (66′)
F. Schubert
Sonate per pianoforte D.625 & D.845 – Markus Schirmer – Lotus Records (54’30”)
Due cd, con Sonate di Haydn e Schubert, di Marcus Schirmer, il pianista tedesco che ha «inaugurato» questa rubrica quasi due anni or sono, con un esaltante registrazione di due Concerti di Mozart. Ne avevo parlato con tutto l’entusiasmo che merita, ed ero curioso di conoscere meglio questo interprete che, senza pretendere di rivoluzionare né di rivelare, riesce a stupirci proponendoci una nuova prospettiva di ascolto per capolavori sin troppo ascoltati. È cosa fatta! Ho ricevuto qualche tempo fa – ma li ho tenuti da parte per questa occasione – questi due cd che ora vi propongo come un regalo che farà felice sia il discofilo raffinato ed al corrente di tutte le novità che il debuttante che ancora non conosce questi gioielli del repertorio per pianoforte. Non è facile trovarli, a meno che non viviate in una città dove ancora esiste un negozio di dischi degno di questo nome; altrimenti internet è una grande risorsa, ed su Amazon – per esempio – potrete ascoltare ed acquistare sia l’Haydn che lo Schubert.
Beethoven
Piano Concertos 1 & 2 – Louis Schwizgebel: pianoforte, London Philharmonic Orchestra, Thierry Fischer – Aparté (65’)
Il nuovo astro nascente nella complessa e non sempre decifrabile cosmogonia del pianismo internazionale è il giovane sino-elvetico Louis Schwizgebel, ormai consacrato – dopo la vittoria al concorso di Ginevra nel 2005 ed un secondo posto a Leeds (Inghilterra) nel 2012 – come «il più grande pianista svizzero degli ultimi cinquant’anni». Per quanto questa classificazione possa significare. Ma tant’è: difficile che giornali, televisione ed addetti stampa rinuncino ad elencare premi e ad attribuire supremazie.
Al di là di tutte queste attribuzioni, il virtuosismo di Louis Schwizgebel esplode e folgora all’ascolto di questo suo terzo cd inciso per Aparté, impareggiabile scopritrice di talenti, sopratutto in campo pianistico. Un talento illuminato dalla grazia e animato da una spontaneità che proiettano questi due primi Concerti di Beethoven in un vortice di solare allegria (senza alcuna superficialità). Complice ideale di quest’avventura, spalla energica e teatrale, ma senza quegli eccessi di esuberanza che squilibrano la giustezza dell’insieme, Thierry Fischer alla testa dell’esemplare Orchestra Filarmonica di Londra.
Un regalo per far riscoprire i due capolavori di Beethoven, troppo facilmente occultati dal quarto Concerto e dall’Imperatore.
su YouTube potete trovare Louis Schwizgebel nel Rondò e nella Cadenza dal primo Concerto.
Louis Spohr
Reisesonate – Francesco Parrino: violino, Michele Fedrigotti: pianoforte – Stradivarius (60’52 + 64’24)
Louis Spohr fu contemporaneo di troppi geni, quindi, e malgrado il grandissimo successo che sempre ebbe ai suoi tempi, fu inevitabilmente relegato, dopo la morte, ad un dignitoso secondo piano. Fortunatamente, qualche virtuoso appassionato e curioso ci fa scoprire ogni tanto un’opera dimenticata di questo interessante compositore, noto sopratutto – se non quasi esclusivamente – per i suoi Concerti per violino. Spohr era anche violinista, ma ebbe sempre dei problemi con le musiche che coinvolgevano il pianoforte. Egli era solito dire che avrebbe dato 100 luigi d’oro per essere in grado di suonare questo strumento, ed il suo Quintetto per pianoforte e fiati op.52 fu giudicato da Chopin: «bellissimo ma malamente scritto per il pianoforte».
Fu la sua seconda moglie, pianista virtuosa, a permettergli di superare questi scogli, e, grazie a lei ed al suo aiuto, egli poté scrivere questi Duo concertanti per violino e pianoforte, tra cui la Reisesonate che dà il titolo all’album, scritta in occasione di un viaggio nella campagna a sud di Dresda, la «Svizzera Sassone». Si tratta di composizioni garbate e leggere, che trovano in Francesco Parrino e Michele Fedrigotti gli interpreti eleganti e raffinati che esse meritano. Una registrazione da offrire all’amico/a discofilo che si vuole sorprendere, o al(la) giovane violinista per arricchire il suo repertorio.